Poesie personali


Scritta da: Gian Luca Piasco
in Poesie (Poesie personali)

La collina delle erbe profumate

Aprirò la porta socchiusa dell'estasi
Mi conduce a te
Laggiù
Oltre la collina delle erbe profumate
Volo su cieli infiniti, i tuoi occhi azzurri
Zaffiri lucenti sul volto tuo sereno
Morsi teneri su labbra sottili
Anelito bocca a bocca, fremito
Soffio caldo, un sospiro mi spinge giù
Seni profumati, fianchi sinuosi
Lento scorro su pelle setosa
Senza freni, scivolo ancora
Altre vallate impervie risalgo
Gambe affusolate su caviglie sottili
Respiro piano, odore, umore, sapore
Inebriato mi sciolgo nell'umida fonte
Sorgente di vita, lago di dolcezza
Labbra su labbra, infinito piacere
Non affonderò, sono forte
A vento, il timone solca le acque
La porta dell'estasi sto aprendo
Laggiù
Oltre la collina delle erbe profumate.
Composta martedì 28 gennaio 2014
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    Scritta da: Stefano Medel
    in Poesie (Poesie personali)

    Compagni di scuola

    Amici di scuola,
    dove sarete finiti,
    come state,
    che fine
    avete fatto;
    compagni di scuola;
    il tempo è passato in fretta;
    ricordo l'odore di gesso,
    di libri,
    di carta e quaderni;
    la campanella, a fine giornata,
    i prof un po' simpatici,
    un po' rompiballe;
    dove siete adesso,
    questa poesia,
    è un po' per voi,
    dovunque siate.
    Composta mercoledì 29 gennaio 2014
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      Scritta da: Franco Mastroianni
      in Poesie (Poesie personali)
      La morte non bussa
      Non chiama non spiega

      Non è l'uomo nero, nemmeno una strega

      La morte è grancassa
      Frastuono silenzio è nodo... matassa

      La morte è cambiar di scenario I volti i ricordi
      I numeri del calendario

      La morte sorella silente
      Nell'ombra nel buio, in mezzo alla gente

      La morte è la soglia di una strada infinita

      Per questo passaggio che chiamano vita.
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        Scritta da: Franco Mastroianni
        in Poesie (Poesie personali)
        Ho voglia ho bisogno
        Dei fiori di pesco

        Del sole che bacia la pelle

        Di campi dorati di prati fioriti
        Di brezze leggere di frutti nel cesto

        Di fiumi e di mari quelli pieni di stelle

        Ho voglia ho bisogno di te amore mio
        Dei risvegli con te del tuo aprir di corolle
        Dei sorrisi che scaldano il cuore

        Di volare con te dentro al vento
        Senza fare rumore.
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          Scritta da: Andrea Mantello
          in Poesie (Poesie personali)

          Non Esiste

          Batte al cuore il timore e l'esistenza
          tra le lotte tumultuose per l'essenza
          di un soffio che diventa speranza.
          L'apparenza si fa strada e rapisce
          quella scena in cui l'arte s'avvilisce
          L'essenziale alla vista svanisce.

          Scorre lento questo flusso inondante
          le parole come un fiume che straripa
          le emozioni sono un soffio ridondante
          dentro il flusso incessante della vita.

          Non esistono parole ricercate
          accerchiate dentro un cerchio di fuoco
          che si dicono per gioco o cantate
          ripetute mille volte, esasperate...
          Come le rime di chi scrive senza arte
          solo carte e nemmeno una poesia
          solo aria in un pensiero che non parte
          come porte chiuse in faccia sulla via.

          Non esistono illusioni che non fanno male
          l'eterna intersezione tra sogni e sconfitte
          tra bisogni di fama e silhouette
          Una soubrette con un sogno normale
          finisce nella polvere sull'ultimo scaffale
          mentre i commerciali in copertina sul giornale.

