Poesie personali


Scritta da: Terry Di Vetta
in Poesie (Poesie personali)

La forza dell'amore

Il fluire di una vita normale
poi ad un tratto un ciclone mi assale
non capisco come e perché
tutto brilla ora che ho te!

Il grigio piano si scolora
per divenir un tenue color viola
nel cielo limpido e sereno
l'arcobaleno!

Tu hai acceso il mio cuore
fiamma d'amore!
Senza la tua "essenza"
tutto muta, tutto cambia.

A te, amore mio sublime
queste note e queste rime
l'amore è eterno finché dura...
avanti tutta... mettiamoci alla prova!
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    Scritta da: Terry Di Vetta
    in Poesie (Poesie personali)

    Amami

    Amami per come sono
    chiudi gli occhi e ascolta
    un eco prende il volo
    e bussa alla tua porta.

    Ti amo per come sei
    chiudo gli occhi
    e quel che sogno e che vorrei
    non son balocchi sono i baci tuoi.

    Amami per ciò che vedi
    leggendo tra le righe
    nei pochi spazi vuoti
    bianche margherite.

    Ti amo per ciò che vedo
    passione di un colore
    e un sentimento muto
    che mi riscalda il cuore.

    Amami per il tacere
    complicità d'amore
    rinunciare al piacere
    rispettando un valore.

    Ti amo per... non so perché
    non c'è risposta
    forse parte di me
    da sempre in te è riposta.
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      Scritta da: Iris Vignola
      in Poesie (Poesie personali)

      I riflessi dell'anima

      I riflessi, dell'anima mia,
      sfaccettature, inestinguibili e variegate,
      da dissacrante metamorfosi, non intaccate,
      che induce il corpo mio, come petalo sfiorito,
      a morire e, alla polvere, tornare,
      per il destino, di ognuno, già scritto, al principio.
      Riflessi di luce,
      tonalità di colori mutanti
      e rispecchianti emozioni, sensazioni,
      di ogni momento dell'effimera vita,
      che, l'essere, empiono, attraverso la spoglia...
      Quand'esso ama e, l'anima che, di ardore, si nutre,
      di dolcezza, di candore e di eterno amore,
      l'ebbrezza passionale, fa volare,
      liberamente, oltre la materia,
      vagando, lucente rubino, per lo spazio smisurato,
      a lambire la luna, che la guarda attonita
      e a toccare le stelle, del cielo, splendenti sorelle...
      Quand'esso canta, incitandola a viaggiare
      tra terra, sorvolando città, aguzzi monti, correnti fiumi,
      ameni laghi, verdi prati, di fiori, cosparsi, d'estasi profumati...
      e mare, distesa fluida ed infinita, come il cielo, d'azzurro, colorata,
      su cui, l'anima, rapita, si fa turchina, specchiandosi, inebriata...
      Quand'esso soffre, espandendo il suo dolore,
      fino a travolgerla, per ciò che riserva la vita,
      nel buio opprimente si rifugia, di cui assume l'oscuro colore,
      anima in pena, miseramente smarrita.
      Riflessi d'anima pulsante, di luce, rifulgente,
      governatrice del vitale mio cosmo,
      creato e plasmato dal Sempiterno Artista,
      particella, seppur infinitesimale, integrante,
      di quello universale e sconfinato...
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        Scritta da: Iris Vignola
        in Poesie (Poesie personali)

        La grotta dell'angelo

        Moltitudine di anime,
        nella vasta grotta,
        ascoltano,
        in silenzio,
        la parola del Signore
        e pregano.
        Lo sguardo sorvola
        tutt'intorno,
        nella sacralità del luogo,
        mentre l'emozione
        cattura la gola
        e gocce salate,
        trasparenti,
        luccicanti
        come cristalli,
        sgorgano
        dagli angoli degli occhi,
        scivolando giù,
        lungo le guance,
        inarrestabili.
        Le mani si congiungono
        per una silenziosa preghiera,
        intanto che la mente corre,
        a ritroso nel tempo,
        immaginando il toro,
        immobile,
        nel rifugio precario
        e la freccia scagliata
        dalla mano infuriata,
        tornata,
        come un boomerang,
        a colpire il mandante,
        in quella grotta
        tra le tante,
        in una zona impervia
        e incontaminata.
        Ancora pura.
        La grotta
        prescelta dall'Angelo,
        consacrata
        dalla Sua stessa presenza
        eterea,
        celestiale,
        paradisiaca.
        La grotta in cui Michele,
        Arcangelo di Luce,
        Agguerrito Capo
        delle Guarnigioni Angeliche,
        Intrepido Vincitore
        di orde di angeli del male,
        ha salvato l'animale
        ed è apparso,
        Messaggero proveniente
        dalla Dimensione Divina,
        su quest'angolo di mondo,
        a dare prova di sé
        e del Suo Mondo,
        Eterno,
        Perfetto,
        Immutabile.
        I miei piedi
        calcano la terra
        che hai calcato
        Tu
        e, per questo,
        il mio cuore esulta.
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          Scritta da: Iris Vignola
          in Poesie (Poesie personali)

