Le migliori poesie inserite da Davide Bidin

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Scritta da: Davide Bidin

In Noia

In noia
Muovi
Le dita incallite
nell'invisibile freddo
Aspetti
Mentre le dita posi
Su legno di bosco
Di giornata uggiosa
Aspetti
Mentre le dita salgono
Sull'odore silvestre
e la resina rinsecchita
Aspetti
Mentre le dita scendono
Sul muschioso arto
Verde bile
Aspetti
Nella speranza
l'arrivo
Di una scheggia
Che sia sorpresa.
Composta sabato 28 novembre 2009
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    Scritta da: Davide Bidin

    Il vento e il fumo

    L'aspro fumo cinereo
    Correva nel vento
    Corvino
    Il volto di un bambino
    Il viso di nessuno

    Il fumo costante danzava
    e ancora il vento
    Corvino
    Abbatte i piè dell'uomo
    i talloni del diniego

    Sempre il fumo lezzoso
    Vola nel vento
    Corvino
    l'anziano spazza lontano
    Fin dove Mnemosine giace

    Sempre lo stesso il vento
    Che ogni giorno incontri
    Ogni giorno ammiri
    In quella candida uguaglianza
    Ch'è fumo e nulla.
    Composta domenica 6 dicembre 2009
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      Scritta da: Davide Bidin

      Osservazioni di un Bugiardo

      Siam stati ciechi
      Ottusi
      Immobili guardavamo germogliare
      La triste erbaccia
      Invece di estirparla
      l'abbiam tollerata
      Ed ora
      è troppo tardi

      Cresce senza freno
      Deturpa ciò che di buono
      Di bello
      Ancora c'è
      In questo giardino
      In questo prato che ha molto
      Troppo da offrire
      e che noi abbiam guastato

      Abbiam scelto di non vedere
      Abbiam fatto correre
      Dicendo che
      Non c'era pericolo
      Che
      Non è colpa nostra
      Invece
      Il traditore è alla porta accanto

      Abbiam fatto nostra
      La decadenza di ognuno
      Abbiam lasciato passare
      Quando c'era da lottare
      Da sanguinare
      e merda sputare
      Abbiam serrato i denti
      In una falsa risata

      Preferendo l'accondiscendenza
      Al conflitto
      Preferendo il rimorso
      Al gesto concreto
      Il fine
      Al mezzo
      e ora
      è troppo tardi

      Accettiamo il nostro presente
      Con livore nel cuore
      Preferendo la pace
      Al posto di una società
      Dove la coscienza è regia
      Preferendo lo scettro
      Al colloquio
      Poveri sciocchi

      La colpa non è nostra
      Noi sapevamo cosa stava succedendo
      Sapevamo cosa, le scelte
      Sbagliate
      Avrebbero portato
      Eppure
      Siam rimasti in silenzio
      Muti

      La colpa è solo nostra
      Dovevamo cambiare
      Per rendere diversi
      Per rendere migliori
      Abbiamo perso
      Hanno vinto loro
      Loro hanno vinto
      Annichilimento.
      Composta martedì 23 marzo 2010
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        Scritta da: Davide Bidin

        La Ballata Dell'Ironico Recluso

        A me interessa derider voi cretini
        quando sento il vostro vociferare
        l'indignazione delle vostre ferite
        il lascito crepuscolare di cose
        che voi non capite

        Ridere della morte e della sua paura
        della prefettura e della clericazia
        della morale che grida stuprata
        dei feti buttati tra i prati
        delle piante a cinque punte recluse per esser nate

        Io rido, mi diverto, sorrido e derido
        Se domani dovessi morir per uno sparo
        con cancro o per un incidente
        riderei col mio spettro sulla tomba
        scritta sulla lapide marmorea "cazzo ti guardi?"

        Aspetterò con corna d'orate o l'ali rattoppate
        Voi che passando mi guarderete disgustati
        "un cimitero con queste scritte ma che schifo"
        Poi un giorno un bambino, un uomo nuovo
        camminando riderà come uno stitico.
        Composta mercoledì 2 giugno 2010
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          Scritta da: Davide Bidin

          Ciò che non Appare

          Odore di gelsomino
          Spruzzata d'olio tra i carruggi
          Pozzanghere mezze piene sui cigli delle strade
          Sprazzi di nubi che muovon il vento

          Il sole che fa capolino aldilà del monte
          Mentre il mare saluta la sera con l'onde
          Il sale incalza tremante le ultime anime attardate
          Venere abbaglia come luna novella

