Poesie personali


Scritta da: Simone Sabbatini
in Poesie (Poesie personali)

Siesta

Nei deserti di pietra del mio rosso rosso cuore
c'è un gioco mediocre di rime banali,
un campo di vetri che cresce un bel fiore
dai petali d'oro e un ricordo di ali
un giorno spiegate a portare l'amore,
o almeno a cercarlo, spietate e immortali
di gioia, di pace, poesia e di dolore.
Eclissi di sole, fiori e temporali
lampano bassi sul lago del fervore.

Verrà il giorno di capirla tutta questa bellezza.
Composta venerdì 25 giugno 2010
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    Scritta da: Simone Sabbatini
    in Poesie (Poesie personali)

    Più in là

    Nei deserti di pietra del mio rosso rosso cuore
    dentro un sogno insanguinato c'è un amore che piange
    l'abbandono. Con la colpa per tutore tutto stagna
    nella notte del rumore: volontà, passione, pensiero...
    Errore, anche. Tutto è chiuso sotto il velo del rimorso
    che confonde il desiderio, tutto sommerso.

    C'è un popolo di carta che si fuma la speranza
    nell'attesa dell'Eroe Frantume, che già s'è perso
    tra l'oblio e l'insicurezza, unico velo,
    forse, che squarciare non sa. Arriverà?
    C'è bisogno davvero di lui, per sentire
    le lacrime? Per ascoltare le sue disobbedienze,
    quel capriccio di saggezza e umanità.

    C'è un ciuccio strappato tra la polvere ed il sole
    dove dormono i varani. Dove il vento
    sferza la vita e fa bruciare le ferite.
    Ma il male non è il sangue, il male sta più in là.
    Composta giovedì 22 giugno 2006
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      Scritta da: Simone Sabbatini
      in Poesie (Poesie personali)

      Quando il vento sposta gli aghi e le stelle

      Nei deserti di pietra del mio rosso rosso cuore,
      il cielo appena grigio all'orizzonte più lontano,
      mi son svegliato e c'era gente. Tanta gente
      conosciuta ma divisa, quasi simiglianza
      in blocco ripescata, ma di vista, tra i ricordi.
      Indifferente come il gatto al topo morto
      mi teneva sotto tiro. Indifferente mi sono mascherato
      per fuggire. E c'era un traffico notevole
      - nelle ore di gelo si rincorrono luci e lampeggianti,
      ventate e rumori, rossi e verdi a non finire
      come un fiume che va al mare, o che vorrebbe,
      imprecando per il caldo e questa gente che si muove
      sempre troppo o troppo poco; e che temevo
      mi potesse ritrovare. Poi imprecando se si muore.
      Ma sapevo (credo) che la coda distratta
      è sempre vigile, e tutto è stato calcolato. Strade nuove,
      vie sbagliate, ma imboccate contromano
      - sono io con un cucchiaio dentro il culo?
      Mi son perso, come sempre: so che questo
      brullo colle per ognuno è il Monte del Mai,
      mentre scendo e la pianura s'avvicina, ch'è chiamata
      Mare del Sempre – salato e asciutto. Tutto il resto resta ignoto.
      Lacrime che cadono sulla stessa pietra
      davanti a quel palazzo che non voglio più vedere,
      e sono mio malgrado sempre lì. Forza è ora di tornare:
      ecco lo sterro non tracciato, sulla carta non si vede,
      ma conosco ogni pietruzza del sentiero del mio cuore.
      Il cielo è già rovente sul mio prossimo orizzonte, la gente
      mi prende a braccia aperte, sincera ed affettuosa,
      ed io non so se son cambiati, se son io che sono sveglio,
      ma sento crescere qualcosa di più forte che il percorso,
      che la vita e che la morte: ad uno ad uno già li amo.
      Composta venerdì 25 giugno 2010
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        Scritta da: Simone Sabbatini
        in Poesie (Poesie personali)

        Inaudita

        Nei deserti di pietra del mio rosso rosso cuore
        è impossibile combattere la guerra del domani
        da eroe (valoroso senzatempo).
        Ci sono giorni di pace, e poi giorni difficili
        dove la guerra passa e tutto tace.
        Scorre silenziosa sotto i piedi, non lo dice:
        tra le maglie dell’asfalto e le rovine
        sarebbe confortante anche lo scoppio di una bomba. Invece
        confondere le idee è la mia arma di riserva:
        la nebbia nucleare che mi implode dentro il cuore.
        Il solo modo che conosco per nuotare senza mare.
        Composta mercoledì 8 febbraio 2006
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          Scritta da: Simone Sabbatini
          in Poesie (Poesie personali)

          Il banco sulla strada

          Nei deserti di pietra del mio rosso rosso cuore
          tutte le strade che è possibile inventare
          conducono in salita. C'è una chiave del mistero
          come vipera in un masso: ad ogni angolo girato
          il vento spira sempre contro, sassi e polvere negli occhi
          e come un muro contro l'anima che guida i nostri passi.
          Forse non ci credo quando parli del destino:
          ma se giocassi la tua parte ti direi le stesse cose,
          le regole son note, sceglierei le stesse carte.
          Strategie un po' limitate, il rischio sempre alto
          stratega non lo sono, provo solo a stare al passo.
          Che poi il destino, più che il vento che confonde
          cuori e picche, è l'istinto che ci fa scegliere il posto.
          Più del mazzo guarda l'uomo e la partita
          dove porta il giorno che sarà finita.
          Di tutte le strade che è possibile evitare
          il problema principale è di seguirne una soltanto.
          Composta giovedì 15 luglio 2010
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