Poesie inserite da Christabella del Mar

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Scritta da: Christabella del Mar

Post Halloween

In una sinfonia pittoresca d'autunno-
stagione mistica di favola e poesia,
mela cotogna assopisce con un bel profumo
la nebbia dei pensieri e della nostalgia.
Stiracchia lunghe braccia di miasmi strani
sul mio destino, sui capelli tuoi
e il Cielo plumbeo si posa il gomito sopra un monumento
facendo scorrere pacatamente il Tempo
per non sentire il peso di ogni movimento
dei nostri passi e di ogni suo Momento.
Il paese sonnecchiando brama il vento
brillante e smacchiato, post Halloween.
Composta domenica 27 ottobre 2019
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    Scritta da: Christabella del Mar

    La pioggia dentro al sole

    Stronza. Innamorata. Una bastarda
    Ma fatta di amore.
    Quell'amore che non riesci a controllare,
    che ti fa impazzire.
    Sono quel che volevi, anima e cuore,
    impulsiva e dolce, tutto insieme
    fino a non capire cosa sono.
    Dolce. Impulsiva.
    Racchiudimi in questo momento
    perché sai di avermi.
    Ecco! Ora puoi, perché vuoi essere tu
    a sentirti dominatore ed io vittima.
    Invece noi ci interscambiamo.
    Sempre in lotta mentre facciamo amore.
    Voglio sentirti gridare io ora il mio nome.
    Saremo pianto nel pianto, ma di gioia.
    perché vorrei essere una tua lacrima.
    No, stavolta fino alla fine:
    voglio essere pioggia, e tu il sole.
    La pioggia dentro al sole
    e faremo un bel temporale.
    Perché siamo lacrime che scendono dal cielo
    anime viaggianti, sotto lo stesso sole.
    e corriamo tra i temporali.
    Composta lunedì 4 novembre 2019
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      Scritta da: Christabella del Mar

      I papaveri rossi di settembre

      Annoiato e arrossato di rabbia
      che da qualche ora si sbatteva nella finestra oscurata,
      cominciò a lanciare delle frecce bollente
      sulle palpebre ancora chiuse fortemente.
      Oh, che carino, poveretto Sole...
      per la prima volta lo trascurai
      dimenticai anche di salutare il mondo...
      Avevo capito: il mattino stava per andare
      così, di fretta alzai la serranda, aprii la finestra
      e con un sorriso un po' storto e gli occhi quasi aperti, lo salutai con il pensiero
      perché il globo d'oro rosso tondo tondo
      mi picchiò dalla retina al cervello,
      che non vedevo più ne terra e ne cielo...
      poi, come scusa mi regalò un papavero grande, grosso
      Ho cominciato a vedere tutto in rosso:
      un campo enorme di fiori con quattro petali scarlatti
      e a forma di stella dei stimi raggiati
      delicati, selvaggi ma saggi che volevano raccontare la loro storia: come il rosso sangue li difende dal vento, ma se li porti dentro,
      perdono subito tutto il loro abbigliamento:
      i petali leggeri e soavi muoiono.
      Dicevano di essere i figli di una Dea e sorridendo domandarono se ne avevo sonno ancora...
      Peccato che erano così lontano, proprio nel racconto del Sole
      Non li potevo baciare, nemmeno toccare...
      Sul tardi mi buttai sul letto come i bambini
      con un lecca-lecca guardando il rossetto
      che rimaneva sopra come un'impronta di petalo di papavero rosso.
      Di notte, si affacciò Dio del sonno, con un mazzo di papaveri tra le braccia.
      Mi sussurro di chiudere le finestre, abbassare le serrande e di pensare solo a te.
      Obbedii: vestita solo del loro nero profumo
      ti accarezzai il viso, dolcemente, come un angelo dal paradiso
      ma non senza farti un invito all'amore
      con passione e ardore
      Perché sai, Il papavero non è soltanto il fiore della consolazione, è troppo rosso, rosso sangue...
      E poi, perché credi che questo estate è rimasto con noi così tanto sennò per contare, anche una volta sola, le macchie rosse dei campi e per amarci almeno una volta sola,
      anche così, da lontano, perdutamente, come i papaveri nel vento...
      o nel campo di grano.
      Composta sabato 21 settembre 2019
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