          Cammino ancora tra le vie scoscese
          Cercando invano un motivo
          Che mi porti sulla strada principale
          e mi perdo nascosto in quel portone

          Mi fermo a terra, lo spettro sulla spalla
          Un po' di fumo dalla bocca
          Rende tutto più eloquente
          i marmi sul terreno abbagliano come polvere di stelle

          e una ragazza dai capelli paglierino s'avvicina
          Girato l'angolo da due passi e mi guarda col sorriso
          è giunta anche lei su quel portone e io a terra seduto
          Mi passa accanto e torna tra i carruggi della sera.
          Composta sabato 17 aprile 2010
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            Scritta da: Davide Bidin

            Requiescat In Pace

            Ho letto troppe tombe
            Per riposare in pace
            Per tacere
            Mentre fuori ancora
            Piove

            Ho letto troppe lapidi
            Con inciso il loro nome
            Per capire che il mondo
            Non rimane
            Alla sola indignazione

            Son stato al patibolo
            Ricordo i nomi
            Gridati dai corpi esposti
            Distrutti e depredati
            Trangugiati

            c'era un ragazzo che camminava
            Perché la cosa giusta non è mai fermarsi
            Aveva uno spettro
            Quello del cambiamento
            Che con la mano sul ventre l'accarezzava

            c'era un Intelletuale che sapeva
            Ma la conoscenza come ogni cosa
            Se è troppo concentrata
            Va purgata
            La penna ferisce ma non uccide

            c'era un Generale che combatteva
            Non per fierezza né potere
            Ma per guardar negl'occhi i figli
            l'hanno ammazzato
            Perché le lacrime non hanno onore?

            C'era un Credente che predicava
            Una politica d'unione
            Uno stato non di croci ma di cuori
            Ma gli stolti non han bandiera
            Soprattutto i burattini

            c'eran due Compari a caccia di lupini
            Portaron la primavera
            Quando il gelo ghiacciava il sole
            Speranza nel domani
            Vivran sulle nostre gambe

            Ci son tante anime
            Che dormon in collina
            Il loro grido sordo
            Strugge le mie orecchie
            Attarda la mia mente

            Muoion folli i muti
            Mi scopro a ricordar la lor vita
            Con gocce che scendon dalle guance
            Con denti serrati e stretti
            Mentre fissano la luna

            Splendido il ricordo
            Qualcosa, anche se poco
            Perché in giorni come questo
            Solo la morte mi da la forza
            Di alzarmi ancora per sperare.
            Composta martedì 13 aprile 2010
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              Scritta da: Davide Bidin

              Buonanotte Notte

              Fuori sul cornicione
              Con una sera d'estate accerchiante
              Sarà il giorno che chiude il pensiero
              Malinconia depravante

              Una bud nello stomaco
              Una lucky nei polmoni
              La coscienza di non esser buoni
              La finzione dei condannati

              La luna mi consola
              In questa infame notte
              Sapere di costrizione
              Ingiuriare la sorte

              Pensare alle persone
              Al loro trangugiare
              Al disio di morte
              e lo spettro d'invecchiare

              Passan gli anni veloci come ore
              Pazzia nelle stelle, Pazzia nella luna
              Che il cielo preserva e dicon
              Porti sfortuna

              Grido la canzone lugubre
              La coscienza mi protegge
              Non urlo, verbeggio
              Per le anime in pena ch'odono il canto

              Malinconia negl'astri e nei mattoni
              Le dita copron gl'occhi per non vedere
              Anche un insano uomo
              Non è mai condannato

              Alzarsi ancora
              Il freddo sulle mani, il calore delle guancie
              Il sogno di un bacio
              Distante

              Solo mi guardo attorno, nel silenzio
              Una bugia serale
              Nell'ultimo sorso di birra
              Ammiro file di fuochi, dove il respiro divampa.
              Composta sabato 15 maggio 2010
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                Scritta da: Davide Bidin

                Ho capito ascoltando un "Folle"

