Scritta da: Brunason
in Poesie (Poesie personali)
Ferite
Vorrei cancellare,
con un sol gesto
tutti i ricordi.
Ogni parola,
ogni sguardo.
I silenzi.
E le attese infinite.
Composta mercoledì 25 maggio 2011
Vorrei cancellare,
con un sol gesto
tutti i ricordi.
Ogni parola,
ogni sguardo.
I silenzi.
E le attese infinite.
Ecco, alla fine mi hai lasciato.
Qui. Tutta sola.
Davanti alle mie paure.
Sola. Ad affrontare le mie fiere.
Sola. A fronteggiare l'infronteggiabile.
Sola a sopportare un peso smisurato.
Più grande di me.
Sola.
Eppure, se chiudo gli occhi
e mi abbandono,
sento la Tua mano forte
che, sicura, mi sostiene.
E solleva questo peso.
No. Non sono mai da sola.
Ci sei Tu con me.
Sempre.
Soliloquio
Io parlo forse troppo.
Tu non parli.
Egli a volte stra-parla,
noi non parliamo.
Forse voi parlate,
di certo essi parlano.
A quanto pare, tutti parlano.
Tranne noi...
Uff!
Su, dimmi: le senti?
Risate argentine,
Cascate gentili.
Mormorio roboante
di fiume montano
che scorre a rilento.
Son note squillanti
gioiose e sincere,
attraversano l'aria.
Bizzarre magie,
assai impertinenti,
Graziose armonie.
Placassero ora
l'amaro conflitto
tortuoso e insensato.
Ed ora, amico:
Chi è Il tuo nemico?
Le armi ho gettato.
Ascolta il sussuro,
immenso mistero.
Calore sicero.
Fuori brullo,
vigoroso dentro.
Nel cielo cupo
si staglia ardito.
E il sole arde
nel profondo.
Forte, deciso.
Ruvido legno.
L'essenza velata
Lieve e soave.
Pungente,
ardente.
Tenace,
mordente.
E insieme
addolcente.
Veramente
attraente.
Messaggio
Poche parole.
Vivi sereno,
E lasciami in pace.
Nascosto nell'ombra,
mi studi guardingo.
Se ardita mi levo,
cantando il mio canto,
tu getti una rete
e feroce mi afferri.
Maglie serrate,
dure sferzate.
Un lampo accecante,
un sordo furore.
Un balzo preciso:
fulmineo l'agguato.
Carezze
Se lo sfiori,
t'arricchisce.
Se lo batti,
ti ferisci.
Poeta è colui che ama comunicare.
Come un musicista, un pittore, uno scultore, un fotografo, un regista...
La comunicazione è una forma d'arte.
Chi comunica, può solo comunicare di sé, della sua interiorità, del suo vissuto.
Altrimenti è solo un attore che recita sé stesso (anche se il grande Shakespeare paragona la vita stessa a una recita: "Life's but a walking shadow, a poor player, That struts and frets his hour upon the stage" ).
Il poeta, poi, come il paroliere di stupende canzoni, svela il proprio sentire.
Perché lo fa? Narcisismo o ansia di rivelarsi, prima di tutto a sé stesso? Ognuno ha la sua risposta.
Ecco l'ampio bagaglio del poeta: emozioni, sensazioni, turbamenti, sentimenti, contorcimenti e, sopra-ttutto, l'amore.
L'amore donato, l'amore ricevuto, l'amore rubato, l'amore respinto, l'amore infelice, l'amore pieno, l'amore condiviso, l'amore gioioso.
Perché lo scopo della vita è amare.
Amare un partner, amare un figlio, amare un amico, amare un mendicante.
Amare un bambino, amare una nonna, amare un poeta.
Amare un cane, amare il mare, amare una giornata di sole o una notte stellata.
In genere, un poeta che parla d'amore, racchiude in pochi versi TUTTO il suo mondo, tutto il suo amore, andando ben oltre ai sentimenti che esprime, sublimando la stessa persona alla quale dedica i suoi versi.
Così, se parla dell'amico, racchiude in quel sentimento anche l'amore per l'amante o per il figlio, o per la vita o per l'amore...