Poesie inserite da Alexandre Cuissardes

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Scritta da: Alexandre Cuissardes

Le tracce

Faccio inutili segni,
scrivo parole
che diventano subito incomprensibili,
ma del resto non c'è molto da capire,
c'è solo da accettare.
Segni sul muro,
graffi di rabbia,
segni con le unghie,
con i chiodi,
segni di dolore forte,
storie che solo chi ha scritto può spiegare.
Composta martedì 31 luglio 2012
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    Scritta da: Alexandre Cuissardes

    Gli occhiali della poca storia

    Chi deve giudicare respinge il giudizio sul suo giudicare
    ed ancor prima quello del buonsenso offeso,
    ma intanto il gran garante invita tutti a fare bene
    e stare uniti.
    Parla in punta di fioretto
    a chi addosso ha mazze,
    lance e spade.
    Il grande abbaglio di pochi ha generato il grande sbaglio
    di molti.
    ed oggi sono i troppi,
    "quelli dello sbaglio",
    che pagano per i pochi,
    "quelli dell'abbaglio".
    Composta lunedì 30 luglio 2012
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      Scritta da: Alexandre Cuissardes

      I nostri bicchieri

      C'è chi si è perso fra la folla,
      chi in un bar,
      una stazione,
      chi nelle nubi.
      C'è chi si è perso a testa bassa
      su un bicchiere che si vuota troppo in fretta.
      C'è chi non sa più cosa è la sete
      ma ha solo voglia di bere.
      Loro non vedono,
      tra loro non si vedono,
      dagli altri non sono visti.
      In fondo alla bottiglia si cela il mistero,
      finito il vino,
      risolto il mistero,
      cercano altro vino
      per scordare la soluzione del mistero.
      Composta lunedì 30 luglio 2012
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        Scritta da: Alexandre Cuissardes

        La croce e le volpi

        Hanno fregato anche il nuovo venuto,
        le vecchie volpi.
        Hanno trovato un nuovo colpevole di tutto,
        da dare in pasto agli scontenti.
        Gli hanno messo l'uomo nero in mano,
        tutti pronti
        a fucile puntato.
        E mentre loro sono tutti in fila,
        clinica amica,
        a rifarsi il trucco,
        a ricucirsi una verginità
        per riproporsi poi ai fessi di sempre,
        c'è già chi urla "al voto al voto"
        per incoscienza,
        chi dice "al voto no",
        per la paura.
        Il voto,
        pistola scarica
        ma che ancora illude ancora.
        Chissà,
        forse lo rispediranno da dov'è venuto,
        senza mutande e col cappotto addosso,
        quello glielo lasceranno,
        come una tunica,
        ennesimo santo laico
        sacrificato al male eterno del paese.
        Composta lunedì 30 luglio 2012
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