Le migliori poesie inserite da Angela MORI

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Scritta da: Angela MORI

Giorno di riposo

Giorno di riposo
Anima libera,
Anima mia spensierata,
Com'è bello ritrovarti
In questo riposo tanto agognato,
Com'è lieto scoprire che non se sfiorita
Al contrario del corpo
Sciupato e affannato dagli anni
Sei ancora uguale come quando,
T'incontrai assai tempo fa,
Capace di gioire e divertirti
Come fossi ancora,
L'anima mia da bambina.
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    Scritta da: Angela MORI
    Rinchiusa nell'ombra,
    prigioniera di un passato
    Troppo bello per durare a lungo
    Taciturna ed immobile
    alla mercé di sguardi curiosi
    Ed azioni poco interessanti,
    Quella donna se ne stava.
    Avvolta nella sua vestaglia
    Con le mani sul grembo
    pareva opera d'ignoto artista.
    Seduta in quella seggiola
    In quella stanza al secondo piano
    Di un palazzo sciupato dal tempo.
    Stava così da anni,
    Dall'alba al tramonto
    Ero certa d'aver la veduta li
    Anche dopo mesi dopo aver saputo
    Che il suo cuore più non batteva
    E che il suo sguardo vuoto
    Sì era finalmente colmato d'infinito
    In un tiepido pomeriggio d'estate.
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      Scritta da: Angela MORI

      Bambino solo

      Lui piangeva:
      Il suo cuore da bambino amava e perdeva.
      Lui tremava:
      La paura era più forte dei gemiti
      Che nel cuscino affogava.
      Non sentire voleva
      Quei fragori della vita,
      Che lo circondava senza affetto,
      Ma nelle sere il vento della solitudine
      Si tramutava lento
      Nella sua voce;
      Lei gli mancava!
      Solo al buio rimaneva
      In quel tetro degli anni, cresceva.
      Chissà cosa pensava
      Quando la individuava tra i vetri appannati,
      Nella notte che il cielo riversava
      O nei sorrisi falsi di chi lo ingannava,
      Al rosso dei tramonti
      Che il tempo aumentava.
      Chissà come la vedeva,
      Nei suoi sogni mentre la cingeva
      E il suo cuore da bambino sperava
      In un rientro che mai sopraggiungeva.
      Cresceva e amava
      Senza forza ormai di sperare,
      Adulto diventa e solo rimane
      Senza di lei cha tanto amava.
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        Scritta da: Angela MORI

        Sorridi

        Sorridi!
        Sconforto sulla faccia rugosa,
        Dalla magrezza imbarazzante,
        Dove fame nutre il corpo,
        Occhi ancor vispi in un'infelice parvenza,
        Di speranza.
        Sorridi!
        Con la mano
        Protratta in avanti,
        Che veterano ebano raggrinzito pare,
        Voce dell'indigenza,
        Che invoca pietà e carità.
        Sorridi!
        Sotto gli abiti sciupati dal tempo,
        Cuore che picchia lento,
        La fiacchezza della mancanza,
        Offusca la vigoria scomparsa,
        Nella riarsa terra da cui provieni.
        Sorridi!
        In quella bocca senza cura,
        Macchiata e inferma,
        Dalla trascuratezza.
        Sorridi!
        Una supplica, una richiesta,
        Una preghiera guidata dal bisogno,
        In ginocchio resti,
        Tra i viandanti indaffarati.
        Mi fermo, ti scruto e penso.
        Sorridi!
        Tu che riso dovresti mutare in pianto,
        Mentre chi vive tra gli averi,
        Piange inappagato e mal contento.
        Tu sei forte Signora della privazione,
        Molto più forte dell'inedia
        E della mestizia stessa.

