Quando ti chiedi cos'è l'Amore, immagina due mani ardenti che si incontrano, due sguardi perduti l'uno nell'altro, due Cuori che tremano di fronte all'immensità di un Sentimento, e poche parole per rendere eterno un istante.
E ti vengo a cercare anche solo per vederti o parlare perché ho bisogno della tua presenza per capire meglio la mia essenza. Questo sentimento popolare nasce da meccaniche divine un rapimento mistico e sensuale mi imprigiona a te. Dovrei cambiare l'oggetto dei miei desideri non accontentarmi di piccole gioie quotidiane fare come un eremita che rinuncia a sé. E ti vengo a cercare con la scusa di doverti parlare perché mi piace ciò che pensi e che dici perché in te vedo le mie radici. Questo secolo oramai alla fine saturo di parassiti senza dignità mi spinge solo ad essere migliore con più volontà. Emanciparmi dall'incubo delle passioni cercare l'Uno al di sopra del Bene e del Male essere un'immagine divina di questa realtà. E ti vengo a cercare perché sto bene con te perché ho bisogno della tua presenza.
Solo un mano d'Angelo intatta di sé, del suo amore per sé, potrebbe offrirmi la concavità del suo palmo perché vi riversi il mio pianto. La mano dell'uomo vivente è troppo impigliata nei fili dell'oggi e dell'ieri, è troppo ricolma di vita e di plasma di vita! Non potrà mai la mano dell'uomo mondarsi per il tranquillo pianto del proprio fratello! E dunque, soltanto una mano di Angelo bianco dalle lontane radici nutrite d'eterno e d'immenso potrebbe filtrare serena le confessioni dell'uomo senza vibrarne sul fondo in un cenno di viva ripulsa.
Educare è equipaggiare il motore di una barca... Serve prendere le misure, pesare, equilibrare... e mettere tutto in funzione. Ma per questo si deve avere nell'animo un po' del marinaio... un po' del pirata... un po' del poeta... e un chilo e mezzo di pazienza concentrata. Ma è consolante sognare, mentre si lavora, che quella barca, quel bambino, prenderà il largo, se ne andrà lontano. Sognare che quel bastimento porterà il nostro carico di parole verso porti distanti, verso isole lontane. Sognare che quando si sarà messa a dormire la nostra barca, nuove barche porteranno inalberata la nostra bandiera.
Quando facevo le elementari il maestro ci raccontò la storia di un marinaio che disse al capitano: "La bandiera? Spero di non vederla più, la bandiera!" "Molto bene," gli fu risposto, "il tuo desiderio sarà esaudito!" E lo chiusero nella stiva e ce lo tennero, mandandogli cibo di sotto e morì laggiù senza vederla mai più la bandiera.
Una storia davvero spaventosa per dei bambini, molto efficace. Ma non efficace abbastanza per me. Stavo lì seduto a pensare, bene, è brutto non vedere la bandiera, ma il bello è non dover vedere la gente. Però non alzai la mano per dir niente del genere. Sarebbe stato ammettere che non volevo vedere neppure loro. Ed era vero.
Guardavo dritto alla lavagna che sembrava migliore di chiunque.
Non lascio che neanche un singolo fantasma del ricordo svanisca con le nuvole, ed è la mia perenne consapevolezza del passato che causa a volte il mio dolore. ma se dovessi scegliere tra gioia e dolore, non scambierei i dolori del mio cuore con le gioie del mondo intero.
Ma la cosa migliore non furono quei baci e neppure le passeggiate serali, o i nostri segreti. La cosa migliore era la forza che quell'Amore mi dava, la forza lieta di vivere e di lottare per lei, di camminare sull'acqua e sul fuoco. Potersi buttare, per un istante, poter sacrificare degli anni per il sorriso di una donna: questa sì che è felicità, e io non l'ho perduta.