Poesie personali


Scritta da: ambrystar
in Poesie (Poesie personali)

Non voglio capire

Non voglio sapere,
non voglio sentire le tue ragioni...
sono solo parole e parole
frasi inutili ed insulse che ti escono dalla testa
xk tu non hai un cuore.
Le dici solo per metterti la coscenza a posto.
Di tutte le tue scuse, di tutti i tuoi motivi, pensieri ed emozioni...
io sento solo parole senza senso.
Sai dire solo questo.
Non sai promettere perché non sai mantenere
mi hai fatto male tante volte
mi hai fatto versare innumerevoli lacrime
lacrime che non ti meriti
che io non merito di versare
per me ormai sei solo polvere: una passata e vai via...
ma il brutto è che la polvere ritorna sempre...
perché è fastidiosa...
ma io sono migliore di te
io sò ammettere quando sbaglio
tu no
tu ti credi perfetto, superiore a tutto e a tutti.
Credi che tutto ti sia dovuto, ma non è così!
Ora ti guardo e mi fai solo pena.
Certo, a volte mi capita di pensare a noi due e a quello che eravamo.
E allora non auguro a nesuno al male che tu hai fatto a me...
ti riguardo una seconda volta, e non mi fai più pena...
mi disgusti...
perché io ho sempre odiato la sporco...
specialmente la polvere.
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    Scritta da: Luca Bruno
    in Poesie (Poesie personali)

    Il mondo e la coccinella

    Scende la sera
    ritorna il freddo
    che attanaglia le persone vuote
    lo sguardo fisso nel vuoto
    la testa avvolta da mille pensieri
    tanti robot
    senza sentimenti
    e io
    una coccinella tra gli scarafaggi
    vivo al di fuori di questo mondo
    in un mondo interiore
    dove son felice
    perché ci siamo solo io e te
    fiorellino mio
    governati da un'unica legge
    l'amore.
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      Scritta da: Luca Bruno
      in Poesie (Poesie personali)

      Tra paradiso e inferno

      Tanto ti amai
      e tanto ti amo ancora
      dolce luce
      che illuminandomi
      gli occhi
      un mondo nuovo mi presenti
      pieno di vita
      differente dalla cupidigia ed all'oscurità
      di cui i miei occhi erano coperti
      ti cerco
      lucciola mia
      mi hai donato la luce
      e sei sparita
      mischiandoti tra l'immensità di questa luce
      vorrei ringraziarti
      e ti cerco
      piango
      come fa un essere nella purezza più assoluta a provare tanta tristezza?
      Anche se sono in paradiso
      mi sento all'inferno
      senza vederti
      toccarti
      sentirti
      amarti.
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        in Poesie (Poesie personali)

        Nitori oscuri

        Come acqua diretta al mare
        dolente e esausta
        pazza di sé al nulla
        scorre la vita;
        fuscello di anni seccati
        si impiglia riemerge e fluisce
        il relitto di essere in balia
        delle furie e del tempo
        ondeggia tra urti e gorghi
        alla deriva vanno fecali
        progetti e illusioni
        desideri e pazzi voli.
        Che abbiamo da guardare
        attristati o sgomenti:
        sapevamo già tutto!
        Breve intervallo
        di presenza e di luce
        durante il perdurare
        ci fu concesso nati vivi.
        A che l'urlo disperato
        davanti al cavo del vuoto
        nell'ultimo recesso
        dello spirito coinvolto
        nel degrado della carne?
        Frammenti, minuzie,
        a-valenti atomi bruti
        poi più nulla resta
        di noi umani sospesi
        nell'insieme abolito
        di cielo e terra.
        Non si può mangiare
        un dolce senza consumarlo
        vivere senza morire
        amare senza soffrire
        restare nubili di speranze.
        È cosi! Tanto è dato
        niente pesa come il niente
        e non si possono
        stipulare accordi
        su inizio e fine
        tema e trama
        con l'Inconoscibile:
        questo è il suo
        e il nostro limite.
        Passano in un'aria di piombo
        continuano a passare come noi
        in alto le nuvole senza rumore
        dileguate e irraggiunte
        nel placido azzurro del cielo.
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          Scritta da: austriaca64
          in Poesie (Poesie personali)

          Senso di colpa

          Senso di colpa,
          maledettamente difficile di sopportarlo,
          fa male e rode dentro la tua anima,
          chiudi gli occhi, non ci penso, cerco di non pensare, ma
          eccolo qua, due occhi fulminanti, penetranti e senza pietà
          che ti guardano dal interno delle palpebre, apro gli occhi, un sapore
          sgradevole, nel mio interno mi sento cadere in un pozzo senza fondo,
          il conforto si fa strada nella mia anima, pensieri, lontananza, ferite non
          macinate ancora dolorante... il desiderio di non pensarci,
          lavanda, camomilla, valeriana, sono loro la compagnia notturno, sono
          loro che si impegnano a cacciare via,
          il brutto sapore... del senso di colpa.
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            Scritta da: Alessandro Bonfanti
            in Poesie (Poesie personali)

