Poesie inserite da Marta Emme

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Scritta da: Marta Emme

Respiro d'arte

Non vedi attorno a te quel che
di fantastico c'è fintanto che
non vien perduto, non esiste
più, e allor par che niente ti
possa tirar su. Ma sollevarti
potrai se dura la pelle venderai
a chi vuol romper anche
quell'unico e scampato remo,
quel che solo può salvarti nel
naufragio per quanto tu sia
sconsolato e stremo. Dentro te
c'è proprio tanto e se anche può
consolare il pianto (per ciò che
hai perduto) potrai comunque
innalzare al cielo (luogo
dell'anima) il tuo accorato canto
(intendimento, pensieri), ove di
stelle (idee) puoi raccoglier un
luminoso manto perché la
libertà, anche quella di star là
(immerso nella divina arte
dell'Universo), a respirar
genialità, è certo scritta nella tua
carta d'identità. E ciò sarà finché
ti riconoscerai in Notre Dame,
fiore all'occhiello di una Umanità
che il bello ha saputo come
realizzar e che ancor saprà
mostrar (ricostruzione) quella
autentica espressione di intenti e
universalità (valori) che l'han
potuta una volta edificar. Come è
stato già con La Fenice (teatro di
Venezia), che ancor si dice sia
opera grandiosa e di sublime
qualità; codesta, che dalle ceneri
(incendio) è rinata e temeraria ha
vinto sull'oscurità (oblio).
Composta venerdì 19 aprile 2019
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    Scritta da: Marta Emme

    Cruccio divino

    Una colomba di Pasqua (annuncio di
    pace) in alto vola, tutta sola, non
    trova compagnia, ove (sulla Terra), per
    aver la pace non vale acrobazia. Così
    ritorna al Signore a portar l'annuncio
    di questo suo più grande cruccio; per
    dir che l'uomo muore, perché a Lui
    (Dio) vicino non pone il cuore. Vicino
    a Chi (Dio) gli ha donato il creato e
    che per tutta risposta l'ha invece
    stupidamente gabbato (tradito),
    siccome non se ne è sentito mai
    onorato. E poiché, infine, ne è così
    indegno è pure giusto che oggi ne
    paghi pegno (soffra del male che ha
    provocato).
    Composta sabato 20 aprile 2019
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      Scritta da: Marta Emme

      Un bosco da attraversare

      Come un puledrino era quel bambino
      che così tanto mattacchiava e
      scorrazzava per come era birichino.
      Ma poi fosco è diventato quando da
      solo col mondo s'è misurato (da
      adolescente o come adulto). Infatti
      il suo galoppo dentro un bosco l'ha
      portato (mistero del vivere), pien di
      ostacoli che a evitarli tutti c'era da
      fare, a dir poco, dei miracoli. Ma lui,
      tosto fin da piccino, e anche un po'
      briccone, siccome era rimasto dentro
      un mattacchione, si convinse più che
      mai che non la forza bruta ma il
      pensiero poteva dar la soluzione a
      dipanare l'intrico di una così fitta
      vegetazione. E capì che lì poteva sol
      quell'armoniosa vibrazione (linguaggio
      neuronale) che nell'intelligenza trova la
      massima espressione. Così quella
      apriva piste (soluzioni) ove e come
      prima non s'erano mai viste. Le entrate
      e le uscite ora eran chiare ovunque si
      volesse andare e pure l'avventura non
      faceva paura perché seguiva lì sempre
      la stessa orditura (struttura) che
      aveva la natura (un certo ordine, le
      regole). E anche quando ti perdevi
      trovavi sempre una sboccatura, una
      via sicura, e a volte una apertura che
      si apriva verso nuovi orizzonti nella
      radura. E qui si potrà dire che le
      relazioni son da costruire nel
      discernimento di chi pone l'obiettività
      come fondamento, che non travisa le
      cose, ma vede pure le spine nelle rose.
      Così il buono e le insidie son da
      riconoscer nelle tortuose vie (vicende,
      esperienze) e, senza rimaner indietro,
      nelle retrovie, dar piuttosto carica alle
      batterie (darsi coraggio) e, semmai
      possibile, domesticar la vita con le
      sue follie per non cader mai nelle
      tanto rovinose sue ipocondrie
      (tristezza, sconforto, malinconia).
      Composta lunedì 15 aprile 2019
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        Scritta da: Marta Emme

        Divina benevolenza

        Dar possibilità di lavoro a un
        africano in patria rende la Terra
        un po' più gaia (giusta) e azzera
        (impedisce) quel cader vittima
        della mala (trafficanti di uomini).
        Sia questo lo scopo prioritario,
        finalmente, delle missioni
        (Chiesa), così da dar vero senso,
        proprio e pieno alle religioni.
        Favoriamo dunque l'economico,
        e dico economico, sviluppo,
        siccome l'uomo è nato per vivere
        in un gruppo (essere solidale).
        Quello sviluppo che dalla povertà
        l'affranchi e un futuro possibile in
        quella terra gli spalanchi. E questa
        è la vera accoglienza, la vera
        magnificenza, che alla Terra dà
        appartenenza e un divino senso di
        benevolenza. Ma l'Europa è sorda,
        né la parola né la logica ascolta,
        tanto che non può esser saggia se
        è balorda. E, sempre per arruffà, or
        mi spingo un po' più in là. Si può
        dire che la via della seta sia
        un'opportunità se gestita con
        qualità e rispetto delle sovranità,
        anche per l'Africa, con le sue
        fragilità. Siccome la Cina è una
        gran furbona, ben si sa, è infatti il
        "complale" la sua erba officinale
        (esempio i porti come il Pireo in
        Grecia). Anche se, in realtà, solo il
        vuoto di un'assenza (Europa buona
        e accorta), in tal frangente (in
        Africa) andrebbe a colmar con
        qualche disappunto e qui si mette
        il punto. Intanto l'America (il Paese
        America), che pure impera, vede il
        mondo dalla sua magica sfera,
        così se c'è chi guarda in modo
        diverso al futuro, per lui ha subito
        in serbo un gran bel siluro
        (ritorzione) se il ritorno (benefici)
        non gli è garantito più che sicuro.
        Gli importa del suo salvadanaio e
        a cantare vuol esser l'unico gallo
        del pollaio; e noi come galline
        stiamo a lui così vicine (alleate)
        che l'uovo (crescita) vogliam fare
        tutte le mattine.
        Composta giovedì 4 aprile 2019
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          Scritta da: Marta Emme

