Poesie inserite da Alexandre Cuissardes

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Scritta da: Alexandre Cuissardes

Si ricomincia, ma non abbiamo mai smesso

Ancora non abbiamo tolto i vecchi
che già cominciano a volare i nuovi stracci.
Messo per ora l'ultimo monarca,
con le orecchie d'asino
dietro la lavagna
dalla supplente in calze a rete,
abbiamo già notizie sui nemici nuovi,
nemici poi di chi non lo sappiamo,
fra loro si fan guerra e noi paghiamo.
Adesso tocca alle presenze occulte
a chi da dietro il palco ha reso un comico
un aspirante re del nulla,
per rompere le regole
e rompere i coglioni,
manovrato,
a sentir gli altri,
uomo tenuto su dai fili.
Burattinai,
forse stregoni
forse massoni
certo furboni.
Ed ecco arrivano gli attacchi
volgari oppur sensati
urlati o scritti bene,
o sparati dal piombo dei giornali.
E allora dagli addosso
al sindaco ribelle,
primo protagonista dell'esperimento,
etichettato come "granduca popolare",
un dilettante,
rispetto a chi è addentro al malaffare.
E le dispute di tutti,
su tutti,
il nome ripudiato,
i nuovi parvenu della politica
e l'ironia di chi da troppo tempo
si sente re,
non si guarda in giro
o meglio in basso,
e non capisce di esser lui a rischiare
di finire sotto tiro.
Allora tutti addosso ai nuovi,
agli invasori,
a quelli che vogliono cambiare,
togliere il giocattolo di mano
a chi da sempre lo ritiene suo.
È l'antipasto fisso
del menù del giorno,
lo sputtanamento.
È il piatto nazionale,
il colpire l'altro,
sempre e comunque.
Ma di una cosa ci siamo tutti resi conto,
che il boccone è cosi ghiotto
che val la pena sputtanare
e sputtanarsi
pur di non perdere il diritto
di stare a quel banchetto a festeggiare,
mentre la gente intorno,
non ha più denti
neppure per litigarsi gli ossi.
Composta lunedì 25 giugno 2012
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    Scritta da: Alexandre Cuissardes

    Fino a ieri

    T'ho aspettata sotto la pioggia,
    con l'emozione del primo appuntamento
    e l'amore delle mille altre volte.
    Ti ho aspettata al sole
    col culo sopra una lambretta
    o appoggiato ad un muretto,
    in mezzo a chi aspettava l'autobus,
    alla messa della domenica mattina.
    Insieme a chi manifestava
    perché si aspettava di più dalla vita,
    ed io lì in mezzo
    ma aspettavo te.
    Tu eri il mio di più dalla vita,
    bastavi.
    Composta lunedì 25 giugno 2012
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      Scritta da: Alexandre Cuissardes

      Vita a due guerra a due

      Perché ci siamo scelti
      se siamo cosi uguali,
      forse
      per rendere ancora più monotona la nostra esistenza?
      Ed a cosa può servire
      avere un eterno si nella nostra vita a due,
      anzi a tre,
      tu,
      io e la noia.
      E se invece fossimo tanto diversi
      a cosa servirebbe discutere di tutto,
      cercare la battaglia,
      renderci ancora più difficile la vita.
      Ed allora perché siamo come siamo
      e ci siamo scelti.
      Noi non lo sappiamo,
      il caso la sa
      la verità.
      Composta lunedì 25 giugno 2012
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        Scritta da: Alexandre Cuissardes

        Visto... con distacco

        Ed ecco che si baciano,
        lui e lei,
        a metà del primo tempo,
        belli grandi sul telone,
        con la musica più adatta.
        Ed io sto qui a guardare
        seduto in quinta fila,
        secondi posti,
        come nella vita,
        eterno spettatore,
        con i miei gusci in mano,
        con le mie noccioline in bocca.
        Nella sala qualcuno imita gli attori,
        bacia la fidanzata,
        magari sogna l'attrice.
        Io sto qui,
        non sogno niente,
        né l'attrice
        né la storia.
        Io sono gli altri,
        che non baciano le attrici
        ma mordono le noccioline.
        Composta lunedì 25 giugno 2012
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          Scritta da: Alexandre Cuissardes

          tuttinfila

          Tornano in superficie i visi del passato,
          tutti lì in attesa,
          le rughe,
          le croste,
          gli occhi tristi,
          i denti cariati.
          Ecco il novecento.
          Ecco i partigiani,
          i fascisti,
          i contestatori,
          i terroristi
          i perdenti,
          i qualcosa.
          Si ripete l'errore che porta l'orrore,
          le valigie di cartone sono pronte,
          partono di nuovo i bastimenti,
          fazzoletti di carta salutano,
          tutti hanno saltato due repubbliche,
          siamo al primo novecento,
          ultima possibilità.
          Composta domenica 24 giugno 2012
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            Scritta da: Alexandre Cuissardes

            Progetto protetto

            Abbiamo conquistato città di fantasia
            per poterci sputare sopra in una notte di grandi bevute.
            Abbiamo fatto progettare lunghi muri dai migliori architetti per pisciare a distanza ed al sicuro,
            e pozze d'acqua di lusso
            per specchiarsi meglio
            e vedersi belli anche con le occhiaie,
            e vigne col vino pronto a farsi bere
            direttamente
            come ad una cannella,
            ma poi ci siamo svegliati,
            solo per un attimo,
            abbiamo di nuovo chiuso gli occhi,
            progetto rinviato.
            Composta sabato 23 giugno 2012
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              Scritta da: Alexandre Cuissardes

              Uno sguardo veloce

              Le tue cose sparse in giro,
              come nella stanza di un albergo
              quelle di un viaggiatore che va di fretta
              o come quelle di chi vive di fughe.
              Basta poco
              per vedere che non c'è nulla di me
              nella tua vita,
              mentre io ho pezzi di te
              dentro il mio cuore.
              Anche se la mente si rifiuta di ricordare il tuo nome.
              Composta domenica 24 giugno 2012
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                Scritta da: Alexandre Cuissardes

                Passi indietro con la mente

                ormai lo faccio spesso,
                cura o malattia che sia.
                Torno su quei luoghi
                dove la mia confusione
                cede,
                si fà da parte,
                mi permette di capire
                se tutto fosse stato vero o no
                allora.
                Se sono accaduti i fatti
                o se ho sognato.
                Se esistono i luoghi dove ho vissuto le mie storie.
                Torno e cerco di ricordare,
                a volte mi fermo un attimo
                appena prima della paura.
                Mi convinco
                che se non ricordo niente
                è perché non voglio ricordare
                non perché non è successo.
                Questo mi dà certezza
                che lì ho vissuto un pezzo del mio passato
                ed anche la certezza che la storia è da scordare.
                Composta domenica 24 giugno 2012
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