Scritta da: Alexandre Cuissardes
in Poesie (Poesie personali)
due
Ti penso,
ma è la sua testa che lo sa
non la mia
se solo tornassi in me.
Composta sabato 4 agosto 2012
Ti penso,
ma è la sua testa che lo sa
non la mia
se solo tornassi in me.
Hai accettato i miei denti poi la mia dentiera,
hai accettato i miei capelli
poi i miei vuoti
il mio alzarmi presto
ed il mio tradire,
hai accettato
ma io non ho mai accettato te.
Non ridetevi addosso
né per sdrammatizzare
né per gioire.
Ridete addosso a me,
sia tu che gli altri,
è il mio mestiere
farmi ridere addosso,
lasciarvi sfogare.
È il tuo corpo che parla per te,
quei capelli arruffati,
le rughe,
le battaglie perse,
il tempo passato,
le macchie,
i segni e le cancellature,
il graffi di rabbia
e quelli d'amore.
È inutile che lo copra con abiti adatti,
è il tuo corpo che parla per te,
anche senza di te.
Si è intriso del mio sangue da adulto,
del mio sangue da ferite,
del mio sangue d'anima
l'abito che porto.
Si è intrisa della mia bava di vecchio,
bava che non è segno di desideri
o appetiti,
ma di perdita,
la corda che ho in tasca.
E si è intrisa di me,
delle mie lacrime immense
delle mie paure
questa povera terra
chi giace e sopporta.
Mi sono macchiato col vino al veleno
caduto per terra ad una cena,
l'ultima cena,
con dodici traditori
e col latte uscito dal seno di madre.
Ma tutto è ieri,
finito.
Dopo la nostra traversata
ho rivisto il bicchiere per come è,
più piccolo di me.
Adesso sono formiche bianche a volerlo traversare,
ho messo uno stuzzicadenti a fare da ponte,
con un soffio leggero le ho aiutate ad andare di là,
chissà se erano felici.
Ma io non ho mai visto una formica sorridere,
è l'effetto del quarto bicchiere,
sto qui smarrito,
col diritto a nuotare,
con le formiche,
nel bicchiere.
L'ultima volta che ti ho vista morta,
eri distesa con la tua coscienza accanto,
il cuore fermo,
come la volta prima,
e come sarà in futuro.
Sei sempre bella
ma non come allora,
sempre bugiarda,
ma meno di allora.
Adesso non serve,
adesso sei sola,
non come allora.
Ma non sono soli
i tuoi amanti di ieri,
tutti rientrati a casa,
quelli che oggi fanno finta di non conoscerti,
quelli che adesso saresti anche disposta a considerare persone,
non portafogli
da vuotare,
come era allora.
Sei fatta di giorni
di viaggi
di memoria
di ricordi
di approdi immaginati.
Sei fatta di racconti
di nostalgia
di speranza.
Sei vita vissuta
per chi una vita ce l'ha,
fatta dei ricordi di ieri,
del vivere oggi,
dei progetti futuri,
ma sei solo un immagine in cornice
sei fatta di niente.
Così succede che di giorno
il sonno ti si aggrappi addosso,
a volte come tanti dolci cuccioli
che vogliono essere coccolati,
o sia un noioso insetto
oppure un ragno pieno di veleno,
e quando non ce la fa la notte
a tenerti sveglio
ecco che arrivano il serpente,
ed il pozzo,
senza fine.
La discesa
il precipizio,
sempre all'indietro,
fino al mattino dopo,
quando
di nuovo
così succede che il giorno ti si aggrappi addosso
a volte.