Poesie inserite da Alexandre Cuissardes

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Scritta da: Alexandre Cuissardes

I malati sani

Il grande capo ha chiamato il medico/becchino,
cura leggera,
certificato di morte pronto,
non si sa mai.
Gli agonici malati continuano a blaterare,
a rifiutare sia le cure,
che il veleno,
come qualcuno gli vorrebbe dare,
neppure ora sono consapevoli
di ciò che gli succede intorno.
Composta lunedì 7 maggio 2012
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    Scritta da: Alexandre Cuissardes
    Le ore saltate,
    sono quelle che cambiano
    in base a quello che succede,
    a con chi sei,
    cosa fai,
    sono quelle che durano o più
    o meno delle altre,
    quelle che non ti accorgi che sono passate,
    o che non passano mai,
    che arrivano troppo presto
    o purtroppo non arrivano,
    quelle che possono durare giorni
    o attimi,
    quelle che ricordi con rimpianto
    o non avresti mai voluto passare,
    ma che se ne fregano di te e ci sono,
    come vogliono loro.
    Composta lunedì 7 maggio 2012
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      Scritta da: Alexandre Cuissardes

      Giustizia amara

      Ancora c'è chi ce la vende bene,
      come se fosse quella vista in tv,
      come se fosse quella degli eroi citati.
      Ma ormai,
      facciamo troppi sforzi
      a credere anche al buongiorno,
      e dunque ci spacchiamo
      fra fare gli scongiuri
      e lo sperare di non doverci incappare mai,
      ed il tifare a volte "per quegli altri"
      Composta lunedì 7 maggio 2012
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        Scritta da: Alexandre Cuissardes

        Cenerentola

        Ci siamo incantati
        davanti ad uno specchio che ormai è stanco di averci di fronte,
        di guardarci.
        Lo specchio ci ha sputato in faccia,
        si riflette in noi e vede che siamo ogni giorno più vecchi rispetto al giorno prima
        mentre lui e sempre uguale.
        Lui lo sa
        che le cose sono sempre sopravvissute all' uomo .
        Composta lunedì 7 maggio 2012
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          Scritta da: Alexandre Cuissardes
          Quello che ci attraeva così tanto,
          che ci faceva stare a letto per ore
          adesso ci fa quasi schifo.
          Le nostre mani,
          le labbra,
          gli occhi.
          Quel sudore
          che ci incollava i corpi,
          tutto è diventato quasi imbarazzo.
          Quell'essere estranei
          che ci fa voltare ognuno dall'altra parte nel letto,
          per non farci pensare
          che c'è molto del noi da scordare.
          Per non vedere l'altro
          e ciò che resta dell'altro.
          E forse entrambi ci chiediamo cosa ci ha attratto,
          come erano i nostri occhi di allora.
          Come ci vedevano.
          Come ci sentivamo,
          chissà.
          Composta lunedì 7 maggio 2012
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            Scritta da: Alexandre Cuissardes

            150, nuovi colori italiani

            La bandiera

            il rosso è quello della nostra vergogna per come siamo ridotti
            il verde quello delle nostre tasche vuotate da incoscienti
            il bianco quello del nostro viso impaurito  da come ci stanno massacrando

            la politica

            la destra ci ha lasciato un umore che non è dei migliori, è molto nero.  
            La sinistra ci ha lasciato i segni delle frustate sul culo, è molto rosso .
            Composta martedì 8 maggio 2012
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