Poesie inserite da Marco Nuzzo

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Scritta da: Marco Nuzzo

Stelle sfrattate

Ricordo quasi assente,
con madide mani
spolverato,
ricucito nella nebbia,
pezzi di cuore,
se infranti tornerete
l'adagio suonerà
ancòra alato
e non serviranno
stracci,
lavàti e sporcàti
tra le rive
di sponde meste,
tetro cullare
di emozioni diverse,
scolpite nei tronchi
e nell'aere spiovente;
se è vero
che altro non siamo
che stelle sfrattate,
se è vero
che un giorno
riavremo quel cielo,
quaggiù brillerò
di libertà provvisorie
sfiorate nel vento
tra il viaggiare eterno
dei miei occhi a te,
dimenticato amico.
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    Scritta da: Marco Nuzzo

    Ulisse

    Infiniti mari
    dove poetano le sirene,
    e sui porti
    in tempesta,
    implacabili predatori
    sfidano onde
    sul perdermi
    in catartiche assenze
    da queste spiagge,
    inquiete,
    deserte e primordiali,
    stuprate
    da tempeste ed eoni
    che costanti rimangono...
    ma io aspetto,
    solitario e immobile
    sopra isole lontane
    intriso
    di anima nera
    che m'infiamma,
    il sapore del sale
    ed il tuo miele
    mi mancano...
    il calore,
    l'ardire le labbra
    e giacere sui prati;
    senza una rotta
    e con gli dei avversi
    affronto il mio inferno
    e non lo so
    se più mai
    conoscerò
    il tuo viso pulito.
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      Scritta da: Marco Nuzzo

      Troppo presto nasce il giorno

      Troppo presto nasce
      il giorno
      quando ti guardo
      e dormi...
      e decanti la penombra
      tra le sfumature
      lievi,
      spente in chiaroscuri
      tra la pelle levigata
      e lenzuoli di glassa
      che mi rubi.
      Rapirei la notte,
      se chiuderla
      dentro uno scrigno
      sottendesse
      l'immortale carezza degli occhi,
      canone inverso
      e pensiero immorale
      tra i sogni anormali,
      mia torre d'avorio,
      musa di luoghi segreti
      ispirati dall'essenza di te
      che latente
      ti fai strada
      nel buio,
      trafficato dai miei dubbi.
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        Scritta da: Marco Nuzzo

        Cenere

        Come gradini
        risalgono
        una luna d'argento,
        queste onde di cenere
        svelando in penombra
        gli scorci di mare
        e i respiri,
        profughi
        di scure tormente
        taciute meditando;
        dove tutto è caos
        eterna è la quiete,
        tra la folgore
        scagliata nell'acqua
        e l'attesa del tuono,
        contro il silenzio
        franato
        su guance in lacrime
        e l'ammiccante
        volgermi alle stelle
        passando oltre,
        tornando
        nell'infinitesimo
        tuo essere ladra
        di strane emozioni
        sul navigarti lento
        gli occhi cobalto
        e le labbra,
        ora socchiuse
        sui navigli
        color cremisi
        bollenti ed invitanti
        a quel dolce,
        lungo sorvolo.
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          Scritta da: Marco Nuzzo

          Lettera ad un figlio

          Sorretti
          da indubbie certezze
          saranno i ponti
          dove muoverai
          i primi passi insicuri
          e poi di corsa,
          lungo la vita
          fuggirai,
          lasciandomi distante
          a recuperar fiato
          figlio mio,
          cavalcando
          nuvole di cotone
          che formano zebre
          di latte;
          e si,
          sarai grande
          perdendoti forse
          negli anni a venire
          le scale del cielo,
          ma ricorda,
          crescendo
          non ignorare le stelle,
          risplendi
          del tuo essere
          semplicemente te stesso,
          senza mai appigli
          sulle false pretese,
          senza sentire ragioni
          di mercanti
          d'anime vuote,
          ama i tuoi sogni,
          realizzati dentro
          e forse alla meta
          io ci sarò,
          li ad aspettarti,
          solcando con te
          l'agognato traguardo,
          figlio mio.
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            Scritta da: Marco Nuzzo

