Poesie personali


Scritta da: Michele Gentile
in Poesie (Poesie personali)

La stanza di Marion

Non potevi farne a meno.
Ore limate
ad altezza cuore,
magro bottino.
Un piacevole errore
dettato dall'assenza.
E tu
a trovare mille scuse
per non salvarmi,
per vagabondare nell'incertezza
senza più clamore.
- "sei un dettaglio
una rapida occhiata
al disordine in cantina" -
Finestra sul porto
il letto da rifare.
Una guerra alle sette,
nel cassetto un'altra chiave.
Composta giovedì 3 aprile 2014
Vota la poesia: Commenta
    Scritta da: Luigi Berti
    in Poesie (Poesie personali)

    Salento

    Regione baciata dal sole,
    che brucia la terra e spacca le pietre,
    dove la mano con il suo sudore,
    riesce a scolpire il suo lato migliore.

    Si sente la gioia di questa terra,
    e la festa è sempre nell'aria,
    la meraviglia della campagna,
    del sole e del mare che la bagna.

    I cuti nascono come funghi,
    sotto gli ulivi secolari,
    le torri antiche lungo la costa,
    nel silenzio le fanno da vedetta.

    Tracima il mare quando è in tempesta,
    contro uno scoglio l'onda si spezza,
    fra tanti ricordi scorgi lampare,
    sopra i capelli le onde del mare.

    Dietro ogni angolo c'è sempre un molo,
    della risacca senti il frastuono,
    alza il suo sguardo il pescatore,
    all'orizzonte che lo vuole scrutare.

    I tamburelli sono ritornelli,
    mentre la pizzica è fra le persone,
    dove il suo animo vorrebbe restare,
    ma il suo cuore è costretto a emigrare,

    Ricchi sono quelli che non hanno niente,
    ricca è questa terra e tutta la sua gente,
    dal pugno duro come la roccia,
    ma il cuore tenero come la pasta.
    Composta giovedì 3 aprile 2014
    Vota la poesia: Commenta
      Scritta da: Sereno notturno
      in Poesie (Poesie personali)

      Evasioni mentali

      Guardava la carne, lei era li ad un passo dalle sue mani.
      Scorgeva lo sguardo, era ad un attimo per essere baciato.
      Trepidante scroscio di verità, sul corpo che inghiotte piacere.

      Non nascondeva quella forte eccitazione
      Che rendeva la pelle umida
      Voleva essere sedotta con la lingua.

      Con gli stessi piaceri e le stesse volontà
      Di colei che non si ferma di fronte all'imbarazzo di un eccitazione
      Assaporava con gli occhi la vista di lui che cresceva.

      Nella carne dentro la carne
      In un continuo umettare di sensuale gusto
      Mescolando gli stessi piaceri e sporcandosi la lingua.

      Lei godeva, lui veniva, con la stessa ferocia
      Di una carne scelta
      Sulla brace di un respiro sul collo
      Composta mercoledì 2 aprile 2014
      Vota la poesia: Commenta
        Scritta da: Lucia Quarta
        in Poesie (Poesie personali)

        Mamma

        Per una mamma
        i figli sono la sua vita,
        quando i figli sono tristi
        lei si sacrifica, si divide in mille.

        Non ha tempo per se stessa
        dona tutto quel che ha,
        se può dar di più lei lo fa.

        In un istante prepara il pranzo
        lava stira fa di tutto,
        arrivata la sera stanca,
        della giornata trascorsa di fretta.

        Va nella cameretta,
        a spegnere la luce del comodino,
        abbraccia il suo bambino
        lo stringe sul suo cuore,
        sembra piccolo, ma da tanto amore.

        Ma non amore solamente
        da calore come nessuno mai lo può dare.
        Lo circonda di coccole e parole dolci,
        crescendo il bambino non le dimenticherà,
        le ricorderà amerà sempre la mamma.
        Fino a quando ci sarà.
        Composta martedì 1 aprile 2014
        Vota la poesia: Commenta
          in Poesie (Poesie personali)

          La musa divina

          Fantastica Musa,
          mia divina ispirazione
          e sublime poesia,
          hai classe affascinante
          con quel tuo incedere elegante
          sulle ali di uno spirito soave
          così illuminante,
          sei un sogno estasiante
          e fai volare in paradiso.
          Se per caso sol ti incrocio
          alla dolce tua visione
          mi si attanaglia la bocca,
          mi si incaglia la lingua,
          s'ingarbuglia la mente e
          incacaglio, quasi raglio
          come un asino per l'abbaglio.
          Nel profferir poi con l'incanto
          della tua vocale melodia
          in tanta armonia allor
          davver non capisco più niente
          e da povero incosciente
          sembro un vero deficiente.
          Il cuore di scatto mi si accelera,
          il fuoco divampa, il caldo mi prende,
          il calore incalza, tutto mi si accende
          in ogni versante, ma poi per il dolor
          scoloro con il sudore sulla fronte,
          un profumo mi pervade e,
          pregustando l'immortale,
          rischio seriamente in tua presenza
          di dipartir all'istante... miseramente.
          Solo così avrà tregua la mia anima
          gemente e, sempre tanto deriso
          per le mie stranezze allucinanti
          con la cirrosi psicosomatica
          non più obnubilante, ti avviso,
          fu Aristotele a darmi conforto:
          "non c'è grande genio
          senza una dose di follia".
          Ingrata gastroenterologa,
          per scontar giusta pena terrena,
          nel tempo a venire, mi ricorderai
          come una pesantezza sullo stomaco,
          tanto me ne dispiace,
          e in eterno ti resterò sulla coscienza
          che sempre così limpida hai.
          Vota la poesia: Commenta