Poesie inserite da Cristina Metta

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Scritta da: Cristina Metta

Ladri di nuvole

Il mio cuore brucia per te come cartagine in fiamme
ho scritto a keats del mio amore e lo tiene in ostaggio
dice di restare come i bambini _ occhi golosi di stelle e innamorati
ma cosa ne sa lui che è morto...
per scontare l'idillio del suo secolo – nel limbo

prometto
di toglierti al dolore della rinascita
di passarmi i tuoi peccati
e di fare doppia eternità all'inferno
dandomi al diavolo in dolore e carne

ho comprato spazio dentro i giornali
un cuore leccabile gusto frutta e petrolio
tanto trash tanto umano e tanto disarmante
questa idea fissa
questa fissa idea di ogni mattino che mi toglie la vita
per portarla alla tua
finché oltre

tu

m'emozioni
come un ghirigoro di nuvole arancio in un cielo fresco d'alba in viola
mentre l'aria è paciosa d'anime col culto poetico in fasce

ti respiro
e come un ladro di acrobazie aeree
salto la barriera del suono fino a rincorrere temporali
fino a esserti arcobaleno
aspettando
di leggerti negli occhi
la felicità con cui la loro luce ingannano
per amor mio la morte

e mi fai perdere i sensi sognandoti
col buio di giorno a tutte le ore.
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    Scritta da: Cristina Metta

    Principe del Caos

    Ho una granata al posto del sangue con sorte fatale
    sono uno spirito scomunicato con appetititi umani
    non mi inginocchio più agli idoli _ alle campane _ alle croci _ al nulla
    sono un bastardo
    nutrito da reggimenti legioni armate
    d'ideali _ in romantico tempio senza oracoli
    fatto unicamente di cellule di atomi folli e di carne
    spinti all'ignoto
    insaziabili
    dicono
    io sia un testimone scomodo che vede nell'eden la noia
    cerco di salvarmi dalla morte dell'amore
    dal freddo e dagli occhi spenti
    sperando di prendere la forma della pioggia o della marea
    quando sarà livida e buia la notte

    e vedo una via che nessuno altro vede
    oltre la rete wifi oltre il pentagono oltre la santa sede
    persino oltre i temporali cosmici di asteroidi
    di soli a nane spaziali senz'energia
    io vedo il sogno

    c'è una voce che mi canta nel capo sera mattino
    sera
    mattino
    ho l'anima come una chitarra per le dita dolci del tempo
    in me si espande e irrequieta... l'insonnia
    come una felicità bambina solo con molte più chiassose radici

    m'esplode come una musica nel petto – la vita
    cattivo maestro delle mie brame
    ma ardo – io ardo fiaccola incontenibile incontentabile irreprensibile
    ardo come se non ci fossero stelle con più forte foco del mio.
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      Scritta da: Cristina Metta

      Fot... ute Fiabe

      Ho crampi al cuore che soffre in un distillato di primavera e dolore
      bramo tutta l'incoscienza che mi rende libero di sedurti
      sotto sti cieli come campi di cotone nelle fiamme di una luna africana
      in mezzo ad astri disidratati che incornano l'oscurità cosmica _ bruciando

      dovrei dirti che
      ... di noi non si cura alcuna eternità sentimentale
      a noi vengono spediti ogni tanto per alleviare la vita – i sogni
      usati come propellente quotidiano
      da mostri da meno mostri da chi ha fame e non aspetta
      Sorte

      per te
      io diverrei un animale da corrida con la morte
      e farei pagare alle arene secondi in tempo di gioia per la tua vita
      perché ho visto come una luce nel buio dei giorni
      quando perdute le fot... ute fiabe nei libri letti a letto
      un luccicore un brillio una cometa
      eri tu
      eri tu nel "c'era una volta" sul comodino triste delle Parche
      ti vidi allora
      e da allora impossibile per me
      dimenticarti

      non ti domandi mai
      davvero _ mai ti domandi
      dove vivano gli Dei della Fortuna
      quando noi in astinenza
      o il delirio ti fa servizio a domicilio poiché Amore è insonne
      sebbene ci siano ambulanze della felicità chiamate droghe
      ahimè col mio carattere ci vorrebbe però... dell'esplosivo
      per superare le notti
      in cui ti penso
      in cui ti voglio
      in cui sudo
      in cui mi arrabbio
      o piango e rido da folle
      segnato da un liturgico tic tac delle dolci albe
      che si sostituiscono alle brutte mosse del buio
      mi sei
      come le magie del venerdì 17 cui alcuno crede
      come quel drago che ho tatuato sul petto e ogni tanto ringhia
      t'amo senza scervellarmi poiché m'è già complicato il verbo
      incartarlo abbellirlo col nonsense dei fatti
      guardami
      sono il caos che vede la vita dal proprio casino
      sono come un bambino che posticipa i pasti pur di giocare ai suoi sogni
      rimpatriato da chissà quale vecchio destino cui non ho dato abbastanza
      sono nella forza del tuono
      della solitudine bambina che corre nuda sui prati
      pioggia estate inverno e non la vede alcuno
      ma c'è una teoria
      laddove finisce il dolore inizia la gioia

      e il movente della fiaba non potrebbe farsi più avvincente
      motivante
      misterioso

      ecco perché ti amo
      come un Tarzan poetico appeso a liane d'ombre
      o un sorbetto al limone in una giornata torrida
      come quelle fot... ute fiabe lette a letto in giorno uggioso
      rimaste a grandinarmi di speranze
      nonostante il buio consumi il loro inchiostro
      e a volte persino il nostro sangue
      m'incendio fiore selvatico
      tu verrai - vero
      verrai a salvarmi?
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        Scritta da: Cristina Metta