          È il funerale della voglia distrutta
          nell'era devastante dell'autodidatta
          dove basta youtube e un divano
          un paio di tutorial e diventi Joe Cassano.

          Si parla di musica a cassette
          insultando cravatte al potere
          ubriacandosi di rime a "virgolette"
          ostentando fantomatiche galere.

          Ma ciò che manca è la cruda realtà
          di chi canta quella brutta povertà
          è la voce che lascia la sua impronta
          "la povertà si vive, non si racconta"
          Composta martedì 28 gennaio 2014
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            Scritta da: Luigi Berti
            in Poesie (Poesie personali)

            Droga

            C'è stato un giorno in cui io pensavo,
            che il mondo fosse bello e umano,
            ma il momento che vivo adesso,
            mi cambia le regole e le idee spesso,
            viviamo ma non sappiamo come,
            in un mondo che non ha più la ragione,
            voi siete in ogni angolo del tempo,
            distesi con un ago dentro il corpo,
            la droga è la vostra distrazione,
            vi cambia il mondo e la ragione,
            ma a cosa pensi adesso,
            che non vedi più il tuo volto,
            e non provi più nessun sentimento,
            vedi la vita che ti sorride anche quando muore,
            non riconosci più tuo padre ne tua madre,
            perso è il tempo in cuoi scrivevi e ricordavi,
            il bambino che aveva composto sogni veri.
            Questa droga sta cambiando te,
            sta cambiando te, ma non me,
            perché io vivo canto sogno e respiro,
            anche se tutto non va sorrido e scrivo,
            quando sono triste sottovoce grido,
            la droga che prende nelle mie vene
            è solo la gioia nel vedere,
            il mio sorriso riflesso su ogni viso.
            La droga è una grande malattia,
            soltanto l'amore e l'allegria,
            la porterà via.
            Composta martedì 28 gennaio 2014
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              in Poesie (Poesie personali)

              L'arte suprema

              Il primo giorno dell'atto creativo
              sul buio delle tenebre dell'abisso,
              con la materia informe vagante al caso,
              il Supremo Sol profferì sia luce
              e luce fu in questo immenso caos.
              Nel secondo giorno creativo
              l'Eccelso Fattor separò la distesa
              celeste dall'azzurro marino
              donde emerse l'asciutto
              della crosta terreste e così
              con cieli e mari fu terzo giorno.
              Con le erbe a far semenza
              originò la vita vegetativa
              e, con prati verdeggianti, alberi
              fruttificanti, fiori variopinti
              dai profumi inebrianti, d'emblée
              fu vegetazione lussureggiante.
              Nel quarto giorno il Supremo Autor
              dipinse il firmamento con la luna
              e tante stelle e alla maggiore
              ordinò di presiedere al giorno
              e di scandire il tempo negli anni
              con l'alternanza delle stagioni.
              Al tiepido calor dei raggi solari
              di poi all'alba del quinto giorno
              vide luce anche la vita animale
              con schiere di pesci sfavillanti
              nei riverberi marini delle acque
              cristalline e, con volo pindarico,
              dal blu marino all'azzurrino
              stormi di uccelli dalle piume
              colorate a volteggiar nei cieli
              con l'armonia e la sinfonia
              delle loro dolci melodie.
              Siam così giunti al sesto giorno e,
              dopo mare e cielo, anche la terra
              si animò di ogni specie di animali
              dai rettili striscianti ai ruminanti,
              dal lupo ululante alla pecora belante
              fin al pianto dell'asino ragliante.
              Il Supremo Amor infin
              a sigillo della sua arte suprema
              formò l'uomo dalla polvere della terra,
              gli soffiò nelle narici un alito vitale
              e l'uomo divenne un'anima vivente
              a sua immagine e somiglianza.
              Ultimato l'atto creativo,
              il Creatore si riposò,
              benedisse il settimo giorno
              e lo santificò dopo tante mirabilia.
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