Scritta da: Alexandre Cuissardes
in Poesie (Poesie personali)
Io oggi
Rifammi le domande,
chiedimi ancora le risposte,
chiedimelo ancora,
ti risponderò in modo diverso
perché adesso ho una testa diversa.
Composta sabato 4 agosto 2012
Rifammi le domande,
chiedimi ancora le risposte,
chiedimelo ancora,
ti risponderò in modo diverso
perché adesso ho una testa diversa.
Tu,
perditi dove vuoi,
e resta perso,
non rientrare.
Mantieni la fortuna che ti è toccata,
goditi l'anticipo del paradiso.
Quanto a me,
perdimi dove vuoi,
tanto nessun posto sarà quello
dove avrei voluto perdermi io.
Ciao Bruno,
buona giornata ai tuoi pensieri,
al tuo star fermo,
statua in piazza,
al primo dei tuoi tanti sigari da qui a stasera.
Buongiorno Valentina
profumata di pane ed entusiasmo,
buongiorno al tuo alzarti presto,
al vostro essere in due,
buongiorno piazza e strade che ospitate le nostre vite,
belle o brutte che siano.
Buongiorno rumori,
canti ed urla,
buongiorno sconosciuti e conoscenti.
Smessi i buongiorno
per non pensare a me
torna a bussare il mio male quotidiano.
Vi lascio un orcio pieno di parole,
o forse solo un mucchio di inutili discorsi,
tutti senza valore.
Potete dar via tutto,
e sarà tanto se riceverete un grazie,
magari per pura cortesia.
Il giorno dopo potreste vederle tutte
dentro un cestino,
per terra con la spazzatura
o appiccicate su piccoli quadretti di carta appesi al chiodo di un cesso da casa di miseria.
Più utili da morte che da vive,
partite dalla testa
ed arrivate molto in basso.
Perché siamo arrivati a così tanto,
che poi è così poco,
addirittura è niente.
Perché pensiamo di avere ancora le pistole cariche
e qualcuno da colpire,
se siamo sdraiati a terra,
pieni di ferite,
col buio intorno
e nessuno è più qui da anni.
Siamo i soli a guardarci in faccia,
ogni giorno,
ogni ora,
ed ognuno vede l'invecchiare dell'altro
ma non il suo.
Sto in mezzo a tutti,
sto sempre in mezzo agli altri,
accucciato su me stesso.
L' ultimo dei falliti,
il primo dei non riusciti.
Di tutti quelli che passano
conosco la storia,
dagli abiti ed i gesti.
Li vedo dal basso,
dal mio star fermo,
a chiedere,
col braccio teso,
la mano aperta,
con scarsi risultati.
E a malapena campo,
con la vita che mi sfianca,
ed ogni giorno mi ricorda che è qui,
per me,
per starmi addosso,
anche se indesiderata.
È profumo,
non so di cosa ma è profumo,
forse di fiori già tolti,
di parole di bene e parole di male,
profumo di vita che lega
e di morte che libera.
So che sono in chiesa,
vicino a me i miei rettili immaginati
ed i miei ultimi giorni reali.
Ma è una morte in salita,
di lei mio padre ne parlava per scacciarla,
io per avvicinarla,
sono qui a bere pensieri che mi faranno sputare parole,
scrivere inutili memorie di un passante che ha
attraversato una strada troppo larga
ed è rimasto fermo in mezzo.
Addosso a me il piccolo frazio di abiti portati troppo tempo,
del dormire vestito,
per il timore di un inesistente freddo,
sentire la stoffa come appiccicata.
Fragile in una battaglia di forti,
l'ultimo sabato con la vecchia ora,
un altro sabato senza corrente,
con i capelli che chiedono di essere lavati
ed io che rispondo:
si ma ad acqua fredda -
e loro che replicano:
- per noi va bene -
ma dillo al resto del corpo,
ed io che non replico.
La radio parla di elezioni,
di programmi,
di affluenza alle urne,
la gente parla alla radio,
la gente spesso sparla,
la gente pensa,
più spesso parla e non pensa,
io assisto impotente,
perdente,
perso per me,
disperso forse per altri,
spento.
L'abbiamo visto in tanti,
quell'uomo di potere steso a terra,
ferito,
che invocava aiuto,
qualcuno nel passare in fretta lo ha scansato,
tirando dritto,
perché di lui non si fidava,
altri si son fermati
ma vedendo chi era han preferito ripartire,
il terzo gruppo
pieno di rabbia
ha preso la rincorsa per passargli sopra.
Io non ho visto come va a finire
e non lo posso raccontare,
me ne sto in disparte a vomitare.
i governi eletti nascondono i governi ombra.
I governi ombra convivono con i governi eletti,
li condizionano.
Nuovi governi si affiancano ad eterni governi ombra.
Gli uomini di governo sono pieni di ombre.
Gli eletti sono spesso ombre che si sono elette fra loro.
Le promesse contano più dei fatti,
perché i fatti non ci sono.
Le promesse mancate sono sempre colpa degli errori degli altri.
Intanto sinistri ministri fanno i loro interessi
e rovinano poveri cristi.
Uomini bravi sono ridotti a schiavi,
in attesa di giudizio o di giustizia,
Ma nel frattempo si sono abituati all'ingiustizia,
ed alle ombre.