Poesie inserite da Marta Emme

Questo utente ha inserito contributi anche in Frasi & Aforismi, in Umorismo, in Racconti, in Frasi per ogni occasione e in Diario.

Scritta da: Marta Emme

Orizzonte donna

Non dirmi antica* (fuori moda)
non sono antica, non dirmi
ostile* (al femminismo) non
sono ostile, non dirmi
remissiva* (alla vita) non sono
remissiva, non dirmi carina*
(oca) non sono carina, non
dirmi bigotta* (sui valori) non
sono bigotta. Come donna ho
tanti difetti e poche virtù, ma
accanto all'uomo mi pongo, se
mi par, pure in tutù. Perché la
mia vita non sarà mai un tabù,
come dici tu* (fatta di inibizioni).
Mi allineo con me* (mi
corrispondo) e non ho bisogno
di spiegare com'è. È la libertà
che come donna voglio
conquistar. Anche di esser
antica, ostile, remissiva, carina,
bigotta, come a me più importa.
Perché è esser ribelle
la mia qualità e anche nel
pensar che l'emancipazione più
che il femminismo a pennello
mi va. Così, or sarò
controcorrente nel voler che la
parità* (con l'uomo) diventi
realtà purché porti a un sano e
vivace confronto nella sobrietà*
(rivoluzione del pensiero), che
la donna un oggetto non faccia
mai diventar. E che un grande
movimento di donne così
determinate* (sui diritti), in tutto
il mondo, per ordinamento* (sia
una tacita regola ove non è
parità), possa avanzar, perche è
quello di cui ha bisogno
l'umanità.
Composta venerdì 9 marzo 2018
Vota la poesia: Commenta
    Scritta da: Marta Emme

    Strani mondi

    Tra il dire e il fare* (nell'educare), a volte
    c'è di mezzo l'apparire* (esteriorità,
    aspetto, omologazione ai modelli
    ricorrenti), prima ancor del costruire.
    L'apparire dunque, che, giacché lo
    promuovi* (associazioni), lo devi anche
    garantire. Ma con questa "boria" *
    (presunzione) non ci può essere
    onorevole storia* (vera integrazione).
    Diventa poi pretesa* (apparire) ciò che
    hai dato con la mano tesa. Dare
    sostanza* (del saper fare e di sé) invece
    è lungimiranza e fa diventar certezza la
    speranza di costruir cittadinanza. Così
    crescer nella verità* (dei propri limiti),
    nell'umiltà* (di non pretendere ma
    cogliendo l'essenza di ciò che si ha e si
    conquista) e nella temperanza, soltanto,
    fa diventar* (profughi minori non
    accompagnati) un uomo di valore e di
    creanza che saprà come onorar, delle
    persone care, la lontananza. E, magari,
    proprio là, potrà tornare ove c'è sviluppo
    da portare; e chi meglio di lui lo saprà
    fare! I figli dell'uomo sono frecce verso
    il futuro e il suo costrutto, non son
    bistecche* (carne da ammirare e pur
    comprare e prelibata da gustare), non
    prendiamo stecche, perché sennò,
    rimaniamo davvero bloccati tutti nelle
    basse e insidiose secche* (problemi).
    Composta domenica 18 marzo 2018
    Vota la poesia: Commenta
      Scritta da: Marta Emme

      Pensiero

      No, Dio non lo perdonerà*(Luigi Capasso),
      perchè non s'è pentito; è di una tale
      semplicità! È un messaggio di grande
      superficialità quello che si vuol far
      passar*(Dio perdona tutti perchè è
      misericordioso), che son quì, basita da
      sprofondar*(come credente). Dio perdona
      chi si vuol far perdonà e fino in fondo
      invece è stata convinta e pianificata quella
      bestialità*(omicidio figlie). E non rimedio,
      costui, ha saputo dar, se non piuttosto il
      suicidio, per scappar dalle sue responsabilità.
      E quello è stato il sigillo che lo condannerà*
      (per me) al fuoco dell'inferno per l'eternità.
      È che la Chiesa a volte le novelle sa proprio
      come raccontar*(sacerdote di Cisterna di
      Latina). Amiamo dunque quegli angeli*
      (Alessia e Martina) che son nel ciel e non
      si può che piangerli. E che non sian
      tormentate anche lassù dal sorriso finto di
      belzebù*(padre). È auspicabile, orsù! Ora,
      non son nessuno io, ma credo che ci sia un
      pó di giustizia in Dio. Ma già la mia è una
      visione terrena, e ora, guarda guarda, sono
      andata fuori tema.
      Composta sabato 10 marzo 2018
      Vota la poesia: Commenta
        Scritta da: Marta Emme

