Scritta da: Manuele Urru
in Poesie (Poesie personali)
Cara luna
Desto ti cerco,
una stella persa in cielo,
pallido ricordo
nel scuro della mente
come il chiaro di luna
dipinto nella notte.
Composta venerdì 20 febbraio 2015
Desto ti cerco,
una stella persa in cielo,
pallido ricordo
nel scuro della mente
come il chiaro di luna
dipinto nella notte.
Vento lieve,
sospiro sereno,
sussurra tenere parole
ai rami di ciliegio,
ormai spogli
d'immane vanità,
la cui bellezza fa lacrimare il cielo
in una pioggia d'autunno leggera
e dove il sole nel calare fatica
poi nel mare muore
e da rifugio
all'ombra del cuore.
Occhi di cielo
sotto le nuvole
di una pioggia d'estate,
il tempo è sereno.
Corre lontano
un raggio di sole
tra le spighe dorate
e porta con se
il tepore dell'aria e
il profumo del grano.
Lieve fruscio,
raccontami di una sua carezza.
Goccia che cade
nel secchio colmo,
acqua nell'acqua,
il cuore poi si placa,
si posa adagio
come le foglie d'autunno
quando tornano alla terra,
prima che il sole sorga,
all'alba tra i cipressi
l'anima afferra,
quanto rumore fa il silenzio.
Volano via i miei pensieri,
vagano, volteggiano e danzano
come le verdi foglie
stanche di tanta estate,
o forse
è solo l'ennesimo
tentativo di fuggire
dal ricordo del suo viso
la cui bellezza
fa lacrimare la mia anima.
Troppo tardi per le denunce;
troppo spesso non ascoltate.
E dopo che una persona
massacrata di botte ed uccisa;
ecco la sentenza
per una ipotetica condanna.
Una nazione, l'italia,
sempre più appagata,
da morti innocenti,
per la crudeltà dell'uomo,
e l'incompetenza politica.
Avvalendosi,
come spettatore e "mandante"
di questo spudorato crimine.
Che sporca ancora,
le mura di casa,
di ogni singola città.
Bastava poco
una carezza.
Bastava poco
come volermi bene.
Bastava poco
per non far soffrire
chi cercava una carezza
un po' d'amore.
Bastava poco
e al posto delle lacrime
vi era un sorriso.
Ma forse cercavo troppo
da un modo dove
c'è spazio solo per chi
sa far del male,
chi non ha un cuore
e non capisce che il suo far del male
non solo fa versare lacrime ma può
uccidere.
Prendi un foglio e traccia una linea
e fai danzare su di esso la penna,
falla scorrere lentamente sul rigo
dando tempo e spazio all'inchiostro.
Poi, dai ritmo alla creazione
spostando il foglio verso una direzione
e con la mano dona armonia
seguendo un'idea o la tua fantasia.
E quando la penna
sarà stanca di ruotare,
di ballare e di disegnare,
apri la cassetta del cuore che vibra
e prendi i colori che senti più veri.
Con quelli traccia
sentieri fiorati,
soldati armati,
bastioni di castelli e animali colorati,
barche, cieli e un leone che dorme
sulla nuvola rosa che ha mille forme.
Perché aprendo la porta all'immaginazione
tutto ciò che sogniamo prende forma e dimensione
dando corpo ai tuoi sogni più belli
da colorare con matite e pastelli.
Ma la tua inventiva
diventerà reale
solo se ci metterai ali per volare,
perché la fantasia
è come un vulcano,
può esplodere
ora, domani o in un tempo lontano,
basta afferrare un foglio tra le mani
e tracciare una linea con la tua penna
per farla danzare finché ne avrà voglia
disegnando i tuoi mondi su una pagina spoglia.
Luna, tu sei la regina della notte
e nell'oscurità ti esibisci,
con luce che affascina chi ti sta a guardare.
Luna, tu sei l'imperatrice del buio notturno,
sovrana che volteggia nel cielo,
e, come una danzatrice, rapisci cuori malati d'amore.
Luna, tu vivi tra luci soffuse e ghermisci malinconici sorrisi,
tu, luna, dea della notte e madre di tutte le stelle.
Luna, tu, con i tuoi raggi, illumini il buio,
tuo complice nell'ammaliare e stregare.
Oh, regina della notte, continua a farci sognare.
Il ticchettio del tempo che scorre,
come il rumore di piccoli passi,
precisi e regolari,
turba la pace che dominava
la mia mente,
scandendo lentamente
l'avanzare della notte.
Il velo di sonnolenza,
che intorpidiva i miei pensieri,
si alza e mi abbandona,
mentre nel buio
il mio sguardo cerca
il motivo di tanto disturbo.
E intanto il ticchettio procede,
aprendosi un varco
nella mia quiete
trasmettendomi un vago senso di allarme,
come segno di uno strano presagio.
E rimango distesa nel buio,
sveglia e stranita,
con i respiri dei bambini
che cullano la notte
e il mondo ovattato dei sogni
ormai si dilegua,
scaraventato lontano
da un fastidioso ticchettio
segno della semplicità
con la quale il tempo fagocita
minuti ore e giornate della mia vita
derubandomi di quella serenità
così tanto desiderata.