Le migliori poesie inserite da Gianluca Cristadoro

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Scritta da: Gianluca Cristadoro

Natale

Attendere ti fai come una sposa,
sapendolo il mio cuor sereno aspetta
prezioso come petali di rosa
soave come i fiocchi della vetta.

Pian piano ti avvicini silenzioso
Il tempo di lasciar per dote amore
a terre e genti un tepido candore
magia donando all'animo dubbioso.

Natale, ti ricordo quelle notti
ingenue le mie veglie di fanciullo
che nella fantasia i ricordi cullo
né il tempo né l'età ha ancor corrotti.

L'immagine del Babbo col pastrano
che rosso come il fuoco tutto infiamma
sentire mi faceva inquieto e strano
cercando poi conforto dalla mamma.

Ma la mattina dopo era una festa,
il cuore palpitante e incuriosito,
pensieri che frullavan per la testa
e lo scartar dei doni atteso rito.

Da allora di natali ho visto andare
ma poi immancabilmente ritornare
a rinnovare gioie e fratellanza
e al mondo intero dare la speranza.
Composta mercoledì 23 ottobre 2013
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    Scritta da: Gianluca Cristadoro

    Er pavone

    Er satanasso se rivorse a me e me disse:
    "Tu te credi de me d'esse più bbono, de core e de faccia.
    D'esse spavardo e de fegheto avecce.
    Ma stamme a senti': Tu sei bbono sortanto
    a anna' 'n giro a fa' er pavone,
    a cerca de fatte 'na reputazione,
    a fa' crede all'artri che sei er mejo.
    Che nun te serve gnente e che da solo poi anna' avanti.
    Che nun vivi de nostargia e de rimpianti.
    Che co' la ggente ce sai fa'.
    Che conosci er monno e che a tutto poi arriva'.
    Bravo! Te meriti n'applauso.
    Tutti" n piedi a osanna "er campione.
    Noi pori cristiani miseracci,
    vestiti co' le toppe e 'n po' de stracci.
    Noi a urlatte tutti 'n coro - Li m***acci! -".
    Composta lunedì 17 febbraio 2014
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      Scritta da: Gianluca Cristadoro

      Il pazzo sapiente

      C'era un pazzo stamani sul treno,
      la lingua spiegata e senza alcun freno
      I pensieri morbosi legati da un filo
      la storia di drammi vissuti all'asilo
      tormento di giorni passati a picchiare
      la testa sul muro cercando l'amore.
      L'amore sottratto al cuore di un bimbo
      che vita e speranza mai vide e l'assenza
      d'affetto materno sognando l'essenza.
      Prostrata la mente a membra ancor vive
      Addita la gente di colpe inaudite.
      Ma in quei suoi discorsi vaghi e stravolti
      tocca sul vivo la storia di molti.
      Composta mercoledì 23 luglio 2014
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        Scritta da: Gianluca Cristadoro

        Il mondo dei bambini

        Bello è il mondo dei bambini
        che sian tristi o sian felici
        che sian soli o con gli amici.

        Bello è il cuore dei bambini
        che sian stanchi o sempre in piedi
        tu li guardi e poi ti chiedi
        se sian angeli o creature,
        satanelli o anime pure.

        Bello è il mondo dei bambini
        che abbian voglia di studiare
        o con gli occhi lì a sognare.

        Bello è il volto del bambino
        quando impara a far di conto
        o ti implora a notte tarda
        di rileggere un racconto.

        Belli gli occhi del bambino
        tu lo guardi e poi ti siedi
        niente affanni, né rimedi
        potrai mai trovare ai dubbi
        sia di oggi che di ieri.

        Poi la testa china levi
        e lo sguardo volgi avanti
        coi ricordi un po' all'indietro
        gli sorridi e con lui canti.
        Composta venerdì 10 ottobre 2014
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          Scritta da: Gianluca Cristadoro

          Io e il nulla

          Talora il nulla mi pervade, riempiendo di leggerezza le mie intenzioni.
          Ne assaporo l'inebriante densità, il vacuo respiro di vita, la forza ispiratrice che sola corrobora la volontà e spinge all'azione.
          Io e il nulla ci capiamo al volo, come due vecchi amici che si confidano segreti inauditi.
          Il nulla mi attraversa senza far rumore, si sofferma, soltanto, per elargire un sorriso che regala speranza e che sa di eternità.
          Composta mercoledì 22 ottobre 2014
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            Scritta da: Gianluca Cristadoro

            L'agnolo custode

            All'agnolo custode
            che Iddio me dette 'n dote
            je vorzi dije chiatto
            che stavo a uscinne matto

            cercanno dappertutto
            cor freddo e coll'asciutto,
            pe' mari, monti e anfratti,
            fra sorci, cani e gatti.

