Poesie inserite da Marta Emme

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Scritta da: Marta Emme

Pungiglione

Non chiedo niente che non mi
possa dare, che non vuoi; non
mi metterò a pigolare*
(raccomandarmi), una ragione
di certo me ne saprò fare. È
che il tuo cuore per un attimo
è svenuto* (ha perso il contatto
con la realtà) e in quell'istante
ti sei perduto. Non voglio da te
ciò che non è compiuto* (non
viene anche dal cuore), altrove
saran rivolti attenzione e studio,
sempre partendo dal mio
semplice ma imprescindibile
fiuto* (sincerità). Insomma, non
voglio vivere, grazie a te, in
formalina piuttosto cercar in me
coraggio e stima.
Composta lunedì 30 aprile 2018
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    Scritta da: Marta Emme

    Da qual lato

    La frittata esprime la moralità
    con cui la verità si può
    facilmente rivoltar a secondo
    del comodo che fa a chi la
    questione si trova ad agitar.
    Il fine che si vuole ottenere è
    così determinante che, in ogni
    modo, si fa diventar
    totalizzante su ciò che si
    muove nel circostante. È come
    essere in fiera col mercante
    ove convincer è la cosa più
    importante anche se è una "sola"
    raccapricciante. Così cade la
    bellezza di chi ha creduto nella
    bontà della saggezza. Dunque,
    bisogna esser sopraffini per
    non fare il gioco dei cretini.
    Composta domenica 8 aprile 2018
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      Scritta da: Marta Emme

      Spelacchio

      La bontà* (valore) e la freschezza*
      (efficacia) delle idee contrastano
      il maligno, rivolto invece a disseminar
      ampollosità* (vacuità) e prosopopee*
      (presunzioni). A posta, diventiamo,
      dalla morale, scollegati* (no integrità)
      perché come uomini dobbiamo esser
      screditati da questi due demoni*
      (vacuità e presunzione) spietati, pur
      se son "da bene" mascherati. Ma ove
      son le idee supreme più niente li
      trattiene, se ne vanno annoiati perché
      non son più considerati. Così da veri
      idoli son diventati dei castrati* (di
      potere e attenzioni).
      Composta mercoledì 4 aprile 2018
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        Scritta da: Marta Emme

        Siparietto

        Paraculo è chi fa intender
        che credito, a lui e a quel
        che pone, è da dare, proprio
        come al prete quando parla
        dall'altare, senza voler
        questo affatto declassare,
        che è un bene la fede
        predicare. E col suo fare
        accattivante, proprio da
        birbante, riesce a entrare
        nelle corde della gente,
        tanto più se è commovente,
        perché "toccare" il cuore fa
        presa sempre: è aprir, come
        d'incanto, lo scrigno* (di tesori)
        custodito nella mente. E bravo
        com'è, senza accorgertene, sei
        alla sua mercè se, distratto,
        permetti che si profitti di te.
        Composta mercoledì 28 marzo 2018
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          Scritta da: Marta Emme

          Il corista

          La libertà è una grande conquista
          non il vezzo di chi è qualunquista.
          Come dire che è cosa trista quando
          nel polifonico coro uno si mette a
          cantare da solista, e non per svista,
          vuol essere proprio il protagonista
          pur se la cosa non è prevista. È
          elementare: non devi calpestare
          chi come te ha diritto uguale. La
          libertà che non ha costi genera
          solo grandi mostri* (egoisti,
          tiranni...). Così, uscir dal coro puoi
          per affermare gli intenti tuoi, ma se
          lo fai, al bel canto* (di valore/i) non
          rinunciare mai.

          Senza entrare dei dettagli, anche
          esser realista limita gli sbagli. Come
          è una realtà che chi troppo vuole,
          spesso, niente ha. Come, nel
          dibattito, son le diversità che ci
          posson migliorar, seppur sceglier
          poi si dovrà e la scelta rispettar.
          Come anche la politica, che questo
          spesso non sa far. Come un corista
          che da solo vuol cantar senza
          averne liceità, per sua propria
          velleita* (volontà)

          E scusate il non poco divagare e
          anche la costumanza di
          esemplificare, che può esser
          illuminante se riesce ad essere
          calzante.
          Composta venerdì 13 aprile 2018
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            Scritta da: Marta Emme

            Guercio

            Guarda di traverso, ma  
            ben riconosce e come
            saluto ha in serbo, spesso,
            solo un seccato e breve
            verso. Poi, siccome la luce
            della ragione ha perso,
            l'animo ha nero e torvo
            come quello di uno
            spelacchiato e inquietante
            corvo. Tanto che, la stessa
            voce crocidante mostra, o
            molto simile, pur se svolazza
            tra delicate e colorate
            primule*(persone gentili).
            Così se un corvo può simular
            la voce umana, quella del
            guercio, 'sì ridotto dal
            rancore, gli viene proprio
            spontanea.
            Composta domenica 25 marzo 2018
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              Scritta da: Marta Emme

              Cavallino arrò arrò

              Troneggiare sulla tua groppa
              per andar incontro all'avventura
              che in questa vita ci cattura, è
              una vera goduria. Seppur ormai
              son così grande, mantengo,
              come te, uno spirito gigante che
              mi manda avanti sempre, per
              ottener ciò che la mente dal mio
              vivere s'attende. Anche
              quell'amar il soffio fresco della
              libertà con te mi dona grande
              affinità. E mi culla il tuo passo
              quando sono triste, e scopro
              allora quelle piste che prima non
              avevo nemmen viste. Così mi
              ritrovo; e penso che sei davvero
              un tesoro perché mi fai capire
              che è dentro me che devo cercare
              l'oro. Mi commuovo, allora,
              comprendo e penso che voglio
              avere un cavallo nel mio mondo
              di cristallo. A cui sussurrare...
              che la vita si deve cavalcare.
              Composta lunedì 19 marzo 2018
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                Scritta da: Marta Emme

                Femme

                Quì* (occidente) sovente* (pubblicità,
                video, tv...) il corpo della donna
                diventa come una bandiera* (oggetto
                del desiderio) che, quella (che è)
                sciocca, la muove come una
                mitragliera ove culo, tette e cosce
                ne son la polveriera. E questo, come
                esempio di progresso, è ben scarso
                come non lo è ove la donna non
                ha viso perché nella sua veste quello è
                scomparso* (burqa, niqab). La donna
                si deve, or dunque, affrancare da tutto
                ciò che la vuole annullare.
                Composta giovedì 29 marzo 2018
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