Poesie personali


in Poesie (Poesie personali)

È umiliante

Prendere calci sul muso
mentre le mani stringono le caviglie
e supplicano di non voltare le spalle

Continuare a urlare "ti amo"
mentre il tuo sorriso ironico
ricorda un'unione dissolta

Sperare
che il nero torni ad essere grigio
i colori sono sempre stati una fantasia

Credere
che il futuro torni a morire
e il nulla, a far rivivere

Amare chi non ti ama
e illudersi
che domani possa cambiare

Strisciare come serpe
alla ricerca dell'antidoto
per un'insignificante vita

è umiliante

Ma se smettessi...
non avrei più speranza
di rivederti al mio fianco.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie personali)

    A Rita e Jean

    Molte notti le ho trascorse
    a cancellare ricordi
    per sopravvivere senza di voi.
    Ho cancellato parole imparate
    note di violino suonate
    canzoni ascoltate con troppo amore.

    Ho sentito la distanza
    dell'oceano dividerci
    ma senza mai dividerci davvero,
    uniti nel cuore e nell'anima
    da troppo amore ricevuto e dato.

    Ho versato lacrime aspettando di riabbracciarvi
    sognando con un sorriso quel momento.
    Per non morire lentamente.

    Ed ora con immenso amore ricordo ogni istante
    passato con voi e a giocare, ad ascoltare
    i silenzi e le favole della vita.

    Ho ricevuto da voi amore
    più di quanto l'amore possa dare
    più di quanto chiunque possa mai amare.

    Ho avuto due madri e due padri
    e dir chi più ho amato sarebbe inutile
    ingiusto, incomprensibile.
    Così conservo il segreto fra le pareti del cuore,
    laddove non servono le parole.

    Non so se avete mai compreso l'intensità
    di ciò che mi avete dato in dono,
    se avete compreso la forza
    di ciò che mi avete lasciato
    e con quanto amore vi ricordo.
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      in Poesie (Poesie personali)

      Goccia

      Goccia,
      timida rugiada
      riposa sulla rosea superficie,
      accogli il primo raggio del sole
      e scaldati in attesa che arrivi la rugiada del mattino che è davanti a te
      Goccia,
      maestosa regina
      governa l'essere umano,
      imprigionalo nella caverna del cuore
      rendendolo cieco
      davanti allo splendore della natura.
      Composta venerdì 12 marzo 2010
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        Scritta da: coccinella 80
        in Poesie (Poesie personali)
        Muoio senza te ogni giorno
        ed il respiro si fa più lento.
        Muoio per te ogni momento
        e non so dirtelo
        e sorrido distratta alla gente
        che mi vede
        viverti accanto
        e crede che io sia forte.
        Muoio insieme a te ogni istante:
        la mia vita se ne fugge
        goccia a goccia
        come la pioggia scivola dal vetro
        ed io non so e non voglio trattenerla,
        distillato potente di dolore
        e di angoscia.
        Muoio e divento pietra
        più simile ad un muro
        ad una statua:
        è il dolore che mi attraversa
        che mi tiene ritta in piedi
        che mi fa camminare;
        occhi vuoti di speranza,
        non so più vedere
        oltre le pareti di questa casa.
        Muoio e continuo la mia vita
        perché nessuno si accorga
        che il mio cuore non pulsa
        che il mio sangue si è fermato
        che non c'è un alito di vita
        in questa corazza vuota.
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          Scritta da: Dora
          in Poesie (Poesie personali)

          La parola più bella...