                Ci son persone che dicono di essere
                incomprese.
                persone alle quali
                se chiedi
                chi sono
                cosa fanno
                cosa vogliono
                non sanno far altro che sottolineare la loro
                "non appartenenza"
                al resto degli altri.
                hanno quel briciolo di
                genialità
                in più
                rispetto alla gente
                quella minima manciata di dubbio
                che li rende pretendenti di una coscienza maggiore.
                non si rendon conto
                che ogni essere umano ha dubbi
                chi più, chi meno
                chi importanti, chi effimeri
                ma tutti
                hanno dubbi.
                Trasformano l'aver quesiti,
                la loro
                "non appartenenza"
                nell'unica certezza
                e ci si aggrapano saldi
                si adagiano, per meglio dire
                credendo che quel briciolo di follia maggiore
                li renda speciali.
                usano questa mistificazione come fosse la loro unica
                fede
                ma per uscire da quel bozzolo
                e tramutarsi
                occorre concepire che, quella
                certezza,
                è la più grande
                cazzata
                che possa esistere.
                non è tanto la domanda che conta
                ma
                la miriade di risposte che devi cercare
                che devi scavare
                dentro di te
                per farle affiorare
                e crescere
                ciò che rende te.
                Non v'è nulla di certo
                le convinzioni
                le illusioni
                le pecche e
                le ragioni
                ma nulla è peggiore
                di un uomo
                che si crede superiore degli altri
                nell'accondiscendenza che esso semina.
                In un marcescente paternalismo
                egli
                non accetta neanche
                se stesso.
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                  Scritta da: Davide Bidin

                  Ciò che mi resta è la Fede

                  Si ammassano
                  sempre maggiore è il loro delirio
                  Cinici
                  Burattini
                  ammettono tutte le debolezze
                  in special modo quelle degli altri
                  sono perfetti nella critica dell'umanità intera
                  nel dire come siam usciti dal brodo primordiale
                  per poi ritrasformarci nella merda di partenza
                  ma solo loro
                  e loro soltanto
                  sono d'esempio
                  se non "addirittura"
                  salvabili
                  quasi fossero inumani
                  Tutti gli altri son sciocchi ominidi senza speranza
                  o troppo stupidi per capire il buongoverno
                  o troppo stolti per proteggere un ecosistema
                  o troppo conservatori per fare un passo avanti
                  e allora
                  allora
                  questa folla di additatori
                  queste mani dall'indice luciferino
                  si permettono il vizio di massacrare anche la fede
                  Non la fede dei ciechi
                  delle superstizioni
                  o quella di coloro che hanno qualcosa
                  da nascondere
                  da mantenere
                  ma la vera fede
                  la fede nella speranza che dietro ogni persona possa esserci
                  un amico
                  Nessuno pare salvabile per questa marea nera che trova,
                  nell'ignorante,
                  massificatore,
                  intollerante e irrazionale,
                  discorso logorroico,
                  l'unico motivo di dar ragione a qualcuno
                  di porgere un minimo di fiducia in uno specchio
                  e nulla più
                  Al contrario
                  La fede, per chi sa accettarla
                  e comprenderla
                  non è nient'altro della speranza statistica
                  che in mezzo a nove persone che non ti sanno ascoltare
                  una che ti capisce è presente
                  La probabilità che quello che dici
                  o scrivi
                  non sia solo tempo sprecato
                  ma materiale da trasformare
                  in qualcosa di grande
                  ben più importante del principio da cui è scaturito
                  Un briciolo
                  Una scintilla vivente.
                  Composta mercoledì 20 ottobre 2010
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                    Scritta da: Davide Bidin

                    Le Regole del Gioco

                    Attenzione alle parole
                    attenzione a certi personaggi
                    ne sono avvezzi
                    assuefatti
                    se iniziate a sentire
                    parole unte e forzate
                    in sdolcinato arrangiamento
                    e atteggiamento angelicato
                    mentre
                    il compositore
                    ossigena voracemente
                    i polmoni
                    con le sue stesse scorregge
                    usmandosi il culo
                    l'avrete trovato
                    egli è l'ipocrita benpensante
                    attenzione a coloro che usano
                    le parole
                    come arma e non come mezzo
                    perché i loro omicidi
                    non sono attuati nel sangue
                    ma nello sterco
                    nel guano impietoso
                    nel quale ricade la persona costretta
                    a un contendio, una crocifissione, un impalamento
                    un dialogo esente da personalità
                    poiché è usato come persona
                    come assassino celato
                    la costrizione ultima
                    che la falsa ragione
                    la prevaricazione
                    utilizza con costanza maniacale
                    ci porta ad essere obbligati
                    in un dibattito assurdo
                    davanti a un falso contendente
                    che olezza di ergastolano
                    ed egli stesso apprezza il suo puzzo
                    non puoi dire l'ovvio
                    non puoi urlare, neanche con le prove in mano
                    "Sei uno stronzo che non dovrebbe condividere col mondo
                    neanche la luce del sole,
                    ci porta al vomito la tua faccia di merda, lurido ipocrita"
                    non lo può dire
                    perché?
                    Son le regole del gioco.
                    Composta giovedì 24 febbraio 2011
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