        Fiore del Caos

        Tu sei e bruci in tutti gli strati della pelle come un divoratore di mondi
        bisbetica e circense l'insonnia che fa l'acrobata col mio corpo teso
        ho un tattoo di pura follia e shakespeariano _ miccia al piacere
        mentre t'ergo templi al buio dove grido sta carne ferita

        nemmeno il miele dell'alba cura il veleno della mancanza
        mentre m'inizio a un mare di fiamme senza ausilio di pioggia
        bado al frastuono d'onde che vanno forte nel sangue
        bollente e incapace Ade a ridarmi i tuoi occhi
        come un poema giustiziato dal silenzio della storia
        io t'amo
        come la scostumata notte nuda all'amplesso con stelle
        ti chiamo
        come un tremendo vento che non si emoziona per la rosa
        strazio il ricordo
        nella sua gabbia il cuore modella
        origami di sogni
        che i fiori sanno imitare
        che i poeti non sanno cantare
        che gli arditi non sanno conquistare
        e dove tu solo
        incoroni il Caos.
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          Scritta da: Cristina Metta

          Visionari poeti o fantasmi

          Se diventa come sera l'aria tra noi... allora sappi che
          il tuo corpo sarà il mio pane e mai mi sazierò mai ingrasserò o me ne priverò
          nonostante il freddo dell'invidia di morte
          mi farai posto vicino al tuo grembo
          saremo come alpini che scalano le vette ripide dei sogni
          imbacuccati fino al mento con forti volontà
          e terremo chiuse fino alle cime le nostre ridicole ali
          senza farci sfiorare dal dubbio che possano non volare
          poiché nei sogni non vola il corpo ma altro

          in quante stelle dovrò cercarti quando saremo nel canto dell'oblio
          su quale ossi potrò rivedere la catena di risa
          per cui restavo a pensarti anche se non più nella stanza
          dove abita il miracolo che porta in vita ciò che immagini
          vorrei e qui mi affranco poiché mortale
          ridisegnarti in una vita dopo

          oh se solo diventasse sera l'aria tra noi
          saremo nel nostro calesse di cristallo scintillante
          a fare l'amore
          fino a bruciare nelle carni nelle viscere nelle ossa
          fino a mescolarci lave e ceneri per poi rimodellarci un corpo
          e mi dirai
          "ho sonno"
          mentre io avrò ancora fame
          e keats ci morderà dai cuori l'amore per rimembrarlo
          fino a cantare a squarciagola "io senza te non respiro"
          voce insonne che attraverserà astri
          mentre noi fusi in calcio saremo lo scheletro di una galassia
          pronta ad accogliere altri pianeti o angeli
          pronta a vivere l'amore
          quello di visionari poeti o fantasmi.
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            Scritta da: Cristina Metta

            Amantide

            Bocca nera e dolce cui rubare l'aria
            il brusco torpore in cui ti spogli a sogni
            l'oscurità già stira l'alma in alcol
            mentre coi nervi tesi affondi dentro il buio
            gli angoli di strada difendono gli ubriachi dai lampioni
            ombre già nude s'incorporano stanche
            tu... e chissà quanti altri fantasmi
            abbracciati al mistero
            la notte si copre d'ansia
            e inchiodato al tuo corpo
            all'odore d'amore
            oh fammi morire lento
            questo ti dico
            mia amantide calda.
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              Scritta da: Cristina Metta

              Ehi assassino

              Portami al culmine dell'amore
              mio assassino
              fiume di vandali che hanno incendiato una intera città
              il corso del sangue
              quando in arena tutti leoni i partecipanti
              mentre la fame ordina al forte di azzannare la preda

              Tu fallo con me
              ti passerò il mio male
              di Luna
              di stelle
              di sogni
              di corse notturne su fiere selvatiche
              in un cosmo con carcerati e streghe rimaste a rimembrare della vita
              i giorni
              muore ancora l'estate col governo alla fine
              Amazzonia in fiamme
              Hong Kong già ribelle
              ed è come un mare freddo evaso dai gabbiani
              il tempo tra noi distanti
              Elena tra i pianeti gli occhi di Venere
              così luminosi da fare gridare l'Ade di paura

              Tu mi manchi manchi
              mio folle eroe eroe.
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                Scritta da: Cristina Metta

                Uragani

                Tu mi disarmi dagli uragani che ho in testa
                e fai nascere in me tempeste persino nei giorni più belli
                dilati il buio tanto da avere più stelle
                in cui guardarti
                quando non ci sono
                è per colpa tua se ho troppi sogni
                se parto soldato per guerre contro l'ingiustizia
                quindi spegni la luce _ amore
                e fammi posto nel letto.
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