          La prima parola che ho pronunciato
          quella che urlo se sono spaventata
          che sussurro se sono felice
          che invoco se sto male
          nella quale cerco conforto se sono scoraggiata
          che ascolto tutti i giorni
          perché così vengo chiamata
          la parola con cui mi rivolgo
          alla persona da me più amata
          Due sillabe facili da dire
          in tutte le lingue del mondo quasi uguale
          la parola più dolce da pronunciare...
          mamma, sinonimo di vita.
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            Scritta da: coccinella 80
            in Poesie (Poesie personali)
            Luce del mio mattino
            piccola goccia del mio sangue
            tramutata in carne
            e poi evaporata via
            il silenzio che mi hai lasciato
            dentro non si colma
            e il tuo vuoto mi toglie il respiro
            perché il mio cuore si fermò
            assieme al tuo:
            mille dei miei battiti
            per uno solo dei tuoi
            ma non basta volerlo.
            Piccoli e delicati
            si sono spenti da soli
            come minuscole gocce di rugiada
            sulle foglie a primavera
            ed io non so quando
            né dove né come
            Oh se avessi almeno potuto cullarti
            se avessi potuto nutrirti del mio coraggio
            del mio sangue del mio nettare
            se avessi potuto trattenerti
            oppure lasciarti andare tenendoti per mano
            come le madri sanno fare quando si deve...
            ma il tuo silenzio improvviso ha spento in me ogni voce
            e dentro ogni cosa tace profonda.
            La vita ti ha strappato via
            con mani freddissime
            ed insieme anche il mio calore:
            la sapiente mano della nutrice
            che ci mette al mondo
            e con l'inganno poi ci uccide
            di morte lentissima e feroce!
            A te il mio tepore
            a te il mio respiro caldo
            a te il mio tocco lieve
            a consolarti della mia incolpevole assenza
            a te il mio cuore
            la mia anima
            a te il mio dolore
            infinito lacerante
            dalle viscere dal cuore dal petto
            perché non è naturale
            che io esista se tu non puoi.
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              Scritta da: Rosita Matera
              in Poesie (Poesie personali)

              In prima pagina

              D'un tratto,
              sentieri
              s'aprono a schiere
              e prepotenti colorano l'aria,
              facendo promesse di liete corolle,
              parlando animosi coi giorni a venire.

              "D'un botto, oggi è scoppiata la pace!"
              Scrivono i fiori in prima pagina.

              Stamane,
              non ci crederete,
              ha bussato ad un vetro della finestra sospesa,
              un ramo di pesco, ormai troppo cresciuto
              che voleva giocare col raggio di sole,
              e con la mia mano, che trema ancora
              per il verso scivolato da quei petali rosa...
              e tra le parole, volando s'intrecciano, ad acquerelli dipinti nel cielo.
              Composta venerdì 12 marzo 2010
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                Scritta da: Umberto Zavagno
                in Poesie (Poesie personali)

                Sesso profondo

                Le acque si infrangono sul ruvido scoglio
                e si dividono per correre e spegnersi a riva
                così
                le mie mani scendendo sul tuo collo
                e si dividono sui tuoi seni veementi.
                La mia lingua si stampa sulle tue labbra
                e scende umida seguendo le mani
                i due petti si incontrano
                e scivolano via dolcemente
                nell'umido sudore dell'amore.
                Ma le mani arrivano prima
                e per prime sentono il calore
                e si tuffano in quella selva rossiccia
                aprendola
                e la lingua vorace
                si infila all'invito
                vibra e si contorce nel umido buco
                dischiuso all'amore
                e mentre la mia carne riempie la tua bocca
                stringo i tuoi fianchi
                ti mordo, ti bacio, ti penetro.
                Il tempo si ferma
                l'aria si riempie di gemiti
                i corpi sussultano
                si arcuano si fondono
                le mani corrono frenetiche
                le bocche si ritrovano
                e la mia carne rientra nella tua
                come il mare esaurisce la sua corsa
                deponendo la sua acqua a riva
                io mi esaurisco deponendo la mia.
                Composta giovedì 3 luglio 2008
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                  Scritta da: Umberto Zavagno
                  in Poesie (Poesie personali)

                  L'inutile ritorno

                  Bella eri nel tuo dolore
                  gli occhi brillavano sulla tua impazienza
                  mi piacevi molto di più
                  con quei capelli zingari
                  e gli occhi scuri
                  ti strinsi come la prima volta
                  ma ti abbandonai in quella stanza
                  non volli sentire
                  la tua voglia di vivere era la mia
                  ma sapevo
                  di stringere una foglia appassita
                  che presto il vento
                  avrebbe disperso in pezzi diversi
                  e io
                  impotente a guardare
                  incrociai il tuo sguardo
                  il sorriso forzato
                  la fierezza del volto
                  andiamo
                  qualcuno gestisce il nostro destino
                  puoi solo dire:
                  andiamo
                  non ti vidi partire questa volta
                  quel salame tagliato
                  quelle foto rubate e perdute
                  vivono nel mio cuore
                  quella scura maglietta
                  si in volo sparisci
                  le lacrime si asciugano
                  c'è sempre un posto per te
                  nella mia piccola casa.
                  Composta domenica 19 agosto 2007
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