Caro Papà ti voglio bene, anche se mai l'ho detto l'ho tenuto sempre per me stretto, nascosto Un po' per vergogna, per la mia forte sensibilità Ti ho sempre guardato come un grande albero forte, robusto. Ora che i segni dei tuoi anni hanno scolpito il tuo viso hanno imbiancato i capelli hanno impigrito le tue mani. Vederti seduto attonito aspettarmi davanti ad una stufa che riscalda il tuo corpo infreddolito. Mi son detta quanto io abbia sbagliato tenendo dentro quel sentimento oggi il mio pentimento per non averti detto papà ti voglio bene.
Caro Papà, ti scrivo questa lettera, che forse mai riceverai. Vorrei riuscire a dirtelo di persona ora ancora non riesco
Questo è il mio cuore si apre stamane a te ha voglia di dirti quanto amore io provo per te Tu sei la forza tu sei la roccia tu sei quel amore che ogni figlio vuole con se tu sei l'esempio tu sei la ragione tu sei la mano che io chiedo tu sei il pilastro della famiglia tu sei tutto l'amore che vuole una figlia tu sei il passato, il presente, il futuro tu sei stato il rifugio di quand'ero piccolina tu sei stato la figura al di sopra di tutte da rispettare tu sei oggi il silenzio attonito, da voler coccolare Padre mio, perdonami per quanti affanni Stringimi a te, ancora in questi pochi anni Spero altri cento, senza danni Scrolliamo di dosso, tutto il paradosso Questo è il mio cuore papà, che parla con amore Perdono Papà per non averlo mai detto prima Fiorisca una rosa si estirpa la spina ricominciamo tutto da quand'ero bambina.
Nella tua insulsa e precaria insensibilità fluisci in un dilemma tanto strano e tanto inetto. Tuoi vaganti occhi blu ora han trovato ipocrisia e lì ci resteranno ad aspettare e a custodire la tua vera ricerca: il vuoto.
Figlio, sei venuto un giorno di settembre negli occhi avevi il buio nel cuore non c'era amore mi hai detto "Mamma aiuto" qualcosa mi ha confuso: idee irriverenti, parole sofferenti, in una notte che tutto portava via, pioggia, vento, tutto un tormento. Il mio cuore sofferente, perché, vedevo mio figlio diventato un tossicodipendente. Mamma aiuto quello non è zucchero vanigliato ma droga maledetta, che sembra borotalco ma è solo polvere, polvere di morte che ti porta alla deriva in un mare di follia. Eccomi... figlio mio dammi il tuo dolore, stringi le mie mani, cuore di mamma non sarai mai solo il cammino sarà lungo, ma insieme e con coraggio con la pioggia, sole e vento, è come la neve rigida e bianca, sconfiggeremo quella maledetta polvere bianca.
Donna, primo fiore del mattino Donna luce abbagliante del gigante Donna, sospiro d'amore Donna, intrepida passione Donna, di te un magico mondo dell'amore Donna, giglio bianco Donna, il tuo silenzio si chiama orrore! Donna, difendi la tua voce Donna, difendi il tuo onore Donna, dai magici occhi Donna, accarezza la tua pelle Donna, fa scivolare tutto Donna, rispetta la tua gemella Donna, apri le braccia al mondo Donna, torna ad amarti Donna, non sei più sola siamo in tante amati.
È stato facile... amarti. È stato tsunami di sensazioni Travolgente, senza ripensamenti. Ogni ostacolo infranto dal sorriso, che imbrigliava il tempo. L'emozione come febbre che allontanava realtà. Giorni di volo d'angelo su spazi immortali, anima che dondolava alle parole. Corse immaginarie sull'erba tra fiori sbocciati anzitempo per una primavera indifferente all'autunno.
Assaporo tratti di vita che riflettono su di una luna incontaminata. Vecchie ruggini germogliano nella mia mente lontani ricordi, oramai orma in una spiaggia sparita. Onda silente che muore e nasce, lambisce le mie paure regalandomi speranza e delusione, regalandomi desiderio di vita... desidero di morte. Nascosta tra le piega di questa lacrima che stenta a evaporare cerco il tuo sorriso che profuma di vita che profuma d'emozione e che mi regala un nuovo giorno di speranza.
Se dovessi perdere il tuo sorriso, per una lacrima di gioia, dimenticare i momenti passati con te, nemmeno il paradiso guarirebbe l'inferno che c'è dentro me, brucerei questo cuore se avessi un perché, ma le sue ceneri di dolore si poserebbero su di te.
Senza amore, senza il calore di un abbraccio vero, sincero, senza uno sguardo affettuoso, da soli ci si perde nei pensieri, nelle malinconie, nelle nostalgie, e si muore lentamente.