Poesie personali


Scritta da: margherita1
in Poesie (Poesie personali)

Poetando

Quando quell'alito d'aria
sfiora la nuca e
un brivido d'impulso
sale da chissà quale dedalo
nascosto tra mente e cuore,
allora mi sento poeta,
ma nessuna parola
anche la più congeniata
rasenta quello stato
imprescindibile dalla sensazione
che neppure svuotando l'anima
potrei tradurre in versi.
Allora fallisce il mio essere poeta
essendo mediocre agli occhi altrui,
o forse è più poeta chi architetta
in bell'effetto una menzogna?
Mai fu compreso il genio
e il poeta si consola,
ma il genio invece affanna,
mai appagato dalla sua creatura,
tradito dal suo stesso dire
che mai è ciò che vorrebbe.
Convertire dolore o gioia
in concreto effetto di lettura
che appaia tra le righe
tutto il suo sentire e poi
svuotato nelle membra
lasciarsi andare attendendo
nuovamente dell'anima il sospiro.
Composta lunedì 30 dicembre 2013
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    Scritta da: Livido Nero
    in Poesie (Poesie personali)
    Un grumo di sogni,
    un accumulo di speranze
    che non so più dove sistemare,
    un agglomerato di ideali
    frantumati e sparsi ovunque.
    Inseguo la vita senza raggiungerla,
    tento di stringere i denti,
    cerco rifugio nel fulgido splendore
    di una notte da brividi e silenzio,
    nella solitaria bellezza delle stelle
    cerco una pace inarrivabile.
    Sono stanco e non ho sonno,
    sento freddo ed ho paura.
    Composta lunedì 30 dicembre 2013
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      Scritta da: Manuel Pagnani
      in Poesie (Poesie personali)

      Il tuo volto

      Con gli occhi aperti
      con gli occhi chiusi
      fisso sempre
      il tuo volto

      I tuoi occhi
      che mi guardano
      che sorridono dentro
      mentre ti parlo

      Uno sguardo lontano
      di luce
      che illumina
      il buio

      Che attraversa
      Che mi attraversa

      Mi incammino
      lungo il tuo sorriso
      in un viaggio
      per raggiungere le tue lontananze

      La rugiada del mattino
      della tua giovinezza

      Se tu chiudessi gli occhi
      io morirei in un istante
      precipitando
      in un abisso di buio

      Se solo tu smettessi
      di sorridere
      io giacerei morto
      in un deserto di silenzio

      Vorrei procedere
      camminando a ritroso
      per incontrarti
      non più lontana
      non più impossibile

      Mentre il sonno
      socchiude i tuoi occhi
      la notte mi inghiotte
      privandomi di tutto.
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        Scritta da: Manuel Pagnani
        in Poesie (Poesie personali)
        Il mio amore era cristallo di rocca,
        nelle sue sfaccettature giocavano
        il sole e la luna

        Il mio amore era grande,
        il suo splendore illuminava
        gli antichi confini dell'universo,
        il suo calore scaldava i cuccioli
        rannicchiati nel fondo della terra

        Il mio amore era potente,
        perché ogni giorno mutava
        il freddo inverno in primavera,
        al suo tocco si risvegliavano
        i rami secchi e spogli
        facendone sprizzare gemme e fiori

        Il mio amore era generoso
        perché portava la luce nel buio,
        toglieva la tristezza dal cuore più arido
        trasformandolo in tenero cerbiatto

        e le margherite ricoprivano le colline
        e gli uccelli sentendolo
        si affacciavano dal nido spauriti,
        spauriti di tanta felicità
        e cantarono con lui

        Perché il mio amore era terribile
        e spaventava i cuori pavidi
        perché voleva tutto e non da tregua,
        si ergeva alto sulla città e sulle colline
        ed il suo sguardo era così limpido
        che tutte le cose impure fuggivano
        a nascondersi nell'ombra
        per non morire,
        il suo sguardo era così adamantino
        che il più piccolo frammento di cristallo
        rifletteva luce di diamante;

        il mio amore di giorno era così dorato
        che lo si poteva vedere danzare con il sole
        e con lui fugare le nubi
        e la notte era così bianco
        che cavalcando la luna
        faceva danzare le fronde del bosco
        con lenti flussi e riflussi di onde marine
        cullando e rincuorando
        i piccoli animali della note.

        Amore tu eri questo
        e molto di più,
        tu mi avevi fatto risorgere
        dalla palude de i miei giorni
        per una nuova adolescenza
        vestito di una pelle senza cicatrici
        sotto cui scorgeva giovane sangue
        come un torrente nell'alveo del mio corpo,
        mi avevi dato mani che accarezzavano
        come una tiepida folata di primavera
        che porta un lontano frinire di grilli
        e dolce profumo di fiori,
        sentore di terra nuova.

        Questo amore,
        dolce e terribile,
        ha scavato gallerie sul mio viso
        perché la felicità mi faceva piangere.
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          Scritta da: Manuel Pagnani
          in Poesie (Poesie personali)

          Oceano

          Il mio guardare si perde
          in un immensa distesa turchina,
          par che non abbia limiti;
          riflessi di cielo
          nell'acqua viva,
          sembra vogliano comunicare
          i liquidi segreti del tempo.

          Colgo nella grazia
          del movimento delle onde
          un sentimento d'appartenenza,
          nel suo scroscio odo il suo respiro,
          nella bianca e frizzante spuma
          intravedo l'energía della stessa vita.

          Un emozione trova spazio
          dentro me e,
          come un oceano,
          si diffonde oltre i confini
          del mio stesso essere.
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            Scritta da: Manuel Pagnani
            in Poesie (Poesie personali)

            Poesia su Pachelbel Canon In d Major

            L'aria vibra di un suono celestiale
            dolce armonioso fluido
            penetra in abissali profondità del mio essere
            divini accordi
            giungono con soave perfezione
            facendo ondeggiare
            come l'oceano
            ogni singola mia molecola
            la sensazione di grazia
            si veste di poesia.
            Composta domenica 29 dicembre 2013
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