Poesie personali


Scritta da: Essy
in Poesie (Poesie personali)

Quel che resta

Cosa resta di un respiro che si perde nell'aria è diventa un tutt'uno con essa?
Quel che resta dell'addio è il dolore
Quel che resta del piacere è la voglia
Quel che resta della sconfitta è il coraggio
a volte siamo quel che resta di noi stessi, ossa prive di carne cuori privi di battiti.
Quel che resta di un ricordo è l'emozione
Quel che resta della gioia è l'affetto
Quel che resta di un amore finito è il rimpianto
La rabbia ti lascia senza niente, lei silenziosa ti lascia con vuoti incolmabili, ma di lei non troverai mai traccia.
Quel che resta di noi è il ricordo. Traccia indelebile per chi ci ha amato e chi ci ha odiato.
Cosa resta di un respiro che si perde nell'aria e diventa un tutt'uno con essa?
Composta lunedì 22 marzo 2010
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    Scritta da: nina.*
    in Poesie (Poesie personali)

    Pace senza amore

    Nel mio inconscio non c'è
    momento sublime come in questo momento
    Seduta su pietre
    guardo il mare... mi parla
    sento la sua turbolenza, che è in me
    sento la sua quiete... mi parla
    Il cielo pieno di nuvole; bianco, grigio
    Il mio sguardo si ferma, in fondo
    all'orizzonte tra mare e cielo
    mi lascio cullare, apro il mio cuore
    per, farmi penetrare, da questa sensazione
    d'amore - verso chi?
    Verso chi, non conosce amore
    qui con me, come posso sentirmi libera
    castigata sempre più
    Camminare sull'acqua e andare oltre,
    sino dove il cielo c'è
    e lì chiedere agli Angeli
    l'esistenza inassolubile pace
    agli uomini senza amore,
    senza fede.
    Composta martedì 23 marzo 2010
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      Scritta da: nina.*
      in Poesie (Poesie personali)

      Angeli e non...

      Nella strada del mio cammino,
      or piena di pietre tonde, spigolosi
      che persin il piede tende e fa fatica
      a reggere il proprio corpo
      Lui così piccolo ci sorregge, i nostri
      umori e pensieri lì temiamo nel
      nostro cammino
      Se sei retto guardandoti, di fronte...,
      senza un barlume di pensiero, ecco
      che il tuo cammino è stabile
      la tua andatura è morbida
      il tuo viso non ha ombra di sofferenza
      Attorno a noi ci sono Angeli;
      sì, Spiriti Angelici che secondo
      le nostre richieste essi ti esaudiscono
      possono essere dispettosi e inciampare
      col tuo piede
      Oppure Angeli protettori che ti tolgono
      il sassolino prima che tu inciampi.
      Composta martedì 23 marzo 2010
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        Scritta da: Giulia Guglielmino
        in Poesie (Poesie personali)

        Stanca di quei sogni

        Stanca di incontrarti di notte,
        stanca di sognarti spesso,
        stanca di sognarti adesso,
        che più non voglio vederti...

        Più non voglio viverti,
        più nn voglio amarti
        ne essere amata da te...
        Più non voglio darti
        niente di me.

        Stanca di vedere che mi cerchi,
        stanca di sentire che mi vuoi,
        Stanca di udire ad ogni mio incubo
        la lontana voce di quell addio
        che non voleva essere tale... Infondo al cuore tuo.

        Voce sconosciuta ormai.
        Voce confusa.
        Voce muta di una regola dettata dalla mente
        e non dal cuore.
        Voce dettata dalla gente che dentro non poteva vedere.

        Cuore mio
        che al risveglio del mattino duole.
        Mille domande, zero risposte...
        Mille sorrisi custoditi gelosamente,
        donati, sinceri,
        crollano come case di paglia
        dopo un terremoto dii pochi secondi...

        Ed è difficile concentrarsi solo sulle cose belle
        per non pensare che un sogno in un'attimo
        ti ha distrutto una dimora.
        Composta martedì 23 marzo 2010
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          Scritta da: Franco Mastroianni
          in Poesie (Poesie personali)

          Nel letto della notte

          Dimmi almeno come stai
          se ti diverti ancora
          con un niente
          se
          il modo naturale tuo di ridere
          si sente ancora
          in mezzo a tanta gente

          se
          vesti ancora d'emozione
          tutto quello che dici
          o
          quel che tocchi
          e
          fai volare in alto
          chi ti guarda negli occhi.

