Poesie inserite da Mariella Buscemi

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Scritta da: Mariella Buscemi
Della poesia nuda
mi è rimasto il mare
e il cibo dei granelli di versi umidi
oltre la riva delle parole
sul significato delle maree
l'orizzonte lontano
la pelle vicina
noi al porto
l'acqua ai polmoni
le emozioni taciute
tonnellate di detriti da tutti i moli dei ricordi:
io annaspavo.
Centinaia di correnti
mille passi
e sarebbe servito solo nuotare come pesci
muti
in branco da due
uno e io
tu e me
e tanta acqua
lì, al mare
sulla poesia nuda.
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    Scritta da: Mariella Buscemi
    Ai piedi stanchi delle stelle
    ho gettato sassi in mari di nuvole
    e l'anima mi è apparsa un trionfo di tonfi e cerchi
    come grande cielo in mistero di abissi
    diluita in spuma
    è così intimo il mio buio
    che si rimane sfrattati nella me più disabitata
    e non è dato possedere neppure una stanza sfitta
    ché le porte mi stanno tutte sulla pelle
    in fila come i pori
    a indicarne il congedo e l'esilio
    sono presenza solo a me stessa
    all'appello del sentire
    -del sentirmi-
    con la mano alzata
    come allieva impreparata
    piena di lumicini timidi e tremanti.
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      Scritta da: Mariella Buscemi
      Casuali,
      a rotolarci sulle vite
      e i passati negli occhi
      con il coraggio di dirci battuti
      registrandoci i battiti
      e gli affondi
      di notte.
      Dispari a cercare equilibrio e misura
      sul fianco per tenerci presenti
      promesse di pelle
      e sporchi fino alle confessioni
      tra le macchie dell'errore
      si scorgono i pori.
      Come se il tuo fosse sonno
      e la mia morte.
      Non curo il pavimento sul quale poggiamo
      le anime sono altrove
      a guardarsi
      in nome di questo nostro addio.
      Non avrai altro desiderio all'infuori del mio.
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        Scritta da: Mariella Buscemi
        Di certi desideri carnivori
        mi piace la saliva che si prepara all'assaggio
        il pre-gusto, il presagio
        e l'innocenza del pasto
        che rende sazi ancor prima del morso.
        Quando la mente azzanna le debolezze tutte
        Con le intenzioni slacciate
        aperta sulla pelle
        fino a screpolare anima
        in vista sui tuoi orecchi
        a sentirmi con le dita
        resto, solo, ossa spolpate.
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          Scritta da: Mariella Buscemi
          Dell'amore e sull'amore
          ho cercato il non sapere
          ho spento lumi
          franato strade
          tra il dubbio e il rifiuto
          resa tabula rasa
          ho trasfuso noumeno di china
          sotto il fenomeno d'ogni dolore
          nel dolere intangibile
          bagnato per due volte nello stesso sangue
          -soffro dunque sono-
          d'ogni inganno estetico
          sull'anima estatica
          del cuore ho fatto cosmo
          arché di carne e battito
          sui giudizi universali
          maieutica del desiderio
          sulla dialettica scettica tra me e la pelle
          ho elevato le potenze d'ogni atto
          schiudendomi sulle mie verità
          eclettica tra le emozioni
          stoica nella perdita.
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            Scritta da: Mariella Buscemi
            Al giorno non porto luce
            chè il buio persevera aggrappandosi agli istanti
            sebbene il cristallo del tempo
            resista alle schegge
            delle pietre scagliate dai miei umori enfatici

            su tutte le dipendenze
            ho trascritto l'impotenza del r_esistere
            e la resa ha posto domande
            su frantumi e cocci
            tra i teatri dell'io indicibile
            rimosso
            negato
            inibito
            e la presenza scenica delle difese strenue
            delle proiezioni parallele
            delle introiezioni feroci
            costella in posizione fetale
            e va verso una me simbolica

            ricordo il vagito e l'urlo dei primordi
            s'attacca alla mammella materna
            e alla perdita
            è tutta mancanza il mio essere
            l'ossessione lo sa
            e la maniacalità ne prende parte

            ab origine!

