Scritta da: Marta Emme
Sul viale
Era venuto il vento a sconquassare,
nel viale del camminare, tanto
veemente era il suo soffiare. Ostinato
gli tenea testa un alberello mentre
quella furia lo piegava, lo tormentava
e di continuo lo prostrava; ma niente
cedeva a quello* (vento) pur se il
fusto avea tenerello e, così, indefesso,
riusciva a contrastare quel furente
castigare, che niente poteva fermare.
Finché un colpo da maestro, sferzato
molto lesto, lo stroncava, e fu per lui
funesto* (fatale). Contro la natura
feroce non ha effetto neanche la più
tenera voce. È come quando da un
cuore infuriato ogni sentimento
buono è sradicato, è come un uomo
avvelenato* (egoista e cattivo), è
come la natura che l'ha scomunicato*
(non lo sostiene più).
Composta domenica 8 ottobre 2017