Poesie inserite da Anna De Santis

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Scritta da: Anna De Santis

Per amore non val la pena morire

Perché ti ostini a camminare sopra quel burrone,
cosa vuoi fare, morire per amore?
Sicuro che non puoi recuperare
quello che è perso senza farti male?
Guarda il sole, le montagne, il mare
avanti a te quel volo di uccelli che vanno a migrare,
smettila di piangere,
non buttare via i sogni, senza provare
solo chi è vigliacco non ce la può fare.
Chiedi aiuto, abbandona l'orgoglio,
tutti han bisogno in alcuni momenti,
scendi da quel dirupo
e siediti a pensare
se è meglio morire o assaporare
quello che c'è di bello nella vita,
ritrova il gusto
ed impara ad amare nel modo giusto.
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    Scritta da: Anna De Santis

    Io e te

    Io e te,
    unico destino,
    infiniti sogni.
    Per caso un giorno,
    incrociai i tuoi occhi,
    non ti ho mai scordato
    e da quel giorno
    sempre ti ho amato.
    Amore mio, desiderio incarnato
    unico nel tuo profumo,
    nelle tue movenze.
    Ti porto nel cuore,
    nelle tue assenze
    troppe forse
    ma abbiamo due vite separate,
    da un sì detto a mezza voce.
    Amore sempre,
    anime perse e ritrovate
    e quando abbiamo due minuti per noi,
    nelle lunghe giornate,
    in questa vita che va di corsa
    e niente concede
    ci ritroviamo abbracciati, sereni...
    e tutto procede.
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      Scritta da: Anna De Santis

      Come sa amare il mare

      Scivoli, penetri sulla mia pelle,
      mare amante, come tu sai fare,
      rilasci il tuo sapore e l'odore
      di sale e di sole.
      Brillano come cristalli l'umide gocce,
      che ancor turgide forme accarezzano,
      invidioso il vento le asciuga
      e mi sciolgo in lunghi sospiri
      e ad occhi chiusi sogni infiniti.
      Siamo soli, mio splendido amante
      ed affondo di nuovo nell'acqua,
      un brivido ancora e mi tocca...
      Mio mare, solo tu sai come amare
      tu solo sai come fare.
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        Scritta da: Anna De Santis

        Semplicemente io

        Semplicemente io,
        turgida Rosa, corposa
        morbida e vellutata
        diritta sul suo stelo,
        mamma amorevole, donna amata.
        A tutti dono, un po' di me,
        a chi sa capire,
        volitiva e forte fino a morire.
        Sincera, troppo oserei dire,
        come Rosa che non nasconde profumo né colore
        al sole mi rivolgo radiosa,
        mai scontrosa
        e imbastisco trame col vento,
        che mi accarezza,
        a volte puntigliosa,
        e con cuor contento,
        i miei pensieri vanno su ogni cosa,
        La vita (che ringrazio) mi ha donato tanto.
        E sulla fantasia rosa riposa.
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          Scritta da: Anna De Santis

          Le promesse e le conclusioni

          Non chiedetemi mai promesse,
          cambierò mille volte, pareri e decisioni,
          non si può esser più precisi
          sono cambiate le condizioni.
          La vita non è uno schema prestabilito,
          forse col tempo ognuno l'ha capito.
          Non si può dire mai sì!
          Forse un ni...
          e non c'è mai niente di sicuro
          tutto è ormai talmente inconsistente
          che non c'è niente di consolidato
          ognuno viva alla giornata
          e come gli aggrada,
          senza compromessi.
          Vi dico questo perché
          per arrivare a queste conclusioni
          me ne sono perse di occasioni..
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            Scritta da: Anna De Santis

            Il primo amore

            Mi hai scritto t'amo,
            tra le pagine di un libro,
            tra i banchi di scuola,
            ogni tanto lo sfoglio
            mi ricordo di te.
            I suoi fogli sono consunti,
            ma ancora il cuore batte
            quando ricordo quell'ingenuo amore,
            mi stavi a guardare
            ed ogni cosa ci sembrava bella e proibita.
            Un bacio a volte, tra i lunghi corridoi,
            mi faceva arrossire,
            e mi sembrava si vedesse in viso,
            tutto quel mio ardire.
            Forte l'emozione della prima carezza,
            non sapevo ancora come sarebbe andata a finire,
            Ma a quella tua dolce richiesta...
            Sì!... non ho finito mai di dire.
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              Scritta da: Anna De Santis

