Poesie inserite da Silvana Stremiz

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Scritta da: Silvana Stremiz

A Lou Andreas-Salomé

Non posso ricordare. Ma quei momenti
puri dureranno in me come
in fondo a un vaso troppo pieno.
Non penso a te, ma sono per amore tuo
e questo mi dà forza.
Non ti invento nei luoghi
che adesso senza te non hanno senso.
Il tuo non esserci
è già caldo di te, ed è più vero,
più del tuo mancarmi. La nostalgia
spesso non distingue. Perché
cercare allora se il tuo influsso
già sento su di me lieve
come un raggio di luna alla finestra.
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    Scritta da: Silvana Stremiz

    Risveglio

    L'ora più buia è quella del mattino,
    fase di mutili grovigli e nodo
    di pensieri recisi.

    Abbiamo dato chiusa sepoltura
    ai nostri brevi cani e ai nostri morti
    e la porpora viva del rimorso
    sanguina in tenue cecità. La notte
    spegne candele di cipressi, sale
    in taciuti riflessi e fiamme grevi.

    L'occhio disegna un'esile equazione
    fra litania e squillo di tromba.
    È tempo
    di scuoiare il rifugio della mano
    come corteccia impoverita e siamo
    genuflessi al miracolo del sole.

    Funerario è lo stelo che congiunge
    gli emisferi dell'ombra e del digiuno
    in meridiani panici. Sorgiamo
    all'esatta cadenza del dolore.
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      Scritta da: Silvana Stremiz

      L'arco del sorriso

      Un altro corpo vicino a te la notte
      Statue ornano il tuo letto
      E rose che profumano di gelsomino.
      Brillano nella tenebra le coperte
      La pelle cristallo gocciolante.
      La linea della bocca nell'arco del sorriso
      Le membra tenere nel miele
      I tuoi occhi stretti e nella stanza
      Ali di angeli e di uccelli che ti stordiscono
      Svolazzando.
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        Scritta da: Silvana Stremiz

        Noi siamo cetre...

        Noi siamo cetre un poco sgangherate.
        Il vento, quando passa sulle corde,
        come catene sospese, risveglia
        dei versi, dei rumori dissonanti.

        Noi siamo antenne un poco singolari.
        Come dita s'innalzano nel caos,
        in cima ad esse echeggia l'infinito,
        ma ben presto cadranno giù, spezzate.

        Noi siamo sensazioni un po' disperse
        senza speranza di concentrazione.
        Nei nostri nervi tutto si confonde.

        Ci duole il corpo, duole la memoria.
        Ci scacciano le cose, e la poesia
        è il rifugio che sempre più invidiamo.
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