            "Andove t'annisconni?"
            Je urlai co' tutto er core.
            "Perché nun ma risponni?
            Me dichi si stai fori?

            O ppuro drento casa
            cercanno quarcheccosa,
            de sotto o nell'armadi
            o stai a gioca' coi dadi?

            C'ho vote le saccocce,
            lavoro nun se trova.
            Mi moje rompe l'ova
            e riempie de fregnacce.

            No scherzo der cervello
            o 'n zogno ad occhio aperto?
            Lo sguardo arzanno sverto
            vedetti capoccello.

            Da nuvola se sporze
            e sbadijanno arquanto
            ste frasi me rivorze:
            "Chi è che strilla tanto?

            Nun vedi che riposo,
            è fermo sindacale.
            E' sciopero che sposo,
            qui stamo tutti male.

            Ner tempo ch'è passato
            de agnoli era zzeppo,
            c'ognuno santo è stato
            ma mo s'è perzo er ceppo!

            Ormai qui er celo è tetro
            semo agnoli ammalati
            e a troppi disgraziati
            dovemo staje dietro.

            Ma tu che te lamenti
            e ggnente da fa' c'hai,
            nun è che te la senti?
            Na mano me la dai?

            Der santo nun c'hai stinco
            nun devi preoccupatte.
            Io l'artri li convinco,
            Tu inizzia a preparatte! ".

            Sentenno st'orazzioni,
            grattati li scongiuri,
            penzai che i tempi duri
            in fondo erano bboni.

            Poi senza fa' rumore
            me misi drento a lletto
            e ar mio piu' dorce amore
            je sussurrai 'n bacetto.

            --------------------------------------------

            All'angelo custode che Dio mi donò
            volli dire chiaramente
            che stavo diventando matto

            cercandolo dovunque
            al freddo e con il caldo
            per mari, monti e luoghi angusti
            fra topi, cani e gatti.

            "Dove ti nascondi?"
            Gli urlai con tutto il cuore.
            "Perché non mi rispondi?
            Mi dici se stai di fuori?

            Oppure dentro casa
            cercando qualche cosa,
            di sotto o negli armadi
            o stai giocando con i dadi?

            Ho le tasche vuote,
            lavoro non si trova.
            Mi moglie è seccante
            e mi riempie la testa di sciocchezze.

            Forse uno scherzo della mente
            o forse un sogno ad occhi aperti?
            Sta di fatto che alzando prontamente lo sguardo
            vidi una testolina.

            Si sporgeva appena da una nuvola
            e sbadigliando non poco
            mi si rivolse dicendo:
            "Chi è che strilla tanto?

            Non vedi che riposo,
            Oggi e' giornata di sciopero sindacale.
            Ed è uno sciopero che condivido.
            Qui da noi c'è un malessere generale.

            Nel tempo che è  passato
            di angeli era pieno,
            anche perché ognuno di loro in terra è stato un vero santo,
            ma ormai sembra che i santi si siano estinti!

            Ormai qui l'ambiente è tetro,
            siamo tutti angeli sofferenti
            e malgrado cio' ci tocca soccorrere
            tanti sventurati come te.

            Ma tu che ti lamenti
            e non hai nulla da fare,
            non è che te la senti
            di darmi una mano?

            Non sei certo uno stinco di santo
            ma di questo non devi preoccuparti.
            Io gli altri posso convincerli.
            Tu pero' intanto inizia a prepararti! ".

            Sentendo questi discorsi,
            fatti i dovuti scongiuri,
            pensai che in fondo i periodi difficili
            non erano poi così male.

            Poi senza far rumore
            mi infilai a letto
            e al mio dolce amore
            sussurrai un bacio.
            Composta venerdì 11 settembre 2015
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              Scritta da: Gianluca Cristadoro

              Vivrò, forse

              Vivo di fiammate e apatia,
              esaltazione e sconforto,
              di pane e illusioni,
              d'amore e distacco.

              Vivo di accenti e atonie,
              d'impulsi e di noia,
              di quella sete di tutto,
              di quella voglia di niente.

              Vivo di vuoti e vivo di slanci,
              della clausura, in mezzo alla gente.

              Vivo di sorrisi e parole al vento,
              di angosce e utopie,
              di terra e sospiri,
              di numeri e grida.

              Muoio e rinasco.
              Piango e risorgo.
              Composta giovedì 13 dicembre 2018
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                Scritta da: Gianluca Cristadoro

                Fila-Strocca

                Filastrocca che non dice niente
                pensata apposta per tutta la gente
                che grida e che sbuffa
                ch'azzanna e s'azzuffa.

                Filastrocca che niente sa dire
                a tutta la gente che vuole partire
                che piange e che finge
                che falsi sorrisi sul volto dipinge

                Filastrocca di senso priva
                che già se ne va non appen'arriva.
                Composta venerdì 4 gennaio 2019
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