Scritta da: Brunason
in Poesie (Poesie personali)
Differenze
Così diversi!
Luce d'ombra.
Cali almeno la notte, pietosa!
Composta martedì 15 marzo 2011
Così diversi!
Luce d'ombra.
Cali almeno la notte, pietosa!
Gelido come un fiocco di neve.
Un brivido noncurante
sfiora il mio volto.
(È ancora) silenzio
Il (tuo) silenzio indistinto
mi avvolge gravoso.
Tedioso e asfissiante.
Non sei che una pallida eco,
sperduta nel vento
di ricordi sfumati.
L'abbandono mi stringe
come coltre di piume,
importuna, d'estate.
L'oblio mi sfiora,
m'incatena furtivo,
sommesso mi afferra.
Come un manto di fumo,
denso e squamoso,
mi toglie il respiro.
Lacrime velate,
clandestine segrete,
copiose dagli occhi.
Come un manto di neve,
fresca e spumosa,
il silenzio mi avvolge.
Un gelo polare
disperde il calore,
crudele e mordace.
Il bianco abbagliante
acceca e confonde.
Non trovo più pace.
L'argentea cappa
scolora anche il cuore.
Uniforme, immota.
Non muta, m'afferra.
Mi abbranca, m'assilla.
Silenziosa tormenta.
"Non ce la faccio più!".
È un grido, è un gemito.
È un'invocazione.
È una supplica,
Una richiesta di aiuto
che mai nessuno ascolta.
È il silenzio, sai
che rende il mio dolore
infinito. Smisurato.
Senza fine.
Totale, devastante
Il tuo silenzio.
Dicono che il dolore sia sordo...
No, amico mio.
Il dolore ci sente.
Benissimo.
Ariecchimeme,
so' sempre quello.
'N sarterello.
Si voj, prendime.
'Na vista d'aqquila,
nun me sfugge gnente.
Du' orecchi pronti e
'na lingua tajente
Me ne vado pe' ggioco
tra la gggente a guarda'.
Le mani 'n tasca,
il passo svvelto.
'N sorisetto birichino,
scaltro assai,
e puro 'n po' aguzzo.
Aò: guai a chi je tocca!
Fischjetto e canto
a destra e a manca.
Canzono e ciancio
Co' questo e quello.
Che ce voj fa'?
A me me pjace troppo da parla'!
So' bbono e caro
Ma co' a lingua so' assai amaro!
Che voj?
No, no. Nun so' Pasquinio.
Quello era mi' cuggino.
E ce l'aveva solo co' i potenti.
No, no.
Jo me la rido un po' pe' tutti.
Grandi, grossi.
Bbelli e bbrutti.
'Chè si voj ride', caro mio,
ce n'è pe' tutti.
Nun se ne sarva uno.
Basta guarda' e ascolta'.
Che me voj di'
Puro pe' me?
E come no?
So' fforse 'n re?
Ti sei accorto che ti rimiri, pavone,
in uno specchio?
Ti guardi e ti sorridi.
Perdutamente innamorato.
A volte con cipiglio
ti riprendi e ti strapazzi.
Più spesso ti innalzi
e lanci i tuoi strali.
E voli sopra gli altri.
Ignari e sprovveduti.
Insulti, rimbrotti.
Aggressioni e ritorsioni.
Attento, narciso.
T'affoghi pure te!
Forse non te sei accorto:
nessuno deve render conto a te!
Tre, due, uno...
Boom!
(Ammazza che botta!)
Distrutta?
Macché!
Rinata e distesa.
Liberata e prosciolta.
Era ora.
Alè!
Sei acuto
e ti sembra di vedere.
Sono ottuso
e mi vedi limitato.
Diventi piatto
per riuscire a vedermi.
Io mi giro
e comprendo te.
Retto?
Né io né te,
ahimè!