            Sotto censura come una condanna superegoica

            sussulto transferale e primitivo
            d'una me selvatica e primitiva.

            Del pianto, dal ventre, m'è rimasto un raglio.
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              Scritta da: Mariella Buscemi
              Ho scoperto stagioni di vita
              Susseguirsi, raccontarsi
              Allo scostarsi di seta s'una schiena candida
              E le vertebre fan storia – la mia -
              Tra gli inverni d'una nuca nuda
              E l'umide ciglia del Sumida

              Ho pianto preghiere
              Quando i ginocchi son diventati piedi
              E la mia mano, rosso ciliegio selvatico a cinque petali,
              come spaventoso seppuku
              Sulla grande bocca delle nostalgie
              A riempire d'oro e d'espiazione la colpa
              E dal ventre mi è partita l'anima con un taglio netto

              Pura sullo Yozakura, mortificando Hanami
              Terribile e buia
              Infiorescenza notturna
              Sul mio corpo flesso
              Come forte sakura
              Infine, la bellezza del cadere

              Eppure, guerriera
              Nel tempio della mia coscienza
              A far d'ogni lotta, rito
              Sovrana, io, d'un matsuri schintoista

              Son piovuti fiori dalla lama
              nella recisione del passato

              Queste spalle, non appaiono neve di fuoco?
              Benedetto sia il mio tremare e il mio ardere.

              L'autunno a ovest del petto e tu a est.

              L'estate non la ricordo.

              tenui racemi
              dipinti sulla pelle
              _drupa carnosa.
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                Scritta da: Mariella Buscemi
                Per quanto
                fragile, profondo pozzo
                sia la clausura
                e lenta
                la cura dei marchi
                a saracinesca sui sigilli
                ti riscopro confuso
                al mio sangue
                nel divario di colore
                col dovere di sentirti
                il diritto d'essere
                il rovescio d'ora

                Annusato | come se d'aria si parlasse |
                per celia di dita pittoriche sottopelle
                che farebbero teatro sgraziato
                di ogni mio io possibile
                sui fregi accennati del tuo profilo

                Nell'intimo presagio
                sei intuizione sottile,
                sinestesia invasiva.

                Sento, a volte, l'invisibile.
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                  Scritta da: Mariella Buscemi
                  Fatta mare
                  su tutta la carezza dell'onda
                  lungo il fianco che si presta al desiderio
                  rimasta spossata dalla burrasca
                  è stato il tempo del viaggio
                  tra la comparsa, l'assenza, la riva e l'anca
                  a farmi azzurra e nuda
                  dall'abisso alla superficie
                  imitare finta quiete
                  ora
                  è quasi terra, la pelle
                  e ciottoli lisci, i seni
                  che più non vedi.
                  Se tutta quest'acqua che possiedo t'annegasse
                  prometterei, immergendoti nella stessa,
                  il battesimo d'ogni tua rinascita.
                  Navigarmi sarebbe esistenza.
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                    Scritta da: Mariella Buscemi
                    Se "accarezzami l'anima" fosse un imperativo plausibile
                    sarebbe, d'un tratto, rivolta sulle tue mani,
                    una dichiarazione di guerra sullo stato di grazia per la mia pelle.
                    Immagino.
                    Ha tanto il mare di questi pensieri,
                    ne detiene persino la quiete – e non si sarebbe detto, ma è così –
                    ché non si può sbattere i pugni sulle onde,
                    ma caderci di pancia, sì!
                    Sino al dolore di chi precipita,
                    sino al rimanere sulla riva,
                    dopo ogni attacco
                    ad aspettare.
                    Se accarezzarmi l'anima fosse stato possibile.
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