Poesie inserite da Alexandre Cuissardes

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Scritta da: Alexandre Cuissardes

In casa, solo di notte

Ho aperto il frigo,
era pieno di parole,
qualcuna ormai marcia,
le ho messe dentro un mixer fatto a bocca,
ne ho fatto frasi.
Di quelle rimaste,
troppe e confuse,
ho fatto polpette,
le ho condite con i miei pensieri avanzati
e le ho rimesse in frigo,
per la prossima voglia.
Composta mercoledì 20 giugno 2012
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    Scritta da: Alexandre Cuissardes
    E adesso si è calmato
    il vento,
    non sferza più,
    ma il cuore no,
    lui urla,
    come se fosse fuori da me
    in corsa,
    in fuga,
    e batte forte,
    lo sento,
    come una bomba.
    E la rabbia,
    la consigliera di sempre,
    mai ascoltata,
    temuta,
    ma saggia con me,
    lei che mi guarda con sdegno,
    io che l'ho tradita,
    delegando le mie ragioni a terzi,
    io che non gli ho permesso di farsi spada.
    Si allontana in cerca di un corpo nuovo,
    di nuovo lavoro.
    Respiro forte,
    fermo al muro,
    inutile.
    Composta mercoledì 20 giugno 2012
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      Scritta da: Alexandre Cuissardes

      Ieri oggi punto

      Foto di ieri con me giovane,
      carta di seppia.
      Foto di oggi con me vecchio
      foto ricordo,
      per chi vorrà ricordare.
      Io non mi guardo neppure più allo specchio.
      Lo chiedo a chi incontro
      di dirmi come sono,
      di farmi da specchio
      solo per un momento.
      Se sento l'odore di uno specchio intorno
      schivo la strada
      per non rischiare
      di dovermi vedere,
      di sentirmi osservare.
      Composta domenica 17 giugno 2012
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        Scritta da: Alexandre Cuissardes

        Il ricorrere alle bottiglie degli altri

        in questa sera,
        pesante come tutte,
        seduto.
        Con te davanti,
        a raccontarti a me,
        che avrei molto di più di te da dire.
        Tu che interrompi
        solo un attimo
        giusto per dare ancora fondo
        al tuo bicchiere,
        io che ti verso
        ciò che trovo in giro,
        faccio da cameriere.
        Sento il tuo parlare,
        ed evito commenti,
        per non darti modo
        di ricominciare ancora
        o farmi scomode domande...
        Ma se dovessi aprire la porta alle mie parole
        ed iniziare a raccontare tutto il mio,
        sommergerei la stanza,
        ed anche il fuori,
        ed una volta vuotato il mio immenso sacco,
        forse troverei la forza per fare finalmente ciò che dovrei.
        Giustizia,
        per me e per gli altri,
        per tutti quelli ridotti a nulla
        quelli senza la tessera
        e senza protettori,
        quelli incapaci di adeguarsi
        a barattare il poco
        oppure il troppo,
        per consenso,
        quelli senza bombe o mitra,
        forse senza coraggio,
        ridotti dalla vita solo ad ascoltare
        senza più avere ne la voglia
        ne il coraggio per parlare.
        Composta domenica 17 giugno 2012
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