Poesie inserite da Marta Emme

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Scritta da: Marta Emme

Rotta di collisione

In un viaggio che ha importanza*
(vita) gente di sostanza* (che vale,
senza grilli) si pone a scrutar bene,
in quel disteso mare, il pel
dell'acqua, così può afferrar la
verità quando viene a galla, ciò di
cui è sicuro e non si sbaglia. Questo
fa viaggiare col vento in poppa*
(dalla parte giusta) sol se non si
indietreggia* (non ci si scoraggia,
non si rinuncia al viaggio) quando
un ostacolo* (inganno) nel vivo* (la
parte vitale) la scocca* (nave,
persona) tocca* (gli nuoce). Perché
si sa che, se sul pel dell'acqua si
rispecchia il cielo, nel sommerso si
nasconde invece il masnadiero*
(avversario pericoloso, squalo
famelico, menzognero).
Composta domenica 4 febbraio 2018
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    Scritta da: Marta Emme

    Un breve inverno

    Si vedeva già da come
    il tepore sovrastava le
    cose e la terra sul mezzo
    del giorno, nel dicembre
    ormai inoltrato, che sarebbe
    stato un breve inverno. Non
    più foriero di gelate
    memorabili e cristalli di
    ghiaccio calanti dai tetti
    delle case nella fredda e
    dormiente campagna, come
    ha conosciuto la mia infanzia.
    E la neve, un miracolo atteso,
    su per la montagna dove per
    gli sciatori è ancora una
    cuccagna. Che, oggi, l'han
    vista anche nel deserto, a
    indicar che niente è più lo
    stesso. E che è cambiato
    qualcosa lo si capisce anche
    dai venti predominanti* (nord
    africani) che spazzano questa
    terra di giganti* (Italia,
    personaggi illustri) dalle nuvole,
    che da qui se ne stan, così,
    distanti. È ora di ripensare tutto
    e vedere le stagioni coi ritmi
    che non gli son più propri, per
    appunto. Dio non può più
    niente con un uomo che è
    diventato deficiente* (non più
    timorato di Lui e della natura -
    e forse è anche ciò che il
    terrorismo ci rimprovera).
    Allor c'è da rimboccarsi le
    maniche e veder le cose nella
    loro evoluzione e non più
    statiche* (agricoltura,
    inquinamento...). Magari senza
    dimenticar, del passato, gli errori
    e gli orrori che dal futuro della
    Terra altrimenti ci terranno fuori.
    Alla nostra vita dare un altro
    senso* (esistere) e vinceremo
    anche su questo assurdo tempo.
    Composta domenica 28 gennaio 2018
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      Scritta da: Marta Emme

      Vera insolenza

      A questo mondo c'è chi
      ha le idee confuse e dà
      per buone le cose astruse*
      (che non stanno né in cielo
      né in terra come uno stabile
      dimorare, qui, di tutti gli
      immigrati, com'è già nei fatti).
      Insomma, la logica deve far
      vedere* (in Europa) oltre la
      propria sponda* (confine) per
      favorir decenza* (sviluppo
      accettabile) ove colà c'è solo
      baraonda* (povertà e
      sfruttamento). Va bene. Dal
      ciel, la luce* (sapienza), questo
      invito produce in una mente
      illuminata* (politici, alti prelati,
      aggregazioni...) che, aihmè!,
      dal prestigio, interesse e
      compiacenza - come danno una
      utile accoglienza - da queste
      parti* (Italia), viene infine
      soggiogata. Così, per il suo fare,
      in una utopica dimensione
      questa par solidamente stare,
      tanto che ai rimpatri
      infinitamente sorda vuol restare.
      Eppur quelle persone* (immigrati
      economici) han menti fiorenti e
      valide braccia, non sono insomma
      una merdaccia, e son "sottratti" a
      un paese che, per forza, di
      sviluppo, poi, non ha pretese. Così
      a ciò* (loro rimpatrio) devon portar
      le sensate e giuste intese. Ma
      siccome noi italiani siam gente
      grulla, piuttosto si mantengon qui
      a non far nulla. Che poi
      l'integrazione col lavoro fa
      comunione, se proprio si vuol fare
      un cantico al Signore. Sicché dove
      manca il lavoro si deve fare a
      modo a modo* (essere saggi) che
      a formar dei disperati ci vuol poco.
      E, perdirindina, siccome non son
      proprio cretina, anche oggi non mi
      va di assecondar la china*
      (gli opportunismi di stolte sirene
      che alimentano anche la tratta
      umana).
      Composta martedì 23 gennaio 2018
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        Scritta da: Marta Emme