            I silenzi lunari

            Risalta questi baci,
            traditi
            da correnti ascensionali
            cadute
            in fiati trattenuti dentro,
            decolla coi pensieri
            se privarti di me
            è lo schianto di una lacrima
            mascherata
            nelle piogge battenti...
            raggiungi le mie piume
            cullate dall'aria
            e scava questo vento,
            i sussurri del mare...
            sotto grilli e stelle
            scorgi quel ricordo
            e portalo con te
            dove restano
            sepolti
            i silenzi lunari
            dipinti nei tuoi occhi.
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              Scritta da: Marco Nuzzo

              Occhi sul mondo

              Non andare ancora,
              resta,
              tra queste labbra
              di carne e fango,
              infrante
              nei respiri
              ad occhi chiusi,
              sognanti e disillusi
              sulle rocce del desiderio,
              regina
              di castelli di sabbia
              scivolati dolcemente
              nei capitoli
              del mio mare
              e di vita fredda,
              sublimata in stratosfera,
              soffocata dentro al sole
              che ancora mi irradia
              opaco e tiepido,
              non andare ancora,
              resta,
              sui moli di legno
              gonfiati dall'acqua
              dove piangono i delfini
              se si spengono le onde...
              accendimi le stelle
              e leviga l'attrito
              di una lacrima su pelle,
              non morire nella nebbia
              ma rincorrimi al tramonto
              sorpassami all'aurora
              e poi baciami
              d'essenze leggere
              al riaprire
              gli occhi sul mondo.
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                Scritta da: Marco Nuzzo

                Ultimo giorno su terraferma

                Riprenderò
                il mio lungo tragitto
                tra acque distinte
                nel chiarore
                di pallide lune
                e brume sul mare,
                ma se l'alternarsi
                dei giorni
                nella mia culla
                sarà meno duro...
                se il vento col sale
                sopra la faccia
                non invecchieranno
                neppur di un istante
                un paio d'occhi stanchi,
                allora viaggerò,
                con lo sguardo rivolto
                all'ultimo giorno su terraferma
                verso il faro
                sull'attesa del ritorno.
                Composta venerdì 5 marzo 2010
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                  Scritta da: Marco Nuzzo

                  Neve e vetro

                  Offrire baci
                  e perle di brina
                  celate
                  nei soli
                  stinti dal tempo
                  rovinandoti,
                  Amore,
                  di fogli di carta...

                  leccarti l'inchiostro
                  dall'ultimo scoglio
                  sopra mari
                  che mai navigammo
                  se non su parole
                  con diritto di recesso
                  dentro porti
                  per smentite garanzie;

                  trovarti in difetto
                  non era vittoria,
                  niente coppe o medaglie
                  su podi di coerenza,
                  solo il castigo
                  di averti bevuta,
                  gelida neve
                  coi pezzi di vetro...

                  e poi ti sei sciolta,
                  nell'aria svanita,
                  è solo vetro nel cuore...
                  trasparente mi fai male.
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                    Scritta da: Marco Nuzzo

                    Scrivendoti

                    Adulti lo siamo,
                    abbastanza
                    da non dirci indovini
                    di felicità perenni,
                    promesse
                    tra calici e ostie
                    su vite
                    sconsacrate
                    in corse a ostacoli
                    rotolate
                    dentro fanghi
                    intrisi di sangue
                    che voglio lavarti
                    quando cedi
                    le forze alla terra
                    e stringi
                    nei pugni chiusi
                    rabbia inesplosa,
                    falena
                    contro luci
                    arginate
                    da scudi di rinuncia...
                    non so se t'arrivano,
                    scrivendoti,
                    i battiti del cuore,
                    ma spero...
                    spero...
                    io spero...
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