Le migliori poesie inserite da Andrea De Candia

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Scritta da: Andrea De Candia
Tua moglie, una conchiglia di mistero,
donna che si difende alle parole,
come Petrarca ne farei una dea.
È donna che ricerca smarrimenti
che cerca un'acqua torbida di morte
per poi ridiventare sirenetta.

Hai mai capito tu quelle ali unite
di troppo maneggevole farfalla
che vorrebbe volare oltre i momenti
di questa terra gonfia di confini?
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    Scritta da: Andrea De Candia

    Rendimi i miei capelli

    Rendimi i miei capelli,
    non portarli con te nelle tue pene,
    inebriami di baci, come statua
    che abbia compiuto musiche maggiori.

    O coscia del destino semiaperto,
    lascia che ti ricami una chimera
    sull'avambraccio
    prima che la follia del tempo
    divori le caviglie.

    Sei nata donna
    ma tu sei così oscura
    come tranello in cui tema il piede
    di orizzontarsi. Sei la mia dimora,
    la dimora traslata dalle vigne
    che fa tacere anche il pavimento.
    Composta giovedì 31 marzo 2016
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      Scritta da: Andrea De Candia

      Persiano morto

      Per decreto del sangue
      trasse dall'orcio azzurro della fuga
      il ben scolpito ed affilato brando
      e lo vibrò più alto
      dei confini vitali: su cervici
      immaginose, cui la sua miseria
      umana contrastava in agonia
      di serafiche forze. E non lo volle
      vittorioso la Furia che s'accampa
      ora pietosa al lato del suo scudo.
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        Scritta da: Andrea De Candia

        Tu sapessi

        Tu, che senza sospetto mi sei amico,
        non osare cercarmi. Tu sapessi.
        Quest'amore che s'apre a tradimento
        dentro di me – questo coltello a scatto,
        affilato in cantine d'insonnia
        e di vergogna, sepolto nel cuscino
        a tormento dei sogni – cerca te.
        M'inebrio al colpo che t'assalirebbe
        all'altezza dell'anima. M'inebria
        pensare come il volto
        ti si farebbe pallido, e smarrita
        l'onestà dello sguardo.
        Chiaro sguardo – offuscato.
        Animo – morsicato. Per mia colpa.
        Tua Eva, divenuta, tuo serpente –
        io – battezzata!
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          Scritta da: Andrea De Candia

          Noi siamo sardi

          Noi siamo spagnoli, africani, fenici, cartaginesi,
          romani, arabi, pisani, bizantini, piemontesi.

          Siamo le ginestre d'oro giallo che spiovono
          sui sentieri rocciosi come grandi lampade accese.

          Siamo la solitudine selvaggia, il silenzio immenso e profondo,
          lo splendore del cielo, il bianco fiore del cisto.

          Siamo il regno ininterrotto del lentisco,
          delle onde che ruscellano i graniti antichi,
          della rosa canina,
          del vento, dell'immensità del mare.

          Siamo una terra antica di lunghi silenzi,
          di orizzonti ampi e puri, di piante fosche,
          di montagne bruciate dal sole e dalla vendetta.

          Noi siamo sardi.
          Composta mercoledì 25 febbraio 2015
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            Scritta da: Andrea De Candia

            Ritratto di un'ombra

            I tuoi occhi, orma di luce dei miei passi;
            la tua fronte, solcata dal lampo delle spade;
            i tuoi sopraccigli, orlo della rovina;
            le tue ciglia, messi di lunghe lettere;
            i tuoi riccioli, corvi, corvi, corvi;
            le tue guance, stemma del mattino;
            le tue labbra, ospiti tardivi;
            le tue spalle, statua dell'oblio;
            i tuoi seni, amici delle mie serpi;
            le tue braccia, ontani alla porta del castello;
            le tue mani, tavole di morti giuramenti;
            i tuoi fianchi, pane e speranza;
            il tuo sesso, legge dell'incendio boschivo;
            le tue cosce, ali nell'abisso;
            i tuoi ginocchi, maschere della tua boria;
            i tuoi piedi, teatro d'armi dei pensieri;
            le tue piante, cripte di fiamme;
            la tua orma, occhio del nostro addio.
            Composta giovedì 31 marzo 2016
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