            Tentativo di traduzione di una favola

            Cos'hai perso della favola della vita?
            Io mi chiedo.
            Te lo ricordi il profumo del grano,
            l'oceano di un tronco d'albero
            e la saggezza di una roccia,
            te la ricordi?
            Il tubare fra le foglie del vento,
            l'aurora di un monastero abbandonato,
            la mano di tuo figlio
            e la voce di tuo fratello
            te la ricordi,
            te la ricordi la voce di tuo fratello?
            So che potrò dirti poco con queste parole,
            so che potrò dirti molto con queste parole;
            le poesie sono democratiche,
            perché lasciano a te l'immaginazione,
            il messaggio non si completa senza la tua complicità.
            Per questo le poesie sono pericolose
            come è pericoloso il vento,
            come lo è la rugiada,
            come lo sono i Libri e la Musica,
            lasciano pensare
            e immaginare
            immaginare qualcosa di diverso,
            immaginare qualcuno di diverso
            e questo non piace oggi.
            Non piace a chi ti ha già impacchettato,
            inscatolato i tuoi gusti
            e le tue emozioni.
            Pensando che non esista più nulla al di fuori di questo.
            E invece tu dimostralo, se vuoi.
            Traducilo il linguaggi sconosciuti che io non so parlare
            e stringimi forte perché io sappia ascoltare
            ma aggiungi sempre qualcosa di tuo
            e poi Immagina,
            Pensa.
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              Scritta da: Cristina
              in Poesie (Poesie personali)

              Al giro di boa

              Credevo fossi speciale,
              che mi donassi i migliori battiti del tuo cuore.
              Credevo fossi vero,
              che non conoscessi la menzogna.
              Credevo fossi un uomo,
              che amasse la lealtà.
              Ora non credo, non spero.
              Pensavo di non potermi bastare,
              di temere la solitudine.
              Pensavo di non poter stare in piedi da sola,
              di cadere al primo ostacolo.
              Pensavo di arrenderemi alle avversità,
              di lasciare l'ultima parola alla rassegnazione.
              Ora no.
              La luce ha vinto la sua battaglia ed io con lei.
              Nuovi occhi e nuove consapevolezze,
              speranze giovani e desideri mai spenti
              in una nuova fase matura e consapevole.
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                Scritta da: Cristina
                in Poesie (Poesie personali)
                Libera la mia mente... consentile di pensare ancora.
                Spazza via gli orrori dalla mia anima... donale un nuovo respiro.
                Scivola sul mio cuore... insegnagli a battere di nuovo.
                Goccia pura e lieve,
                lava le lacrime che solcano il mio viso
                spegni la fiamma del risentimento,
                dona speranza nuova ai miei occhi
                ogni giorno più stanchi.
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                  Scritta da: Antonino Gatto
                  in Poesie (Poesie personali)

                  Una fiaba nel vento

                  C'era una volta mi disse mia Nonna,
                  mentre tesseva una maglia di lana,
                  una donzella senza minigonna,
                  ma due occhioni azzurri ed una lunga sottana.

                  Era d'estate e tornava dai campi,
                  con la stanchezza d'un uomo maturo,
                  portava seco, un cesto sui fianchi,
                  con dentro spighe di grano duro.

                  Non vi era luce nel suo casolare,
                  ne tantomeno oggetti preziosi,
                  ma c'era sempre qualcosa da fare,
                  prima di spegnere quei corpi affannosi.

                  C'era il rispetto per il povero anziano,
                  e tanto lavoro di grande fatica,
                  non c'era il contratto ma la stretta di mano,
                  macedonia di more e sciampo all'ortica.

                  La domenica a messa, col vestito stirato,
                  profumo di cenere, ma d'un bianco innevato,
                  i bimbi per strada sul terriccio assolato,
                  a piedi nudi correvano, cavalcando il selciato.

                  Era bello davvero, mi diceva ridendo,
                  lo leggevo nei suoi occhi colore di mare,
                  ed io la ascoltavo ogni tanto prendendo,
                  le sue tenere mani per non farle tremare.

                  C'era una volta in un tempo passato,
                  la gioia e la vita che qualcuno ha scordato,
                  ma forse c'è ancora in questo momento
                  un bimbo che ascolta questa fiaba nel vento.
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