Poesie personali


Scritta da: Andrea De Candia
in Poesie (Poesie personali)

Il tramonto

Le parole che tu pensi
un tempo eran farfalle
in un prato isolato,
gemme rare e preziose
nel mare inesplorato.

Ora che il tesoro
lo hanno divorato,
non ti sembra più oro
il verso rigettato.

Cerchi l'alto mare
prosciugato dal sole
e non puoi più sognare
abissi di parole.

C'è solo una landa,
deserta e spettrale,
marrone è la ghianda
ad altre sì uguale.

Sulla spiaggia cammini...
sparsi sono i tesori
squarciati dagli uomini
un tempo predatori.

Nostalgia dello splendore
che mai ti ha accecato!
Tramonto è dolore,
nulla abbiam creato.
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    Scritta da: Luigi Berti
    in Poesie (Poesie personali)

    Preghiera

    C'è il vuoto che riempie questa stanza,
    le mani congiunte pregano ogni volta,
    scendono le lacrime si spacca il cuore,
    sopra questo letto ricoperto di dolore.

    Dove ogni volta ho sentito il tuo strazio,
    e quell'angoscia mi è rimasta dentro,
    vaga la mia anima in questo momento,
    immersa nella supplica cerca un segno.

    Il silenzio mi avvolge, circonda l'aurora,
    gli occhi chiusi, una preghiera vola:

    Maestosa è l'onestà che fu il tuo ideale,
    circondata dal calore di chi ti vuole bene,
    grandiosa la tua opera sapienza di vita,
    immersa nella campagna ora vola libera.
    Composta venerdì 28 novembre 2014
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      Scritta da: Alessandro Lemucchi
      in Poesie (Poesie personali)

      Egeria

      Assurto al trono di Roma
      delle responsabilità il peso gravava
      stanco e assorto
      nel sacro bosco pensier meditava
      ma del intento suo non era certo.
      La ninfa all'ombra della sacra quercia
      assiste all'interior tormento
      e lei che della purezza del cor è pria
      al pio re si palesa per dar conforto.
      Amor divino di passion si tinge
      e a coronar sogno
      il sovrano nozze indice.
      Amante devota e dea saggia
      nel elargir consiglio
      di luce divina il consorte irraggia
      e dall'esser ingiusto allontanò il periglio.
      Dea immortale maledì Atropo
      che cieca al suo ingrato compito assolse
      dell'amato sposo il fil recise
      unica ragion di vita e senza non ebbe scopo.
      Nel bosco a Diana sacro cercò riparo
      lacrime inarrestabili
      i suoi occhi profusero.
      La Madre mossa a compassione
      il suo dolore volle placar
      di fonte pura ne fece creazione
      a cui i mali d'amor dissetar.
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        Scritta da: Ada Roggio
        in Poesie (Poesie personali)

        E in tanto si fa sera

        La sera scura.
        La sera che a volte sembra una galera
        Sera offuscata.
        La sera che ti ha confiscata vita e anima.
        Sera maledetta, sera che ha sconvolto.
        Sera che ha cancellato la serenità,
        rubando la tua fragilità.
        Quel branco.
        Senza conoscerti, senza amarti, senza rimpianti.
        La tua voce, non aveva più voce,
        mentre la sera ti accompagnava nella galera della tua anima.
        I tuoi occhi chiedevano venisse giorno.
        Ricordi che la tua mente non potrà mai più cancellare.
        E in tanto si fa sera.
        Composta giovedì 27 novembre 2014
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          in Poesie (Poesie personali)

          Autunno

          Pennellate di nuvole rosse
          dipingono l'autunno,
          un airone galleggia nell'aria immota
          coprendo un pezzo di cielo di grigio.
          Foglie gialle rosse,
          meravigliose,
          come farfalle piene di vita
          svolazzano,
          che presto muoiono,
          è la fine del mondo loro,
          e il cielo piange per ore
          e inzuppate di acqua
          lentamente marciscono.

          L'airone torna nel suo nido
          ammutolito,
          si abbassa in fretta,
          non lo vedo più.
          Mi vien da piangere.
          Composta venerdì 28 novembre 2014
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            Scritta da: Marco Galvagni
            in Poesie (Poesie personali)

            Il pescatore

            È solo nelle forti tempeste di maestrale
            il disperdere tempo prezioso - immense ondate
            s'infrangono impetuose tra le conchiglie.
            Giorni inutili del pescatore, sin col nonno,
            nel paese, unica parlata il dialetto,
            ad apprendere i dettagli del mestiere.
            Presto con i compagni di conoscenze
            a sortire nell'alba dal porticciolo,
            la fragile chiglia solca in ogni stagione
            il saliscendi a intervalli del mare,
            il motore scoppietta calcolata miscela.
            È un costante perseverare nello scandagliare
            i fondali sabbiosi in cerca di sorgenti fruttifere.
            L'unico strumento a disposizione dalla nascita
            nell'arrampicare gli stenti, svicolare
            tra le enormi pietre predisposte.
            La casa è diroccata - nei muri crepe e muffa -
            e l'allusione all'amore poco gli appartiene,
            sino a una scarna prole a cui dare pane.
            Le rughe di sale presto corrugheranno il viso,
            dalla gioventù la pelle ne era già segnata
            e, forse, un giorno qualsiasi, un pericolo mortale,
            per una barca che n'è talmente incurante,
            apporrà il punto, nei flutti, al dolore.
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              Scritta da: Marco Galvagni
              in Poesie (Poesie personali)

              Umili alcove in un paese lacustre

              In un paese di case dai muri ingialliti
              che s'affaccia s'un dirupo lacustre
              si snodano pochi intrecci di vicoli.

              Tra questi il ritrovo centrale
              è un bar dal retro fumoso e stanco
              in cui i vecchi si sfidano a scopa
              schiamazzando, insultandosi tra le coppie
              per un errore nel completare la primiera.

              Emergono i tetti inondati
              dal gioioso riflesso rossastro
              del calare del sole, nell'orizzonte.

              Attraverso lo specchio delle finestre
              è ammirare il cielo dove le rade nubi
              son sospinte da un soffio di vento
              che, nell'istante in cui s'accanisce,
              si proiettano trafelate.

              Umili alcove, di amori nel destino,
              pochi spiccioli spesi nel cibo e nei pargoli
              il materasso duro unico momento d'ardore.
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                Scritta da: Marco Galvagni
                in Poesie (Poesie personali)

                Strofe d'amore

                Eri il pensiero azzurro,
                poi d'incanto apparsa radiosa
                cogli occhi nocciola di luce
                e l'oro dei capelli nel vento
                aprendo il cuore in un canto di gioia
                tale al più bel fiore d'un tappeto d'erba.

                Così si levano le strofe del mio canto,
                unica perla nel mappamondo
                dove hai colorato di magia i sogni
                che ora scorrono in un fiume limpido e azzurro
                dalle acque chete come le note della tua voce,
                la dolce melodia che m'accompagna nei giorni.

                Ecco il vero giardino di tulipani,
                angelo profumato d'aurora,
                mia stella sortita in una notte lontana
                ed ora alla vetta delle praterie planetarie,
                l'astro che abbaglia i viandanti
                attoniti davanti a tanta bellezza.

                Il cielo s'è fatto rosato,
                quando scenderà ad aghi la pioggia
                c'ubriacherà solo di felicità
                e saremo s'un sentiero ornato di glicini
                uniti nella mente e nel cuore
                nella fiaba d'un incantesimo.

                Perché tu sei la rosa che profuma d'amore la mia vita.
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