Ti sentisti amata e felice nei miei giorni bui,
quando avresti dovuto illuminarmi la via.
Cantasti cantilene ogni notte,
per farmi addormentare sereno tra i tuoi incubi;
Cucinasti; servisti al mio cuore affamato, tenere menzogne d'amore.
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Ti sentisti amata e felice nei miei giorni bui,
quando avresti dovuto illuminarmi la via.
Cantasti cantilene ogni notte,
per farmi addormentare sereno tra i tuoi incubi;
Cucinasti; servisti al mio cuore affamato, tenere menzogne d'amore.
Venni a Lourdes con animo inquieto,
ma non v'era il buio dentro di me,
cercavo solo uno spiraglio
per liberarmi dalle pene.
Quel giorno tiepido di Maggio,
dietro ad una processione di fedeli
lenta,
assorta,
interminabile,
ti miravo da lontano posta nella nicchia
come icona di una rivelazione
e mi chiedevo se davvero c'eri.
All'istante una goccia,
come lacrima dalla pietra asciutta,
sul mio capo dubbioso sentii cadere,
fredda come ghiaccio,
pesante,
impossibile, perché
soltanto più in là
dalla roccia sotto i tuoi piedi,
grondava l'acqua.
Fu un bonario scapaccione
di madre al figlio,
come a dire eccomi, sono qui ad ascoltarti.
Sento ancora il gelido,
inspiegabile
tocco della tua mano, Maria,
monito materno a rafforzare la mia fede.
Avevi la fierezza di regina,
e la consapevolezza della tua femminilità,
eri madre dolce e severa insieme,
eri moglie sempre innamorata,
eri donna forte, coraggiosa,
lottavi per la vita e l'amore
e la tua presenza era lo scoglio
su cui poggiare le nostre ali
di bambini e poi di adulti.
La tua schiena aveva superato le fatiche,
la miseria e le difficoltà,
ma ti aveva mantenuta bella, la tua forza.
Il brio regalava un segno
indelebile sulle tue labbra,
anche quando il tempo
non aveva più clemenza
e il profumo di borotalco
ti rendeva fresca, sempre,
come un fiore appena colto,
anche quando il sonno eterno
ti ha portata via con sé.
Cumuli d'incertezza e paura di fragilità
si alternano, insistenti,
al coraggio di sopravvivere
sopra un campo minato
da incontrollabile follia,
la tua.
Tentennano le foglie
nell'impeto del vento,
metafora di lucida smania
a voler vedere rami spezzati
e arrendevole debolezza,
ma radici ben piantate
non si lasciano scalfire,
ben coperte da un manto
di solida determinazione
a voler combattere i soprusi
di stupide rivalse.
Il limbo dell'oblio
ferma la volontà della saggezza,
del perdono,
dei sentimenti
e resti imprigionato
da catene ossidate dal rancore,
dall'indifferenza,
dalla perseveranza a camminare
sulla strada della solitudine.
Un giorno non lontano
il vento dovrà frenare la sua ira,
perché anche tu sarai vecchio
e stanco
e solo,
e mai vincitore assoluto.
Sì, durante questi temporali
l'albero avrà perso qualche foglia,
sarà indebolito da ferite indelebili
futili trofei della tua ambizione,
ma almeno nelle ultime primavere
avrà di nuovo fiori
e canti di uccellini.
Vorrei saperti amare di più,
vorrei poter fare per te,
ancora di più,
e trattenere la stanchezza,
il nervoso,
il fardello dei miei anni,
la rabbia per una giornata
storta,
in cui sono di cattivo umore;
per te,
vorrei amarti di più,
e che tu lo capissi.
Normali,
che cosa vuol dire normali,
per tutta la vita ho cercato di
essere diverso,
di essere qualcuno;
e adesso non so più
cosa è normale;
adesso la normalità
ci sfugge,
per tutta la vita,
ho sognato la normalità,
una vita tranquilla,
posata;
normale,
ognuno lo è,
come vuole,
ognuno è se stesso,
con le sue peculiarità;
cosa vuol dire normale,
ognuno vive come vuole,
ognuno cerca la sua vita;
io sono quel che sono,
un poeta,
un artista,
un ciarlatano,
non sono mai stato normale;
sono un essere umano,
che cerca se stesso.
Forse una rosa e un bacio
ti porterò
in cambio del tuo canto,
nei sogni l'acqua scorre
copre lo specchio
il velo delle notti,
sento forte
una qualche primavera
negli spazi fioriti
del mio cuore,
perciò parto la sera
coi raggi dolci della falba luna,
seguo il tuo profumo
che mi tende la mano,
mi trascina tra le tue braccia
dove la terra nuda
stringerà tra vertigini i miei baci
per tramutare in gioia
tutta la solitudine del cuore.
Cerco il buio di una stanza,
di una finestra chiusa,
di una notte che avanza.
Un momento nel quale la luce cede il posto all'oscurità,
un momento nel quale
chiudere la mente al silenzio,
il momento nel quale il profumo delle tue mani
che accarezzano le mie
restituiscono agli occhi la loro luce
pur mantenendoli chiusi.
In una notte silente,
ascolto una voce
sussurrarmi
"mi manchi"
quasi come se lei fosse qui,
mi lascio abbandonare
nei miei sogni,
con indosso soltanto
l'amore che ha per me.
Tra le foglie i tuoi sorrisi,
tra le dita i tuoi capelli,
tra la pioggia con gli ombrelli.
La guardo mentre lei si volta,
corri, corri che ti bagni,
cosa le dici mentre le sorridi
la guardo sbalordito
come fosse la prima volta.