Poesie personali


Scritta da: Nadia Consani
in Poesie (Poesie personali)

La mano di maria

Venni a Lourdes con animo inquieto,
ma non v'era il buio dentro di me,
cercavo solo uno spiraglio
per liberarmi dalle pene.
Quel giorno tiepido di Maggio,
dietro ad una processione di fedeli
lenta,
assorta,
interminabile,
ti miravo da lontano posta nella nicchia
come icona di una rivelazione
e mi chiedevo se davvero c'eri.
All'istante una goccia,
come lacrima dalla pietra asciutta,
sul mio capo dubbioso sentii cadere,
fredda come ghiaccio,
pesante,
impossibile, perché
soltanto più in là
dalla roccia sotto i tuoi piedi,
grondava l'acqua.
Fu un bonario scapaccione
di madre al figlio,
come a dire eccomi, sono qui ad ascoltarti.
Sento ancora il gelido,
inspiegabile
tocco della tua mano, Maria,
monito materno a rafforzare la mia fede.
Composta venerdì 6 giugno 2014
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    Scritta da: Nadia Consani
    in Poesie (Poesie personali)

    Mamma

    Avevi la fierezza di regina,
    e la consapevolezza della tua femminilità,
    eri madre dolce e severa insieme,
    eri moglie sempre innamorata,
    eri donna forte, coraggiosa,
    lottavi per la vita e l'amore
    e la tua presenza era lo scoglio
    su cui poggiare le nostre ali
    di bambini e poi di adulti.
    La tua schiena aveva superato le fatiche,
    la miseria e le difficoltà,
    ma ti aveva mantenuta bella, la tua forza.
    Il brio regalava un segno
    indelebile sulle tue labbra,
    anche quando il tempo
    non aveva più clemenza
    e il profumo di borotalco
    ti rendeva fresca, sempre,
    come un fiore appena colto,
    anche quando il sonno eterno
    ti ha portata via con sé.
    Composta domenica 10 maggio 2015
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      Scritta da: Nadia Consani
      in Poesie (Poesie personali)

      Coraggio

      Cumuli d'incertezza e paura di fragilità
      si alternano, insistenti,
      al coraggio di sopravvivere
      sopra un campo minato
      da incontrollabile follia,
      la tua.
      Tentennano le foglie
      nell'impeto del vento,
      metafora di lucida smania
      a voler vedere rami spezzati
      e arrendevole debolezza,
      ma radici ben piantate
      non si lasciano scalfire,
      ben coperte da un manto
      di solida determinazione
      a voler combattere i soprusi
      di stupide rivalse.
      Il limbo dell'oblio
      ferma la volontà della saggezza,
      del perdono,
      dei sentimenti
      e resti imprigionato
      da catene ossidate dal rancore,
      dall'indifferenza,
      dalla perseveranza a camminare
      sulla strada della solitudine.
      Un giorno non lontano
      il vento dovrà frenare la sua ira,
      perché anche tu sarai vecchio
      e stanco
      e solo,
      e mai vincitore assoluto.
      Sì, durante questi temporali
      l'albero avrà perso qualche foglia,
      sarà indebolito da ferite indelebili
      futili trofei della tua ambizione,
      ma almeno nelle ultime primavere
      avrà di nuovo fiori
      e canti di uccellini.
      Composta venerdì 1 maggio 2015
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        Scritta da: Stefano Medel
        in Poesie (Poesie personali)

        Normale

        Normali,
        che cosa vuol dire normali,
        per tutta la vita ho cercato di
        essere diverso,
        di essere qualcuno;
        e adesso non so più
        cosa è normale;
        adesso la normalità
        ci sfugge,
        per tutta la vita,
        ho sognato la normalità,
        una vita tranquilla,
        posata;
        normale,
        ognuno lo è,
        come vuole,
        ognuno è se stesso,
        con le sue peculiarità;
        cosa vuol dire normale,
        ognuno vive come vuole,
        ognuno cerca la sua vita;
        io sono quel che sono,
        un poeta,
        un artista,
        un ciarlatano,
        non sono mai stato normale;
        sono un essere umano,
        che cerca se stesso.
        Composta domenica 24 maggio 2015
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          in Poesie (Poesie personali)

          Una rosa e un bacio

          Forse una rosa e un bacio
          ti porterò
          in cambio del tuo canto,
          nei sogni l'acqua scorre
          copre lo specchio
          il velo delle notti,
          sento forte
          una qualche primavera
          negli spazi fioriti
          del mio cuore,
          perciò parto la sera
          coi raggi dolci della falba luna,
          seguo il tuo profumo
          che mi tende la mano,
          mi trascina tra le tue braccia
          dove la terra nuda
          stringerà tra vertigini i miei baci
          per tramutare in gioia
          tutta la solitudine del cuore.
          Composta sabato 23 maggio 2015
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            Scritta da: Giovanni Piscopo
            in Poesie (Poesie personali)

            Mente e cuore

            Cerco il buio di una stanza,
            di una finestra chiusa,
            di una notte che avanza.
            Un momento nel quale la luce cede il posto all'oscurità,
            un momento nel quale
            chiudere la mente al silenzio,
            il momento nel quale il profumo delle tue mani
            che accarezzano le mie
            restituiscono agli occhi la loro luce
            pur mantenendoli chiusi.
            Composta sabato 23 maggio 2015
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