        Italia in analisi

        Serietà! Nel suo nome un passo
        indietro ognuno* (partiti) deve far
        pur senza detener il gene della
        cordialità. Sol per il bene della
        comunità che sotto la bandiera
        dell'Italia sta, anche se fatta di
        tante diversità* (politicamente). E
        questo, governo di funzione, si
        chiamerà. In pista sol per fare, in tre
        mesi, una legge elettorale che sia, a
        governare, efficace, senza inganni e
        nella pace. Un bel giornale* (stampa)
        deve aprir la mente a questa visuale
        e avanti a lor* (politici) la deve
        presentare. Un passo essenziale tra
        tante teste che sembrano impallate*
        (confuse) o di potere assatanate. Chi
        all"inciucio si sottopone l'onestà a
        suo favore non depone. E a
        sbagliare strategia * (appoggio)
        si sparisce per la via, come per
        magia* (NCD-AP). Ed è quello che
        succede a chi indispensabile agli
        altri si crede e in se stesso non ha
        fede. Che si arrangi dopotutto chi
        nella tornata elettorale ha merito
        di costrutto. Insomma, chi ha vinto
        le elezioni* (centro destra e cinque
        stelle) si accordi, il che non è
        inciucio si ricordi, anche in
        Germania su ciò sono concordi.
        L'alternativa sia votare, come s'è
        detto nell'iniziare.
        Composta mercoledì 7 marzo 2018
        Vota la poesia: Commenta
          Scritta da: Marta Emme

          La stella Vega

          Un essere vivente è un essere vivente.
          E così, tanto per entrare nelle dinamiche
          dell'esistente, da Dio è stato creato, che
          certo non si stupisce se da qualche
          altro* (vivente) viene divorato, per dar vita
          anche a chi, della vita, non l'ha mai
          ringraziato. Non è il mondo degli uomini*
          (onnivori), quello* (vega), non facciamo errori,
          è il mondo degli imbroglioni* (l'uomo non è
          erbivoro) e pur un po' semplicioni nel dare
          soluzioni* (agli allevamenti intensivi...).
          Che per ingannar la verità, sull'argomento,
          ci fanno, dunque, interessanti
          dissertazioni, soprattutto quando si
          soffermano sulle necessarie integrazioni*
          (di nutrienti nella dieta). Poi, siccome per
          ciò che dici, la gente prende foco, succede
          che a forza di contestar diventi fioco. Ma
          vogliamo dire che pur le piante hanno una
          vita da custodire? Se proprio si vuol l'uomo
          intenerire, specie quando a lor pensiamo
          come meglio ingozzarcene possiamo. E
          dall'uomo or si devono schermire, che le
          vuole in distese coltivazioni confinare e
          intristire. Ma quando arriva la rota grossa*
          (mietitrice o coltello) nessuno pensa
          quanto disagio possa e che, "magari", pur
          loro ricevono una grande e micidiale
          scossa* (caput) anche se non hanno ossa
          e non gridano a più che dir si possa.
          Siccome, come loro, campare d'aria non
          possiamo a questa vita rassegnare ci
          dobbiamo. Sarebbe come dire che il
          creato è ingiusto, sol perché le leggi della
          natura non son di nostro gusto. Le piante
          hanno sensi e percezioni, è stato
          evidenziato e questo proprio non lo
          discutiamo; già, ma siccome sono esseri
          inferiori, per questo, quelle, mangiare le
          possiamo e pur col massimo degli onori*
          (ricette prelibate). Vega* (stella), del ciel la
          tessitrice e pur sulla Terra star incantatrice*
          (nella dieta vega-na), ma sol di chi non ha
          salda la radice* (base del sapere)
          sull'evoluzione della nutrizione, che non è
          dell'uomo un'appendice.
          Composta domenica 4 marzo 2018
          Vota la poesia: Commenta
            Scritta da: Marta Emme

            Santa pazienza!

            La pazienza è l'attesa sapiente di chi
            non ha piani* (strategie) ma una
            fiducia così travolgente che alla fine
            pure il demonio ad essa s'arrende.
            Così, siccome qualcosa conta, torni
            a cavalcar la vita sulla sua
            spumeggiante onda e in quel respiro
            del mare impari quanto importante
            sia stato sperare. Ma se la pazienza
            è rivolta al male, che con esso
            sprofondi, fino ad annegare. E che in
            quel marasma* (decadenza di valori)
            possa sempre rivelarsi il malvagio,
            ben prima del suo fetente miasma*
            (effetti dannosi).
            Composta giovedì 1 marzo 2018
            Vota la poesia: Commenta
              Scritta da: Marta Emme