          Il tontolone

          C'è un fatto emergente: l'uomo
          sta diventando davvero
          deficiente. Siccome non capisce
          che il mondo gli è diventato
          ormai sfuggente, per quanto
          gliene importi poco o niente, che
          non gli riuscirà di sbaragliar quel
          che la natura offende. Come
          l'inquinamento, che ha creato in
          un momento (geologicamente
          parlando), approntando valide
          soluzioni d'intervento invece di
          crear sgomento in chi ha ancora
          un po' di discernimento.
          Composta sabato 30 marzo 2019
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            Scritta da: Marta Emme

            Talismano

            Una mamma sapiente non si stanca,
            per quanto affranta (provata dalla
            vita), di cercar insieme a te e dentro
            sé le energie migliori per aprir la via
            alle tue passioni, per assecondar le
            scelte, senza cader nella fossa dei
            leoni (perfidi e malevoli). Ti guida
            alle verità, che fan trovare l'onestà, la
            bontà, la sincerità. Quelle che di
            esser giusto (ok) ti dan le credenziali
            come neanche sanno far le più
            favorevoli congiunzioni astrali.
            Composta giovedì 28 marzo 2019
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              Scritta da: Marta Emme

              Così lucente

              Sei così forsizia, gialla di sol,
              e di campagna sentor,
              selvaggia, allegra e profumata
              (annuncia i profumi della
              primavera), fa che questo tuo
              vitale splendor mi faccia di
              gioia sentir sempre illuminata.
              E al tuo solo pensier, giacché,
              della natura, un fantastico
              dono con te so di aver; e non
              di certo il solo, se proprio uno
              vuol essere pignolo e
              considerar ogni singolo
              bocciolo (tutte le piante e fiori
              che possiamo apprezzare
              attorno a noi).
              Composta martedì 26 marzo 2019
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                Scritta da: Marta Emme

                Festa (del babbo) col rewind

                O babbo, caro babbetto
                fammi entrare per un poco
                nel tuo letto (idealmente,
                nella tua interiorità). Vò
                parlar un po' con te, anche
                se oggi par diventato
                demodè. È ver che sono
                ormai grandina, eppur mi
                sento ancor bambina. E un
                abbraccio costa poco, ma
                può scaldare più del fuoco.
                Arriva alla mente che non
                son sola tra la gente, che
                non sono un incidente, che
                con te non scade mai la
                mia patente (di essere a
                modo). Di questo ho
                bisogno, anche se, or, tutto
                ciò, lo posso viver solo in
                sogno (non ci sei più). Ma
                a poco a poco, così, son
                diventata grande (forte e
                consapevole) e anche oggi
                non terrò chiuse, grazie a
                te, le mie serrande (i miei
                occhi e la mia mente sono
                aperti al mondo, per un
                futuro che vuol esser
                fecondo, luminoso, se mai
                possibile).
                Composta domenica 17 marzo 2019
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                  Scritta da: Marta Emme

                  La capa tosta

                  Eccome se mi ripeto! Ma di essermi
                  seccata non lo nego. I dissalatori
                  non sono uno spreco, dobbiamo
                  farli davvero, che dal mare siamo
                  circondati (vedi Italia) e a morir di
                  sete condannati noi, le piante
                  (colture) e tutti gli animali
                  (allevamenti). Se questo non si
                  capisce la nostra vita presto
                  incupisce e infine perisce. Questa è
                  una cruda verità che per voi però
                  (scienziati e amministratori) non ha
                  credibilità, ma non è bacata la mia
                  testa e il tempo in fretta lo dirà.
                  Ullallà (scossa)! Non è tempo di
                  sbandar (vuol essere un appunto ai
                  potenti). Perché se non son pieni i
                  fiumi e i laghi non lo saran neanche
                  gli invasi (la vostra soluzione). E se
                  anche per voi è, tal pensiero, un
                  azzardo bello e buono io non lo dico,
                  lo tuono.
                  Composta venerdì 15 marzo 2019
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                    Scritta da: Marta Emme

                    Le buone cose

                    Ciò che non costruisce è quel
                    che avvilisce. Dunque, sulla
                    strada del domani, di frutti
                    saran piene le tue mani se avrai
                    dato, senza aver fatto piani
                    (senza niente in cambio), anche
                    solo un po', del bene che hai nel
                    cuore, perché c'è e non fa clamore.
                    Quel bene che apre la strada al
                    giusto (cose giuste), col suo
                    chiarore; quel che mostra, del
                    mondo, sempre la sua parte
                    migliore; quel che ti ha reso e
                    sempre ti renderà onore
                    (dà rispetto, considerazione),
                    anche quando il buono non fa
                    rumore (sembra scontato).
                    Composta giovedì 14 marzo 2019
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