        Angela Mori.
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          Scritta da: Angela MORI

          Le stagioni dell'amore

          Due contadini,
          Un uomo e una donna,
          Tra la natura;
          Spalle curve e testa china,
          Sui campi delle stagioni.
          Primavera, estate, autunno e inverno,
          Riposano dopo pranzo,
          Sotto la stessa quercia,
          Dove baci del primo amore,
          Ardevano sulle labbra,
          Rosate come boccioli,
          Appena fioriti in primavera,
          Dove promessa mantenuta fu data,
          Dove età avvizziva lenta,
          I volti, ora gracili e rugosi,
          Bruciati dal sole
          Che come in estate incendia campi.
          I capelli,
          Un tempo oro come grano,
          Folti come fronde rigogliose,
          Ora, bianchi come neve d'inverno,
          Esigui come i giorni restanti,
          Dove nel grigio d'autunno
          Gemono come foglie al vento,
          I ricordi,
          Due persone,
          Donna e uomo,
          Sempre sulla stessa via.
          all'orizzonte il riposo,
          Nella stessa cascina dal tetto cremisi,
          La sera cinta,
          Del cinerino fumo di un camino.
          Quattro stagioni,
          Due persone,
          Un solo eterno amore,
          Per la vita intera.
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            Scritta da: Angela MORI

            Il bambino

            Da solo giocava,
            il bambino dal mondo dentro,
            da solo parlava,
            a chi non sa ascoltare,
            solo lui rideva,
            di risate non capite
            era solo lui,
            con la sua ignota pena...
            Il suo gioco durerà la sua vita intera,
            non tramonterà, ne sciuperà
            la sua innocente anima,
            ma muterà, solo il suo corpo.
            Che importa a quel bambino infinito
            se la gente di lui ha compassione?
            Lui gioisce, parla e gioca da solo,
            tra gli altri che fioriranno,
            effimeri fanciulli che
            diventeranno uomini;
            in lui invece si mostra il dono dell'infanzia,
            Per sempre.
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              Scritta da: Angela MORI

              Il rubacuori

              Egli preferisce grazia inviolata,
              Creatura quieta e ubbidiente,
              Che si elargisce scoprendo
              Ogni suo spazio,
              Con turbata malizia.
              Egli non avversa,
              Grazia alcuna,
              Purché ardua non sia conquista,
              L'essere gentil sesso,
              Che non si contrasta,
              Al cavaliere o al predatore.
              Egli bramerebbe,
              Di espugnare la sua anima,
              Liberandone le doti velate;
              Virtù che innate,
              Possano saziare la sua sete,
              D'amore e di passione.
              Solo in seguito
              Che l'avrà posseduta
              Si tedierà di essa.
              La ricerca di una novella realtà,
              Sarà l'evento da fondare,
              Che brulicherà la sua mente,
              Fino alla nuova,
              Frizzante conquista.
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                Scritta da: Angela MORI

                Giovani genitori

                E ti osservava poco distante,
                Come Paride la bella Elena
                Ti ammirava nei tuoi abiti color dell'empireo,
                Con l'espressione di riverita adorazione.
                Il suo sguardo lodava i tuoi contorni,
                E l'ebano dei tuoi capelli,
                Che sfiorava il viso stanco,
                E le tue labbra scarlatte,
                Che asserivano emozionate,
                Mentre i tuoi occhi,
                Come noci d'autunno,
                Irradiavano aurei abbagli,
                Agli ultimi fasci del sole.
                Ti spiava con amore e venerazione,
                Finché le tue mani gesticolavano adagio,
                Femminili le dita affusolate,
                Alla pesantezza dei finti diamanti,
                Non si soggiogavano.
                Gratitudine nel suo cuore,
                Per chi ti fece tanto bella,
                E ancora grazie nei suoi pensieri,
                Per te, che gli donasti,
                La cosa più desiderata.
                Giovane, tenera genitrice,
                Vita che da vita,
                Giovane, orgoglioso padre,
                Innamorato di figlia e madre.
                Composta venerdì 6 settembre 2013
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