Poesie inserite da Alexandre Cuissardes

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Scritta da: Alexandre Cuissardes

La scatola delle parole segrete

Ho tolto il libro da dov'era,
spostandolo di poco,
ho soffiato sulla polvere,
era polvere d'incenso.
Ho messo il libro al suo vecchio posto,
colmando un vuoto di anni.
Ho messo in ordine le tue cose,
solo le tue,
le mie non sono più qui da tempo,
mi sono sdraiato sul letto ed ho chiuso gli occhi,
... solo per un po'...
Composta sabato 9 giugno 2012
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    Scritta da: Alexandre Cuissardes

    Ottanta o giù di lì

    Le mie orecchie un po' sorde tollerano appena la tua voce,
    i miei occhi si soffermano solo sulle tue rughe.
    Contiamo gli anni passati insieme,
    ognuno col suo pallottoliere,
    e ci interroghiamo con la mente su quelli che restano,
    ognuno sperando di arrivare secondo,
    dopo l'altro.
    Parliamo male della televisione,
    ma la benediciamo in silenzio,
    l'amante di entrambi.
    Composta sabato 9 giugno 2012
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      Scritta da: Alexandre Cuissardes

      I più me

      A passi di tango,
      addio Marcello,
      addio Rudy.
      Non ho cercato niente,
      sapevo che era inutile.
      Avessi avuto fiuto
      sarei stato cercatore,
      avessi avuto forza
      sarei stato un campione,
      ma più di tutto
      avrei voluto essere smaliziato e fortunato cacciatore di fortuna.
      Ma sono statua di carne
      in mezzo a questa folla
      che vaga nel fumo,
      si urta
      si tocca,
      mani maschili che cercano culi di donne
      che ancheggiano per farsi toccare,
      mani di donne
      che scorrono di nocche
      su pantaloni per provocare.
      Ho bicchieri vuoti
      davanti a me,
      intorno a me,
      mantengono tracce colorate
      dei liquidi che contenevano,
      li inquadro,
      li metto in fila,
      appannati,
      appannanti.
      È un arcobaleno,
      terremoto negli occhi,
      il fegato protesta,
      il basso del corpo reclama il bagno,
      vuol pisciare,
      da lui in su vorrei scopare,
      ma anche dormire.
      Tengo sveglia questa mia testa
      che chiede di riposare.
      Intanto lavo i colori dei bicchieri,
      ho in mente le parole
      "we skipped the light fandango"
      bach, l'aria sulla quarta corda,
      io sono sempre sulle tante
      troppe corde.
      L'argentina,
      londra,
      les enfants terribles di dean street.
      vorrei morire di sogni
      ma sono costretto a vivere di morte
      con davanti a me tanti bicchieri da lavare,
      così è la vita,
      così è la morte.
      Composta sabato 9 giugno 2012
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        Scritta da: Alexandre Cuissardes

        L'ultimo lasciare

        Ho cambiato nome,
        ho fatto del mio nome
        un'altro nome.
        Il mio l'ho cancellato,
        o forse l'ho ammazzato
        o l'ho affidato a qualcosa da poco,
        non ricordo,
        ero confuso.
        Mi sono preso un po' di tempo
        per vivere una vita diversa,
        quella di un nome non mio.
        Ho seppellito il nome prima di me,
        e me col vecchio nome.
        Oggi muore un nome
        dentro c'era un uomo.
        Composta lunedì 4 giugno 2012
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          Scritta da: Alexandre Cuissardes

          La mano vuota

          Che fine ha fatto la parola noi
          che abbiamo tanto corteggiato insieme,
          se ormai c'è un muro che divide il tu dall'io.
          Che senso ha per me poter dire solo io,
          anzi io solo... io da solo.
          Quell'"e" che ci legava
          come in una società d'affetto
          io l'ho segato ormai da tempo,
          resta lo spazio vuoto,
          anzi,
          solo il vuoto
          nel mio spazio.
          Composta lunedì 4 giugno 2012
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            Scritta da: Alexandre Cuissardes

            Hyde park corner

            Parla,
            giusto per dare aria alla bocca,
            parla per dare fiato alle tue trombe,
            per rendere il tuo niente qualcosa di conosciuto.
            Parla per chi ti ascolta
            e per chi passa veloce,
            parla anche per chi crede che tu parli per lui.
            Ma io che ti conosco,
            lo che non parli neanche più per te,
            parli per parlare
            e basta.
            Composta lunedì 4 giugno 2012
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              Scritta da: Alexandre Cuissardes

              Non servi

              Caro buonsenso
              ti hanno visto in tanti,
              quasi disperato,
              offrirti a tutti
              anche al peggior offerente,
              come una puttana chiedere,
              o chiedere come chiede un mendicante,
              a testa bassa.
              Implorare l'attenzione come un bimbo,
              pur di rientrare tra la gente.
              Caro buonsenso
              ormai lo sanno tutti
              che come per le stoffe finisce la stagione
              per te è finito il tempo
              e non ritorna.
              Composta lunedì 4 giugno 2012
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