          Dimmi almeno come stai
          prima che questo giorno
          si posi dolcemente
          nel letto della notte
          e
          ti faccia sognare.

          Dimmi
          se è ancora intenso
          naturale

          il modo tuo d'amare.
          Composta domenica 28 marzo 2010
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            Scritta da: sintagma
            in Poesie (Poesie personali)

            Fineo

            Mi sono seduta sotto il pergolato.
            L'estate arroventava le pietre.
            Le cicale sfregavano l'aria
            con la loro lingua erotica.
            La mosca volava e ronzava
            attorno a un fico spaccato
            come un cuore spaccato.
            La mosca volava e ronzava
            attorno ai grani del fico spaccato.
            Ah, maturazione del fico,
            naturale esplosione per
            eccesso di dolcezza,
            tripudio di dolcezza!
            La brezza portava la salsedine
            del mare sulle labbra arsicce
            assetate di vino.
            E davanti agli occhi prosciugati
            dal sole, mi cibavo di te,
            amore.
            Eri il pane dalla crosta fragrante,
            la caraffa gonfia di argilla bruna
            in cui cantava l'eco del vino
            nell'ombra
            come pozze di acqua
            in cavità sotterranee,
            nettare custodito dal fiore
            al tramonto.
            Versavo in abbondanza,
            ma un fiotto di scorpioni
            correva a nascondersi tra
            le pietre e la sabbia.
            Composta lunedì 15 marzo 2010
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              Scritta da: annysea
              in Poesie (Poesie personali)

              La stagione delle nevi

              Agili le tue mani
              scioglievano il nodo
              dell'inverno,
              il grumo di pianto
              nella gola.
              Seduzione di sole
              la carezza che schiude
              i nidi e poi le tane
              e fa fiorire i crochi nelle aiuole.
              L'approdo esplicitato
              esplode con la cascata di glicini
              al balcone.
              È tempo di riporre l'arcolaio
              che aggomitolò
              la stagione delle nevi.
              Amore,
              il tuo nome sa di acque torrentizie,
              il tuo nome riconduce sembianze
              dell'albero silvestre
              che fiorisce ai margini del fiume,
              domicilia presso la polla sorgiva.
              Si fonde ancora
              sogno e incantamento,
              con un sol canto,
              il tuo nome e il vento.
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                Scritta da: Umberto Zavagno
                in Poesie (Poesie personali)

                l elicottero

                Ogni volta che sento il rumore
                distolgo lo sguardo
                e mi stringe il cuore
                forse eri uno di quelli
                che cantava e rideva nell'ombra
                o parlava di abissi e ghiacciai
                forse ho sentito il tuo sudore
                ti ho incrociato lungo la via
                di sicuro eri un amico
                pronto a dividere il succo o il pane
                con chi accetta la sfida
                non importa se qualcosa fuggivi
                se trovavi difficile chiarire
                in questo mondo dove ognuno vuole
                difficile trovare l'intesa
                ma qui si trova l'accordo
                avendo un solo nemico
                non e'la montagna che gelida o calda si offre
                come una donna distesa dormiente
                che devi sfiorare con cura
                altrimenti con ira si volta
                ma l'amaro destino
                che ognuno attende
                anche dietro una porta.
                Composta sabato 13 marzo 2010
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                  Scritta da: Umberto Zavagno
                  in Poesie (Poesie personali)

                  Notte brava

                  La coca è ancora li
                  anche tu
                  ma non sul tavolo
                  nuda
                  gambe aperte
                  il sangue che ti cola
                  la bottiglia vuota
                  le braccia inerti
                  le bolle che ti escono
                  fai schifo
                  son caduto in basso
                  quel ventre molliccio
                  le tette flosce
                  fortuna la vista è andata
                  non vedo la pelle grinzosa
                  le tue cosce sembrano cuscini
                  vorrei raggiungerti ancora
                  la stanza non sta ferma
                  guardo le mie mani
                  conto
                  meglio prendere la scopa
                  sei pesante da spazzare
                  rotoli giù
                  le corde del mocio
                  son meglio dei tuoi capelli
                  il divano è lì
                  ormai da buttare
                  protesti per terra
                  le gambe scomposte
                  allunghi una mano
                  la bottiglia è vuota
                  rotola lontano
                  mi guardo in basso
                  fra una cosa e l'altra
                  ancora è servito
                  il bianco e il blu
                  fanno un bell'effetto
                  entrasse mia suocera
                  sarebbe la fine.
                  Composta mercoledì 10 gennaio 2001
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