        La luce dell'alba

        Dopo tanto accorato dire* (a dar lumi)
        è tempo dunque di zittire* (tacere).
        Testè, provvido, arriva a rasserenare
        un segno* (il buon senso), che
        spalanca le porte sul mondo* (delle
        possibilità). È quando il silenzio può
        parlare a una notte intrisa di
        pentimenti per quel che è un disturbo
        proprio delle menti* (la presunzione),
        e le cose infine si svelano rischiarando
        esse stesse il cammino. Scopri che è
        servito anche il tuo paziente invito*
        (consiglio) a ritrovar quel che nel buio
        s'avea smarrito* (speranza e serena
        fiducia) con il buono che ne è poi
        seguito.
        Composta giovedì 18 gennaio 2018
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          Scritta da: Marta Emme

          Pietismo

          È questo un moto del cuore,
          generato da chi sa infondere
          un utile fervore in quel che
          ha poco pensiero e non
          riconosce nelle cose, fino in
          fondo, il reale valore. Così gli
          opportunismi, apposta, su di
          lui, prendon vigore, non la
          verità col suo nudo crudore.
          In tal caso, alla dabbenaggine,
          non c'è soluzione se non
          riconoscerla in tutta la sua
          estensione. E quando una
          lampadina s'accende e di ciò
          coscenza si prende, un
          luminoso cammino, vedrai ti
          attende, rischiarato dall'usar
          il cervello in modo intelligente
          senza dimenticar di veder le
          cose, sì, umanamente, ma
          sempre nel loro contesto,
          avvedutamente.
          Composta sabato 6 gennaio 2018
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            Scritta da: Marta Emme

            Rispetto

            Le proteste siano un'occasione di
            riflessione non di cruenta e feroce
            contestazione. Libera sia
            l'espressione ma se si adopera
            violenza egual risposta trova
            consistenza. E chi soffia sul fuoco
            della ribellione* (twitter di Trump),
            sfidando chi è al potere in quella
            situazione* (Kamenei e Rouhani)
            è perché cerca di seminare rogna
            dopo aver armato l'Arabia fino alla
            vergogna. Non si vuole un'altra
            primavera* (araba) che sfoci nella
            confusione più vera, fino alla guerra,
            che faccia sprofondare quel paese
            nella melma o tra la polvere, a terra.
            Nel rispetto delle culture altrui dobbiam
            pensar che quei paesi non son per
            forza dei nostri più bui. Il polso ci
            vuol deciso per tener insieme, da
            quelle parti, un paese che funzioni
            come un orologio preciso. Se son
            rispettati i diritti umani ogni cultura
            non merita richiami. E, semmai,
            che le transizioni* (rinnovamento)
            non avvengan per congetture ed
            esterne infiltrazioni. La Persia ha
            fatto la storia, sia l'Iran anch'esso al
            pari di questa fulgida memoria.
            Composta mercoledì 3 gennaio 2018
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              Scritta da: Marta Emme

              Din Don Dan

              Son parole* (della Chiesa) al vento
              quelle che non colpiscono nel centro,
              parole che non han efficacia perché
              non fan cader dal cielo la timida
              rugiada* (benedizione). C'è ritegno di
              far le cose serie come nostro
              Signore l'esempio diede, come
              calpestar del potente il piede.
              Din Don Dan* (sveglia), gli angeli
              tutti in coro per Natale fan.
              Composta martedì 26 dicembre 2017
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                Scritta da: Marta Emme

                Ecco

                Ecco* (neoeletto Kurz in Austria),
                vuol metter il naso fuori,
                ed affacciarsi a curiosar nei
                limitrofi territori che, bada bene,
                non son suoi, ma esce infin dal
                seminato, anche in modo non
                proprio garbato* (nella doppia
                cittadinanza austriaca agli italiani
                altoatesini di lingua tedesca e
                ladina), da fomentar zizzania
                tra la gente ch'è italiana, quella
                che magari vorrebbe sotto sé, a
                omaggiarlo come un capace e
                giovane re, stante la storia che
                ben decreta quanto la sua sia
                una strana vanagloria. Ecco, ha
                la testa un poco dura* (in storia)
                e allor vediamo se a forza di
                sbatterla, per bene la matura.
                Gli fan gola i cervelloni, così
                tanti, a cominciar da atleti come
                Gustav Thöni. Così per trovar
                teste molto fini per forza che
                deve attraversar gli italici confini.
                Composta venerdì 22 dicembre 2017
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