              Uomini

              Uomini, illusi capitani
              di vascelli fantasma
              a doppio timone,
              che navigano controvento
              e senza direzione.
              Condottieri fragili, di virtuali eserciti
              di cui ben note sorti.
              Re senza corona,
              di invisibili popoli,
              soggiogati da ciò che donna dona,
              facilmente plasmabili,
              da lingue di fuoco e dardi di piacere.
              Il loro motto è semplicemente godere.
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                Scritta da: Anna De Santis

                Fu subito passione

                Ero bambina,
                lo sguardo abbassavo,
                al tuo passaggio arrossivo,
                già ti amavo.
                Con tenerezza, sui miei capelli
                facevi una carezza,
                ancora non capivo,
                cos'era quella grande emozione
                che provavo dentro,
                mi strozzava la voce e non mi dava pace.
                Sei andato via e sei tornato,
                son diventata donna
                e non ti ho dimenticato.
                Ancora al tuo passaggio,
                quel nodo in gola frena le parole,
                ma mi son fatta coraggio,
                ti ho detto: t'amo.
                Quell'emozione, di quando ero bambina
                è diventata col tempo
                una grande passione.
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                  Scritta da: Anna De Santis

                  San Pietro m'ha insegnato

                  Un giorno in sogno,
                  me se aprirono le porte der Paradiso,
                  me se parò innanzi S. Pietro
                  ed io con un sorriso, jè chiesi:
                  Comme me trovo quà?
                  Mo stavo drentro ar letto...
                  S. Pietro: nun sò, mo vado a domannà.
                  Intanto li Angeli
                  me se pararno incontro,
                  me pregarno de riposà,
                  perché in vita tanto avevo lavorato.
                  Chi me portava un dorce,
                  chi un fiore, e co quanto amore.
                  Tornò, intanto S. Pietro
                  ma nun me potette spiegà
                  perché stavo là.
                  Ormai che te ce trovi, vedi comme se stà,
                  e se te conviene poi restà.
                  S. Piè, je risposi, troppo ci ho da fà
                  sulla tera ho lasciato la famija
                  sai comme stanno a piagne!
                  Hanno ancora bisogno...
                  Viè quà, disse S. Pietro
                  vedi già se stanno a fà li conti.
                  Me so svejata tutta sudata,
                  meno male che è stato solo un sogno,
                  na lezione però S. Pietro me l'ha data,
                  quanno so cambiata...
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                    Scritta da: Anna De Santis

                    Li animali dovevano decide chi doveva comannà

                    Doppo aver creato er monno,
                    li animali andiedero tutti dar Signore
                    pe jè chiede chi tra loro, potesse fa l'imperatore.
                    Er signore aveva già capito,
                    che comunque avesse deciso, nun era mai gradito.
                    Tutti commannate;
                    basta che nun ve le date.
                    Doppo un po' cominciò la guera,
                    e divenne un casino sulla tera.
                    Andiedero di nuovo dar Signore,
                    pe nominà sto benedetto imperatore.
                    Così nun potemo trovà n'accordo,
                    e de pace quaggiù nun c'è che il ricordo.
                    La prima cosa che dovemo fa,
                    e che me tocca de ve separà.
                    Le bestie feroci da na parte,
                    e quelle bone se devono da sparte,
                    cercamo de ce accommodà,
                    altrimenti sta cosa avanti nun po' andà.
                    Er leone stà a capo delle bestie della savana
                    e er verme a capo degli altri, nella sua tana.
                    Er verme! Le bestie tutte incazzate;
                    signò ma puro tu spari certe cazzate...
                    Er signore tuonò:
                    decido io se ce state o no!
                    Er leone perché delle bestie decide le sorti,
                    e er verme, perché ve fa monnezza doppo che sete morti.
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