Scritta da: Franco Mastroianni
in Poesie (Poesie personali)
Il tarlo
Il tarlo del parlato
come pozzanghera... ristagna
L'odore del sentito graffia
come le unghie... contro la lavagna.
Commenta
Il tarlo del parlato
come pozzanghera... ristagna
L'odore del sentito graffia
come le unghie... contro la lavagna.
Ti sento qui seduta accanto a me
e questo... da gioia al mio vivere
ma ancor di più meravigliosa sensazione
quando di sento nelle mie mani
e sei parte di me... nello scrivere.
Robotizzati non si sa più... da quale attesa
i fari delle macchine ravvivano le ombre
di una generazione... ormai arresa
di sabati e domeniche stipati dentro i centri commerciali
e pochi sono lì... per far la spesa.
Le stelle sono tante
e ognun di noi alzando gli occhi al cielo
le può guardare... apprezzare... regalarne alcune
o metterne... a milioni
Ma quelli che guardando un cielo magico
ne vedono una sola sono al di sotto
di tutte le considerazioni.
Tante son le parole che si intrecciano
in questo o in quel modo di dire
ma a volte... non c'è niente da capire.
Non alzo mai recinti per tener chiuse le parole
le lascio brucare libere nel loro pascolare
e non posso farci niente
se a volte tu le fai entrare
e poi ti lamenti
perché il tuo prato verde son venute a rovinare.
Povere son le parole che non dormono
la luce del mattino fa risaltar... le occhiaie
e si fatica a legger tra le righe
perché saltellano come rane... nelle risaie.
Che strana ferrovia
binari di parole schiacciate da lingue metalliche
devi sempre tirare dritto... mai andare storto
ma... qual è il vero binario morto?
Il velo della biacca può far ringiovanir parole
ma non esporle sempre allo stesso sole
potrebbero seccare.
Giro per i castelli del parlare... vestito da giullare
saltello e faccio capriole... in cerca di parole vere
ma... merli di pietra disegnano i confini
lasciando fuori giocolieri stregoni ed indovini
stanzoni con pareti che raggruppano le tele
trattengono parole vecchie
come le lunghe ragnatele.