Poesie personali


Scritta da: Irene
in Poesie (Poesie personali)

E mi ritroverai nel tempo

Naviga il mar dell'anima mia
tra impetuose onde... tempeste
e mari calmi...
potrai provar l'ebrezza
di emozioni ancora ignote
beatitudine... paura e desiderio...
dissetati alla fonte dell'oblio...
fa che ogni goccia
si muti in sentimento...
ed ogni lacrima in fiore...
tappeti di colori
e brividi pungenti...
e nella notte dei ricordi
tristezza non sarà di questo cuore...
ed il cuor tuo si chinerà
si schiuderà come una rosa al sole
nell'umiltà di aver goduto
di così tanta vita...
amami... e perditi...
e mi ritroverai nel tempo.
Composta lunedì 15 marzo 2010
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    Scritta da: Francesca Zangrandi
    in Poesie (Poesie personali)
    La nostra vita è fatta di ruoli e di attese.
    C'è il ruolo di figlia, che può essere quello di una figlia brava o ribelle, con l'attesa di divenire adulta.
    C'è il ruolo della studentessa, modello o menefreghista, con l'attesa di capire la propria strada.
    C'è il ruolo della madre in fila a fare la spesa, di fretta e stressata o rilassata e spensierata, con l'attesa di arrivare alla cassa e pagare.
    Siamo ruoli che si susseguono con attese complessivamente più lunghe della nostra vita.
    Ma il ruolo più brutto e l'attesa più brutta è quando non sai come andrà a finire la vita di una persona a te cara.
    Il mio ruolo è quello di una nipote spaventata e la mia attesa è quella di una bambina che chiede risposte e non ne ha.
    I miei ruoli variano dall'egoismo al vero e puro dispiacere, la mia attesa è un momento di beatitudine e di incertezze.
    La nostra vita è fatta di ruoli e di attese...
    e noi non possiamo far altro che interpretare il nostro ruolo e attendere.
    Composta lunedì 15 marzo 2010
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      Scritta da: Cristina
      in Poesie (Poesie personali)

      Verso l'infinito

      Momenti di esistenza
      si intrecciano fitti
      come reti impenetrabili
      senza luce ne illusioni.
      Alla deriva cosciente
      senza timone
      verso rotte ignote
      e profondità immense.
      Creature umane
      si affannano attorno,
      sorridono,
      cantano il loro affetto,
      abbracciando la materia
      che un tempo è stata corpo
      sogni, speranze, amore.
      Tutto adesso è polvere
      regalo del male
      che nutre anime tormentate
      vendute all'odio e all'io prepotente,
      miserabile, infame.
      Si alza il vento possente
      le nubi.
      Fino alla prossima fermata, infinita;
      le profondità cullano uno spirito
      che desiderava sorridere alla vita.
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        Scritta da: Sir Jo Black
        in Poesie (Poesie personali)

        Banchina

        Cielo grigio
        nere nuvole incombono.
        Luci gialle.
        Bianco sporco margine,
        grigio marciapiede.
        Lato dei binari.

        Binari scorrono ai limiti,
        indicano lontano.

        Gocce sulle cose,
        acqua algida,
        piove minimo sulle persone.

        Passi ai ripari.

        Sera...
        sempre più scura.

        Attese.
        Sguardi vuoti,
        silenzi di noia.

        Silenzi rotti:
        fragore di metallo,
        di luci bianche
        feriscono la sera.

        Nuove porte aperte.
        Escono arrivi, ritorni.
        Entrano ritorni, partenze.

        Luce verde...
        urlo d'acciaio,
        ... luce rossa
        ricuce il silenzio.

        Gocce sulle cose,
        acqua algida,
        piove minimo sul silenzio.

        Poi:
        nuovi passi,
        attese,
        sguardi vuoti,
        silenzi di noia...

        Silenzi rotti

        ... anche domani.
        Composta lunedì 1 febbraio 2010
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          Scritta da: Davide Bidin
          in Poesie (Poesie personali)

          Roma in un Meriggio di Marzo

          Sole penetrante sul viso
          Capelli che s'agitano scossi
          Il vento accarezza copioso
          Pallido splendore dagli occhi

          Roma da un ponte ammirata
          Tevere che s'agita timido
          Le onde paonazze nascondono
          Un caldo segreto

          Una lucertola tra le sterpi
          Striscia sibilante al mio passo
          Corre a celarsi
          Libera dietro le fronde

          i gabbiani rumoreggiano in cerca di prede
          i flutti reclamano l'agognato mare
          Le macchine al passaggio stridono
          e io rimango, fisso, a pensare

          Quante anime han solcato
          Questo passo che tace
          Chi s'è costretto, oppur per mero diletto
          d'innanzi s'è trovato a passare?

          Io
          Chi sono per professare
          Tale immane paura di sereno?
          Tale baleno?

          Chi Io
          Rappresento in questo piano?
          Son solo l'onda più mesta
          Che s'infrange pacata

          Ma accetta la vista
          Di chi percorrendo il marmo bollente
          s'è seduto tra la polvere e il saluto
          a scrivere con penna su foglio

          t'amo giornata mia così solitaria
          t'amo attimo di brezza mite
          e ancora t'amo momento lieto sì raro
          Di fiume e sterpi chel sereno a me unite

          Finisco il salasso dal fiume
          Concludo la riflessione
          Questo sole calerà come sempre
          Ma l'impresso resterà come dono

          Di un Meriggio a Roma di Marzo.
          Composta sabato 13 marzo 2010
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            Scritta da: Franco Mastroianni
            in Poesie (Poesie personali)

            Questo tempo

            Parlare e ridere di noi
            di
            come questo tempo
            abbia lottato invano

            parlare lasciando
            le parole a riposare
            ed
            ascoltare il cuore

            parlare e ridere di noi
            di
            ciò che non abbiamo visto
            di
            come un modo di parlare
            un gesto
            riportino alla mente
            un gusto.

            E siamo ancora qui a parlare
            e a ridere di noi
            di come questo tempo
            abbia lottato invano.

            Guarda

            il cuore tuo
            è
            ancora qui.

            Nella mia mano.
            Composta domenica 14 marzo 2010
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