Salvami con la tua musica!
Buio di lutto
Urla un vento muto
I gufi incontrano
corvi e lupi.
Della notte vorace
mi salva la tua voce.
Composta lunedì 7 ottobre 2019
Buio di lutto
Urla un vento muto
I gufi incontrano
corvi e lupi.
Della notte vorace
mi salva la tua voce.
Città marrone
con le strade bagnate
da mille gocce.
Piove in autunno
con rimpianti e color.
Petali bianchi
piovono dalla luna
ballano lento
la Danza della Morte
sul canto del cemento.
Fantasma mia
sul corpo tuo freddo
bacia candele.
La croce tace.
Nasconde la voce mia
in musica tua.
Il Passato va
dentro il monastero
dipinto neon.
Tu, Delirio
capelli di notte rock
note di fuoco.
Inverno mio
Stelle di diamanti
nel cuore caldo.
Sentivo un bel profumo di verde selvatico
e di cemento freddo di una città
immersa nel silenzio, il fumo lontano
di lavoro che, da poco alzato voleva riposo.
Volevo quel posto dentro di me,
dentro la casa, forse sotto la finestra,
per guardarlo dal letto.
Così, alla fine trovai il posto
dove tutto il tempo è Sera!
Non saprei dire se me lo ricordo
ovvero l'ho inventato proprio io...
Un posto dove si capisce
se si arriva o si parte...
Dove i desideri diventano tramonti
e le presenze se ritirano taciturne indietro.
Ricordandomelo, rivedo la lentezza dei gesti
talmente lenti che il tempo diventava visibile.
Solamente un ombra... ombra di capelli lunghi
lisci, che ballavano nel vento,
il viso intero coprendo...
Restai così un bel tempo
sforzando tutti i nervi nella ricerca di un minimo particolare. Niente...
I movimenti dei capelli hanno perso un po' il ritmo e riuscii a intravedere gli Occhi
Ma che meraviglia! Erano l'essenza della sera,
intensamente contornati, pieni di vita e di energia.
Parevano gli occhi di un angelo oscuro
caduto per caso nella parte destra della finestra.
Peccato: i capelli sventolati di là, di qua
mi oscurarono subito la scoperta
Ma in cambio il buio mi regalò
l'ectoplasma di una camicia bianca, un po' sbottonata... Oddio! Mi sembrava proprio un Dio, un angelo della Notte, che vagava sulle note di pianoforte
Pareva Lui, che "seats à droite"
Sai, esistono quelle ore quando rinunci a un'identità, anche la tua
anzi, la vedi pure come si dissolve senza un spasmo, senza un rifiato.
Ma ti rimane quel orgasmo nel cuore
di aver vissuto tutto il Tempo dalle sue origini,
concentrato nella luce di uno sguardo perduto nel vento dei capelli e della memoria
ma rimani felice di aver trovato la Sera e il Silenzio, da qualche parte, "à droite".
Come un fulmine che mira l'asse sagittale del corpo
ci penetrò di colpo
il chicco della cognizione della morte,
lontano, là, sotto il sole di fuoco
davanti al campo di grano come un deserto
celato da un gioco equivoco di raggi e vapore
de calore.
Inerti e vili siamo rimasti così lontano
guardando perduti il campo di grano
immerso nei cerchi di silenzio strano.
Nell'immensa morte, un girasole
si volta lentamente
come fissarci negli occhi con la forza della mente
poi, con un inchino quasi meschino:
quel fiore confidente del giallo re bollente
ci invitò all'ultima orgia e sceneggiatura
del mese d'oro della mietitura.
Ma io rimassi ancora guardare da lontano
le spighe svelte, splendente
con quella doratura...
Non capivo più quale delle due è più dura:
la vita o la morte.