Come sabbia mi scorri sulla pelle mi graffi nei solchi dorati imperlati di sudore profumo di sandalo mi prende suggerisce nostalgia E inciampa la notte e il suono...
Essenze pure di vitalità mine vaganti cariche di serenità orti dell'anima seminati con amore zolle di fantasia si riscaldano ai raggi del sole illese le parole che non conoscono dolore ombre festose danzano ascoltando vibrazioni chiusi gli accessi alle false sensazioni il cuore vive... grazie alle emozioni.
Il peso che porti a me è grato, o Luna. O Luna, che ti rispecchi in questo fiume nero. Io mi chiedo perché tu, bella e portatrice di luce su questa desolata ed oscura, perdi tempo a rispecchiarti in un fiume, di cui nessuno mai assaporerà l'acqua pura?
I giorni di sole caldo sono ormai passati. Il freddo sfiora la mia pelle e la pioggia bagna i miei capelli. L'arcobaleno, prego, di ritornare presto. Alberi spogli e foglie in aria. Rimane un grande vuoto intorno che ha sapore di nostalgia.
Inverno che geli le strade. Inverno che geli la mente. Inverno che spegni tutto, c'è nebbia con qualche spiraglio di luce. Trema la gente al tuo arrivo, coperta dai brividi che porti, in città non c'è nessuno.
Un mistero di silenzio ci separa mentr'io ti sento ancor più vicina, nei paraggi dell'esistenza.
Nelle tue labbra ordinatrici trova ordine la mia vita; le tue parole racchiudono inesplicabili spazi, varcando senza vesti profondissime gote ed indugiando librate nell'aria (come aloni sospirati dal vento... ).
La mia voce tremante s'incatena alla tua suadente; in ogni mio pensiero converge un brivido in fiamme, mentre il mediterraneo delle mie labbra emette scintille di fuoco -per te-.
Ti ho vista, in un momento ti sei persa; mi ungesti di luce e in un attimo i miei occhi presero la forma dei tuoi sguardi, liberando per te sguardi d'Amore incontrollati (vetri spezzati che si specchiano, granelli di sabbia che si bagnano... ).
Un linguaggio ancestrale trasuda dal tuo sorriso, mentre la mia mano - impigliata nella rete di oggi e di ieri - è ancora riversa sulla tua, rifugiandosi in una valle d'eternità e d'immenso...
Imprigionato ai tuoi passi seguo la tua ombra in simbiosi; ogni carezza -freccia puntata d'ogni tentazione- permuta il dolore represso in un grido, mentr'io raccolgo un fiore bianco di magnolia per ritrarti un'altra volta.
Abbattuti muri di resistenza, tolgo il sonno alle labbra, supero ogni lecito confine, perché un bacio ricopra la distanza che rimane tra la tua Amicizia ed il mio Amore! Ed intanto sento sprofondare sotto me un vuoto cresciuto all'altezza esatta del piacere (pozione segreta da bere - rabbrividendo - in fretta).
Addormentata nella strada d'un sogno, rivedo te ogni giorno nell'orbita di gesti non compiuti, di sguardi non sferzati; la notte il rosso dei miei pensieri tinge le tue vesti di carne per dare l'ultimo tocco alla tela che ti ritrae folgorante (scintilla di sole pronta ad infiammare il cielo! ).
Il nostro Amore rimarrà il sogno irrealizzato d'un bambino, il volo accennato d'un gabbiano, il frutto non raccolto d'un giardino, perché noi siamo come due abissi che s'incontrano: un pozzo senza luce che fissa il suo cielo senza fondo...
Ci sono giorni in cui non vorrei essere ciò che sento di essere. Vorrei potermi guardare allo specchio, e vedere solo la mia immagine riflessa.
Vorrei confondermi tra la folla, godendo del nulla. Senza più nulla vedere, né sentire. Senza più nulla da dare, né da chiedere.
E ci sono notti in cui non vorrei avere tutto questo fuoco, che mi accende violentemente l'anima. Vorrei poter incatenare i sogni, i desideri ed i pensieri... legarli ad una pietra e gettarli giù, nell'angolo più remoto dell'anima.
Vorrei non avere ali, e cercare nelle tasche le mie stelle...
Ma al sorgere del sole, torno a desiderare di riuscire ancora a desiderare...
E torno ad essere semplicemente, profondamente, e inevitabilmente me stessa.