Poesie personali


in Poesie (Poesie personali)

Oceano

Oceano...
esteso...
così vasto...
immenso... respiro pensieri... sono onde
che bagnano sabbia bianca... pallida come il vuoto che provavo
sabbia scura...
vulcanica...
esplosioni di fuoco...
schizzi di acqua...
soffio di vento...
ed io mi sento così tremendamente viva...
volo sull'oceano...
volo sugli oceani...
atlantico...
pacifico...
indiano...
limpide acque...
oscure acque...
e li, immaginavo il tuo sentire...
in quei luoghi...
in quel pulsare pieno di libertà
immaginavo il loro attraversarti...
il loro entrarti dentro...
il loro trasformarsi...
sinuosi...
tempestosi...
sereni...
agitati...
come le tue percezioni...
come potessi sentirle vibrare accanto a me...
stati d'animo...
come potesse essere persino fisico il loro spargersi nell'aria circostante...
sola...
sento...
non so cosa...
l'amore...
la passione...
che io ho per te...
mi travolge la paura...
notte sull'oceano...
e tu sei un pensiero notturno,
adesso,
nella tela di un sentire un po' caotico
si, perché la tua intensità e un po' come quella che ha la notte...
e io bevo la notte...
sento...
confusa...
afferro...
semplici parole...
soffia così forte il vento
e così forte la tempesta... sento la tua voce...
profondamente toccata...
echi profondi dall'oceano
intensi...
sputati fuori
dall'abisso...
dal terrore...
dall'amore...
dalla compassione...
e un sogno... e il vero...
mi sento saziata...
si placa la tempesta...
oceani distesi come tappeti persiani...
intensi suoni...
un miscuglio...
che vivo...
nel buio,
nel color incerto,
nel mistero,
chiamato notte,
dove esiste il tutto e il nulla...
oceano...
silenzioso...
profondo.
Composta domenica 12 ottobre 2008
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    Scritta da: monster
    in Poesie (Poesie personali)
    Le frequenze disturbate di una vita in divenire mi scompongono e ricompongono un tracciato dai confini labili...
    le mille sfumature a cui presto lo sguardo si disperdono per poi rapprendersi, svaniscono per poi tornarmi ad invadere i sensi.
    La vita è di volta in volta una linea sinuosa, una spirale, una traccia
    distesa...
    Ora so che non esistono traguardi verso i quali inerpicare le braccia,
    ma solo la coscienza di un equilibrio esatto... la fluidità di un percorso
    levigato dal mio passo...
    Ma nuovamente il tutto sembra confondersi ed inesorabilmente tornare
    a confondermi.
    Mi chiedo, ora, quale ispirazione allora possa indurre l'acqua d'un fiume a raggiungere il mare, solo per poi continuare a sbattere a riva...
    e ancora perché, seduto su questa stessa riva, non riesca a fare a meno
    di raccogliere un pugno di sabbia, lasciarlo scomparire tra le dita... per poi raccoglierlo ancora.
    Composta giovedì 18 marzo 2010
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