Scritta da: Franco Mastroianni
in Poesie (Poesie personali)
Veder salire in cattedra saggezze... animalesche
intente ad elargir consigli
che cadono come le ormai... marcite pèsche.
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Veder salire in cattedra saggezze... animalesche
intente ad elargir consigli
che cadono come le ormai... marcite pèsche.
Parole lacerate ahimè... tra i denti
ingannano le menti... saggezze ormai confuse
non sanno riconoscere... neppure i venti
gioie di polvere ricoprono gli stenti.
Velate son le parole come le arricciate tende
l'ombra del perbenismo... a vista d'occhio si distende
larghe vedute protette da severi cancelli
apostrofi accatastati danno riparo ai ritornelli
antichi simboli scolpiti fraseggiano
attorno a derelitti capitelli.
Molte le maschere fuoriuscite
dai regali del natale
con fiocchi colorati si manifestano
ancor prima... del carnevale.
Metallo sagomato intrappola la mente
anime lucidate a nuovo sanciscono sentenze
trofei mostrati con orgoglio colmano nuove giornate
ridicoli gli abbracci nei gesti del dovuto
onori riportati con le cadenze giuste
ingrassano le bianche buste
articoli già letti non sanno più colpire
niente cambia al di là se niente può cambiare
metallo sagomato nella mente... va ad arrugginire.
Quante stelline troverò per quel che ho scritto
sarò capace di riempire
il mio soffitto?
Oggi divento amico di questo... o di quello?
Non so...
al limite... lo cancello
però più amici ho
più posso contare d'arrivare in cima
e poi chi se ne frega... se quel che scrivo
qualcuno l'ha già detto prima
scrivo parole soltanto per ricevere commenti
e se qualcuno non mi vota... mostro i denti
non credo nell'azione
o nella partecipazione... amo la competizione
tanti miei scritti sono i soliti lamenti
non so che cosa siano... i sentimenti
e... come si suol dire
fare di un filo d'erba... un fascio
arrivederci
io... lascio.
Questa mattina non mi sono svegliato bene
anzi... potrei dire che non ho dormito
perso dentro uno strano sogno... impaurito
Mi alzo apro le finestre e un lacerante dolore in petto
mi dona il suo saluto... oggi nemmeno il sole si è svegliato
Rigiro per la camera da letto ma non mi lascia
questo forte dolore... non riconosco nemmeno il suo colore
Cerco allora di capire da dove può venire questo male
non è come le altre volte... non è uguale
Non mi resta che coricarmi ancora a letto... ma subito
m'accorgo che tu non sei a me di rimpetto
Di colpo la mia mente ritorna alla realtà
e mi ricorda cos'è questo dolore
Tu non ci sei piu
e a me continua a lacrimare il cuore.
Sogno sovente di una enorme gabbia
come quelle del circo
quelle fatte di freddo ferro tubolare
tirate su in un attimo... in senso circolare
ma non ci trovo mai il domatore
ne fiere... pronte per saltare
o intonar ruggito... giusto
ad ogni schiocco della frusta
dentro vedo soltanto mucchi di parole sole
che si contorcono in un gran dolore
no... non posso immaginare
che questa gabbia è il cuore
però a pensarci bene
quanti di noi imprigionano parole
solo perché non vogliono parlar col cuore?
E dir che è così bello
lasciar parlare il cuore
gli occhi sono le pagine... e chi ti legge
ti risponderà con tanto amore
lasciamo uscire allora
queste parole colorate
e ci saranno sempre più... persone innamorate.
Che senso di serenità interiore
riscopro con enorme gioia
sono felice
e mi ritrovo qui... a tener su di morale... la noia.
Non so capire le bugie del tempo
ti tiene sotto braccio da quando sei bambino
ti stimola... ti fa l'occhiolino
Ti allunga la sua mano
ti invoglia a correre nel vento
e la felicità di crescere
ti sta giocando... ma sei contento
Ti truffa nel suo modo di raccontar le storie
e quando te ne accorgi
sono già memorie
Non so capire le bugie del tempo
sono arrivato qua
in un momento
Ora che il mio bisogno
è che il tempo passi in fretta
lui non mi degna... se ne sta seduto e aspetta
e ciò non gli fa onore
Ed io non so che fare
per rivederti... dolce amore.