              Il brevetto

              Manitù, dai gradi pascoli celesti,
              insieme al tanto amato popolo
              dei Sioux, vedi oggi* (tempi
              moderni) come il mondo degli
              uomini si muova a testa in giù*
              (non riconosce i valori dei padri);
              pur con l'invidia che a gogò porta
              l'uomo agli sfottò. Sì, come quel
              tale, fatto carciofo, perfetto nel
              forno, ma quì* (nel frangente)
              buono neanche per contorno. Di
              sostanza* (senso del volontariato)
              lì, ce n'è poca e il brevetto* (di
              uomo) che per lui è stato usato
              come una "sola" l'ha forgiato. La
              natura, quella umana, non è degna
              di pencolar così* (vacillare sul
              bene), e intanto frana. Allor, da
              lassù, risana l'uomo di virtù, come
              eran* (valore e coraggio) nella
              combattiva* (contro l'ingiustizia)
              gente dei Sioux. Perché, semmai,
              quella prova* (provocazione) è
              stata solo una incommensurabile
              "sola" * (sconfitta dell'uomo) e a
              veder bene, per tutti quanti: popoli
              e militanti* (volontari in senso
              generale). Che detto per inciso, per
              il coltivo* (solidarietà), uno così, fa
              più danno che in natura il beccafico*
              (piccolo uccello ghiotto di frutti e
              fichi). E con ciò, quel, si meritava
              una risposta che a operar nel bene
              fosse corrisposta. Manitù, Manitù,
              il viso pallido* (chi si considera
              superiore) è un grande gnorri*
              (finge di non sapere quanto è avido),
              hai ragione, hai ragione tu, come ben
              sai, o Dio grande del grande popolo
              dei Sioux.
              Composta martedì 20 febbraio 2018
              Vota la poesia: Commenta
                Scritta da: Marta Emme

                Votazione

                Quando in mente non c'è la patria,
                si fa una legge elettorale che
                manda i partiti dallo psichiatra*
                (crisi di identità). Così per stare in
                sintonia* (con la legge elettorale)
                la miglior terapia diventa
                raccontar novelle, rassicuranti e
                belle, come fa, alla nipote, una
                brava zia, a lei, che di grandi
                esempi ha bramosia. Peccato che
                il finale, qui, non presenti la stessa
                garanzia* (bello). Infatti non avrà il
                tanto cercato potere* (governare),
                l'aspetto di un integerrimo e capace
                condottiere, ma di chi l'inciucio lo
                deve fare per mestiere. Speriamo
                di sbagliare e che ci sia invece per
                gli italiani, da raccontare, un finale
                che consegni a tutti una grande
                morale.
                Composta sabato 24 febbraio 2018
                Vota la poesia: Commenta
                  Scritta da: Marta Emme

                  La carica

                  Se non si parte neanche si torna
                  coi risultati a cui tanto s'agogna.
                  E le illusioni sono il pane
                  quotidiano di chi in questo fare
                  vede il suo talismano. Infatti non
                  è un peso, non un fardello dover
                  lottare per un futuro bello, così
                  come s'è sognato, proprio come
                  quello. Perché solo se credi fino
                  in fondo sarà possibile realizzare
                  anche il più improbabile sogno.
                  Perciò a questo serve l'illusione,
                  a maturar la voglia e la passione.
                  Composta mercoledì 14 febbraio 2018
                  Vota la poesia: Commenta
                    Scritta da: Marta Emme

                    Una macchina da soldi

                    Quella* (la macchina), strizza l'occhio*
                    (è complice) a chi la sa condurre con
                    gran maestria per ricavar lucrosi
                    proventi* (ricchezza) con la minima
                    energia. Del resto sono i soldi che fan
                    "girare" il mondo, in fondo in fondo, ma
                    solo quello del ricco, che è così
                    incurante degli altri mentre vanno a
                    picco. Costui di sperperar risorse se
                    ne frega e io che gli parlo addosso
                    sono solo una fetente strega, insieme
                    a chi da lui, ancor più, pretende
                    equilibrio, così che si possa accostar
                    davvero a un ben alto e vigoroso fico*
                    (in natura emblema di vita, forza,
                    conoscenza). Ma siccome, uno così,
                    vede poco lontano finisce poi che
                    lascia il mondo nel pantano. Che
                    volete, magari, son la solita cassandra!
                    E anche una che a quel paese vi ci
                    manda, voi e i vostri quattrini, insieme
                    a tutti quanti i vostri lustrini. Che se
                    poi siete sereni dentro, allor si, che mi
                    spavento. E se anche dite che, sotto
                    sotto, rosico, sappiate che, semmai,
                    con le vostre idee, anche oggi, non mi
                    sposo. Perché pensare in grande non
                    vuol dire lasciare il mondo in mutande*
                    (depauperato). E se poi volete evocare
                    i santi* (esser religiosi) allor inchinatevi
                    davanti a quelli, tutti quanti, e fate le
                    cose con rispetto e occhio attento*
                    (considerazione) per tutto quel che
                    muove* (vita), e sia questo il miglior
                    avvedimento, mentre gira sempre in
                    tondo* (rotazione) questo pazzo e
                    pazzo mondo* (rivolti al futuro).
                    Composta venerdì 9 febbraio 2018
                    Vota la poesia: Commenta