Poesie personali


Scritta da: ROBERTO POZZI
in Poesie (Poesie personali)

Padri eterni dell'inferno

Ignoranti individui senza anima,
credendosi dei su questa terra
ricommettono il peccato originale.
Padri eterni dell'inferno,
incapaci di sentire
la cristiana compassione,
esistono per distruggere
il diverso dal sé,
non potendo accettare
ciò che non riescono
a comprendere.
Il male esiste
dentro ognuno di noi,
non è mai stato
un'immagine letteraria,
agendo in nome di dio,
con la loro contorta visione del bene,
falsi predicatori del puro odio
solamente servono
quel signore
dell'oscurità.
Composta lunedì 24 novembre 2014
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    Scritta da: Anonim
    in Poesie (Poesie personali)
    Anche la luna impallidisce al tuo bel viso,
    occhi glaciali bagnati d'argento.
    Al tuo solo vagar,
    le muse del parnaso cantano in festa.
    Sei bella come la notte,
    che accarezza delicatamente il mio giaciglio.

    Ti prego,
    possiedimi anche se ho il tuo stesso corpo,
    possiedimi anche se ho le tue stesse paure
    e fammi morire,
    perché è tutto ciò che mi resta,
    in questo oceano di silenzi.
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      Scritta da: Anna Maria D'Alò
      in Poesie (Poesie personali)

      Ci sono i fiori

      Ci sono fiori ovunque
      nei giardini, nelle case
      nei boschi, nelle campagne
      odorano, colorano
      allietano, riempiono
      illuminano e indossano
      le rugiade dell'alba
      fino al bacio del sole.

      Ci sono piedi pesanti
      che calpestano prati,
      mani che strappano
      e recidono i gigli
      candide nuvole tra l'erba,
      unghie che graffiano le pareti
      di case ornate di fiori d'arancio,
      d'innocenza lacerata
      al solo sguardo torvo
      nell'inganno beffardo
      dell'amore stuprato
      e poi buttato...
      fiore appassito.

      Una donna è un giardino fiorito,
      è terra fertile di nuove gemme,
      coglile con amore...

      non strappare la Primavera!
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        Scritta da: Anna Maria D'Alò
        in Poesie (Poesie personali)

        Come pesano le tue mani!

        Rammenti quel tramonto
        che incendiava il cielo?
        E quell'alba che aveva il sapore
        del mare e dei miei capelli?
        Le tue mani, lievi farfalle
        carezzavano i miei seni e
        il mio corpo che si stringeva al tuo.
        "Amore eterno" ci siamo giurati
        sotto le stelle, sotto la luna
        che danzava sulle onde.

        Come pesano le tue mani oggi!
        Non le avevo mai sentite così forti
        così nemiche: mi sanguinano il naso
        e le labbra, ho gli occhi gonfi senza lacrime
        strano ... ho terrore di chi un giorno ho amato,
        sono stata regina di un despota
        di un regno in un castello di sabbia
        e tu chi sei? Non ti conosco!

        Non può l'amore avere due facce:
        una d'angelo e l'altra diavolo,
        non può l'amore essere macchiato
        di sangue, se prima si è tinto di rosso
        dell'ardente passione ...
        non può l'amore uccidere

        eppure ci siamo detti più volte
        "Ti amo!"
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          Scritta da: Anna Maria D'Alò
          in Poesie (Poesie personali)

          Ciò che Caino compie.

          Dolore sul volto scavato e orbo,
          gelo nell'anima trafitta
          deturpata della bellezza
          che fu l'anello della tua fierezza
          sconfitta da vili mani onnipotenti
          dell'uomo padrone e schiavo di se stesso
          dei suoi infimi istinti di bestia feroce, inferiore
          alla dea che ha bendato per annientare
          la sua presenza che lui non più indossava.

          Cosa poteva renderlo ancora più forte?
          Cosa lui non possedeva?
          L'anima che gli occhi parlavano
          dell'innocenza dipinta e statuaria
          sul lungo collo di gazzella
          di donna inerme e altera,
          senza parola, senza volto ai suoi occhi
          di maschio prepotente che s'arroga il diritto
          di acidificare l'intelaiatura
          di quel ricamo della natura.

          Distruggere se non si può possedere
          di nessuna se non sua,
          punita se ha guardato oltre se stesso
          e in un istante si cancella il volto, l'anima
          deturpandola a vita, ma quell'occhio cieco

          dà la vista al mondo del tuo orrore
          del tuo non essere uomo.
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            Scritta da: Anna Maria D'Alò
            in Poesie (Poesie personali)

            Dietro la porta

            Ho sbattuto contro la porta,
            sono scivolata per le scale,
            ho lividi dappertutto...
            ma mio marito, in fondo è buono
            è solo un po' nervoso,
            forse sono io che ho sbagliato
            con lui, sì è mia la colpa!

            Sì... è tua la colpa se ti senti
            in colpa di essere Donna
            Sì... è tua la colpa se taci
            per sempre l'orrore
            e ti rassegni a viverlo
            come se fosse la normalità
            di subire senza reagire.

            Non vedrai mai l'alba
            se resti dietro la porta
            senza urlare il tuo sdegno.
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              Scritta da: Anna Maria D'Alò
              in Poesie (Poesie personali)
              Ascolta... Adamo...

              Vorrei poter uscire anch'io libera
              come te... uomo!
              Senza timore, senza orario
              senza guardarmi alle spalle
              senza ferirmi tra le spine dei tuoi agguati
              senza cadere e imbrattarmi di sangue
              del tuo perverso gioco
              privo d'onore e di cuore.

              Vorrei poter anch'io fare jogging
              nei boschi, nelle pinete
              alla salubre aria mattutina
              senza sentirmi estranea
              nel mio paese, senza cadere
              nei fossi scavati dalle mani perverse,
              senza sentirmi io... Donna con i limiti,
              solo perché tu usi la forza della vigliaccheria.

              Sappi, Adamo, uomo che ti celi
              dietro la colpa di Eva
              per gloriarti della tua innocenza
              della tua onnipotenza,
              non è Eva, la donna del peccato
              ma tu che mangiasti la mela
              fino al torsolo e il male
              lo porti nelle viscere,
              perché il serpente eri tu
              sull'albero dei frutti proibiti.

              Quel frutto che strappi
              senza il suo consenso
              nel giardino all'ombra dell'Eden.
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                Scritta da: Rosanna Russo
                in Poesie (Poesie personali)

                Mare

                Nel piccolo molo i pescherecci ondeggiano quasi a danzare una ritmica ballata.
                Si ode il rumore della risacca, onde s'infrangono contro gli scogli, la bianca spuma smorza quasi il fragore.
                Tutto intorno è silenzio, solo il mare parla l'arcaico linguaggio della vita.
                Assisa sul pontile il mio sguardo scruta quel confine in cui il cielo si fonde con il mare. Solcano le onde i miei pensieri... e si acquieta il mio animo.
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