          La danza dei colori

          Grigio assoluto, nel nascente mattino...
          Tenebra oscura, nel pieno del giorno...
          Di neutro colore, il mondo mio si è appropriato,
          rispecchiante le spente tinte
          di cui si pregna il mesto silenzio...
          Tetra spirale, carpente lo spirito avvilito,
          già, da mera solitudine, circuito...
          Ma... per incanto... di colori, un'esplosione,
          intorno e dentro me...
          nello scoprire il tuo sorriso
          che, d'improvviso,
          da spira carceriera, mi ha strappata,
          disgregatasi all'istante, magicamente.
          L'avvolgente magia, che nasce dall'amore,
          che colora la mia vita
          e fa risplendere, per me, il sole...
          di oro, splendente, infervorante la Terra
          che gli si concede,
          sua anima gemella...
          Di conseguenza, il verde dei prati, accende,
          come, dei fiori, i pigmenti
          e, dell'acqua marina, il blu turchino,
          sottratto al cielo, in un saccheggio continuo.
          Rosso passione colora le mie labbra,
          quando, alle tue, si avvicinano,
          in un bacio divino
          che, la nostra anima, trascina in volo
          sull'iridescente arcobaleno,
          dove, la danza dei colori ci attira,
          dai policromatici toni, di cui ci inebriamo,
          attendendo la notte
          e lo spuntare della luna...
          che, giunta, imperturbabile, ci scruta,
          forse fingendo,
          visto che pare sorriderci...
          quando ci inonda d'argento.
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            Scritta da: Iris Vignola
            in Poesie (Poesie personali)

            Acqua

            Acqua...
            ... Da natia sorgente, sgorghi,
            fra anfratti di roccia scalfiti,
            scrosci...
            Di artico fluido, ti vesti...
            spandendo invitanti fruscii,
            che, ad argentine e antiche risa,
            di giubilanti pargoli,
            riporti...
            Verso te... inchinata...
            ... Invoco...
            per grazia...
            Riempi l'immacolate mani,
            che devastante dolor, mai arrecarono,
            racchiuse, or ora,
            come caldo, concavo scrigno
            e compiaci
            l'assetata mia bocca,
            di voluttuosi baci, anelante,
            che, di te, si sollazza...
            ... Fitta cascata, irrompi,
            tra rocce e sassi, tuffasi,
            come vitale fonte,
            con zampillante balzo,
            in suggestiva pozza,
            da leggiadre ninfe, abitata,
            che, tu medesima, hai plasmato...
            Di cristallino manto, ti vesti...
            Ignuda... a te, protesa...
            ... Invoco...
            per grazia...
            Purifica, con salubre dolcezza,
            il languido mio corpo,
            come, pietosa,
            laveresti via mortal peccato,
            se, di Divino Assenso,
            fossi rivestita
            e carezzane l'infuocate membra,
            d'ardente desiderio, possedute,
            cosicché spegnerne il tormento,
            come spegneresti fuoco,
            divampante...
            ... Turchese mare, ti riveli,
            tra cielo e Terra,
            pulsante e vivo,
            di salina e amara linfa intriso,
            seppur, con carisma, generato.
            Nel tuo sconfinato impero,
            che, ognor dominante,
            invincibile, si erge...
            di bramante trionfo, ti vesti...
            Sconfitta... a te, arrendevole...
            ... Invoco...
            per grazia...
            Conducimi con te,
            per il sommerso spazio,
            tra varia e variopinta fauna,
            vermigli coralli e, di alghe, distese,
            onde, alla chimerica Atlantide, approdare,
            di aitanti fauni e lusinghiere sirene,
            segrete parvenze, scoprire,
            acciocché, dallo straziante vivere,
            sull'effimera terra,
            fattosi, anzitempo, mesto sopravvivere,
            fuggire e cercar rifugio.
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              Scritta da: Enrico D.
              in Poesie (Poesie personali)

              Dove nascono le Comete?

              Dove nascono le Comete?
              Dell'Universo profondo osservatrici
              ciclano in tondo, non hanno mete
              s'allontanano e ritornano, cacciatrici.

              Un po' di sé donano al passaggio
              tutti ad osservarle quando vicine
              indifferenti continuano il lungo viaggio
              ma un giorno sarà pure per loro la fine.

              Uguali un po' diverse salutano dall'alto
              tra le stelle fioche esse si stagliano
              mirarle dovresti per compiere il salto.

              Di meraviglia per sempre ci abbagliano
              con onirici sogni dal color cobalto
              che tutte le certezze, invero, scarmigliano.
              Composta sabato 7 agosto 2010
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                Scritta da: Enrico D.
                in Poesie (Poesie personali)

                Caffè

                Caffè.

                Scusa per un appuntamento
                te ne stai lì immobile, per un momento.
                Ascolti mille parole, mille sogni,
                assecondi tanti amori, tanti bisogni.
                Scuro e pure trasparente
                trasformi in reale l'apparente.

                Caffè.

                Rispecchi due volti
                che si affaccian capovolti.
                Svanisci in fretta,
                qualcun altro ti aspetta.

                Caffè.

                Compagno di solitudine
                dolce o amaro ossequio all'abitudine.
                Composta sabato 15 ottobre 2011
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                  Scritta da: Enrico D.
                  in Poesie (Poesie personali)

                  Anamorfosi

                  Numeri come lettere, parole come formule
                  oscillazioni schizofreniche
                  poesie come leggi della natura.
                  Eternità nello stile.
                  Strutture nei contenuti.
                  Unità nella duplicità.
                  Significati come forma.
                  Anamorfosi, privilegio del punto di vista,
                  Amore, privilegio di un cuore.
                  Odio e rigetto come attrazione.
                  Eternità nel cervello.
                  Razionalità rifugio stanco della follia.
                  Architetture sublimi e forme geometriche
                  morbidi corpi che sospirano.
                  L'indicibile si compie in ogni attimo divenente
                  L'incommensurabile accompagna il divenire,
                  memoria obliante come una linea retta piegata.
                  Bellezza passeggera e virtù spezzata.
                  Composta giovedì 17 novembre 2011
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                    Scritta da: Enrico D.
                    in Poesie (Poesie personali)

                    Fantasmatiche rappresentazioni

                    La fosca differenza tra reale e non reale,
                    si reincarna eternamente in circostanze infinite,
                    in amor prende sembianze d'un fatto sleale
                    tanto da torcer l'anima e logorar le vite.

                    Vi è un fantasma, se non più d'uno,
                    che spunta di tanto in tanto e fa paura
                    talvolta è bramato, talvolta inopportuno
                    anch'esso sottoposto all'egida della censura.

                    Il palco è pronto per ospitar gli attori,
                    non meno di tre ne prevede il copione,
                    bisogna recitar gli impossibili amori!
                    Ma chi è il terzo che prende all'azione?

                    La funesta messa in scena è iniziata
                    con un triangolo perfetto pronto a danzare
                    condotto dall'anima erma e mai espiata
                    che, candida, è tutta intenta sull'altare.

                    "Ti voglio con tutta me stessa"
                    parte in prima la seconda attrice,
                    "decido io!", Ammonisce l'anima indefessa,
                    "sono qui e attendo o mia nutrice".

                    "Bene, hai capito chi qui comanda"
                    ribatte Lei con fare ardito
                    verso quel fantasma che tutto asseconda
                    e bieco attende lo spietato rito.

                    "Adesso potete iniziare la recitazione.
                    Annettine la carne senza sconforto
                    e, mi raccomando, fallo con determinazione
                    affinché le venga il fiato corto"

                    "Aspetta diabolica conduttrice
                    non voglio partecipare più alla finzione
                    cosa credi che sono una meretrice?"
                    fu subitanea la reazione.

                    "Mia dolce e ingenua fanciulla
                    pensi che partecipi ad una farsa?
                    Non voglio io che la tua psiche si trastulla
                    lungi da me quest'accusa così scarsa".

                    Le luci si affievoliscono come prescritto,
                    tutt'intorno si silenzia e si ingrigisce
                    mentre la storia continua per diritto
                    tra amor vero e amor che ferisce.

                    "Continua così mio prode cavaliere
                    custodisci la mia materia, difendimi con la spada!
                    Afferra le mie criniere
                    e non desistere finché il tutto accada!".

                    Un tremendo bagliore all'improvviso
                    come un sussulto che tutto inonda
                    illumina la scena di chi ha deciso
                    la lieta fine invereconda.

                    "Andate via! Intrepidi imbonitori
                    che sia questa l'ultima rappresentazione
                    prometto: non avrò altri amatori!
                    che possa andar, la mia anima, alla dannazione".

                    "Vieni qui fantasma che ora sei in pericolo,
                    abbandoniamo in fretta quest'arena
                    siedi che adesso inizia il vero spettacolo!
                    Assistiamo silenti alla vita che si inscena".
                    Composta giovedì 17 novembre 2011
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