Nel marzo ebro di sole il grande arbusto in mezzo al prato si coprì di gialli fioretti: le novelle accese rame salenti e ricadenti con superba veemenza di getto dànno raggi e barbagli a mirarle; e tu quasi odi scroscio di fonte uscir da loro; e tutta la Primavera da quell'aurea polla ti si versa cantando entro le vene.
Sole di mezzogiorno, nel luglio felice, sulla piazza deserta: piazza lontana di città lontana, tu ed il tuo uomo, e quello era il mondo. Bianca nella tua veste, bianca vibratile fiamma tu pure, nell'abbaglio d'incendio dell'aria. Bianco il tuo riso perduto nel riso di lui, fresco di polla il tuo riso d'amore tra il vasto fulgere ed ardere. Non sarebbe discesa la notte, non sarebbe venuto il domani, tua la luce, tuo l'uomo, tuo il tempo. Fermasti il tempo in pieno sull'ora solare per cui in terra tu fosti divina: il resto è ombra e polvere d'ombra.
Quando avrai insegnato al tuo cane ad avventarsi su di un negro e a strappargli il fegato con un morso, quando saprai anche per lo meno latrare e agitare la coda, rallegrati: ora puoi bianco! Diventare governatore del tuo stato.
Frusta, sudore e frusta. Il sole apparve presto, e incontrò il negro scalzo. Nudo il corpo piagato, sopra il campo. Frusta, sudore e frusta. Il vento passò gridando: - Che nero fiore nelle mani! Il sangue gli disse: andiamo! E lui disse al sangue: andiamo! Partì scalzo nel suo sangue. Il canneto, tremante, gli aprì il passo. Poi, il cielo silenzioso, e sotto il cielo, lo schiavo tinto nel sangue del padrone. Frusta, sudore e frusta, tinto nel sangue del padrone; frusta, sudore e frusta, tinto nel sangue del padrone, tinto nel sangue del padrone.
La palma sta nel patio, è nata sola; è cresciuta senza che la vedessi, è cresciuta sola; sotto la luna e il sole, vive sola. Con il suo lungo corpo saldo, palma sola, sola nel patio recinto, sempre sola, guardiana del tramonto, sogna sola. La palma sola che sogna, palma sola, che va libera al vento, libera e sola, sciolta da radici e terra, sciolta e sola, cacciatrice delle nubi, palma sola, palma sola, sola. Il nero mare La notte livida sogna sopra il mare; la voce dei pescatori bagnata nel mare; esce la luna grondante dal mare. Il nero mare. In mezzo alla notte un son, sta arrivando nel golfo; in mezzo alla notte un son. Le barche lo vedono passare, in mezzo alla notte un son, incendiando l'acqua fredda. In mezzo alla notte un son, in mezzo alla notte un San, in mezzo alla notte un.
E ora che l'Europa si denuda per abbrustolire la sua carne al sole e cerca ad Harlem e all'Avana jazz e son, vantarsi negro mentre applaude il boulevard, e di fronte all'invidia dei bianchi, parlare negro in modo vero.
Lo so, lo so, mulatta, in giro tu hai detto che ho il naso come un nodo di cravatta. Ma guarda bene che te non sei mica meglio di me, perché la tua bocca è larga e sono tinti i tuoi riccetti. Tante storie, per il tuo corpo, tante storie; tante storie per la tua bocca, tante storie; tante storie per i tuoi occhi, tante storie... Se tu sapessi, mulatta, la verità: io ho la negra mia e non t'amo affatto.
Quando son venuto al mondo, nessuno mi stava aspettando; cosi il mio dolore profondo mi si allevia camminando, perché quando son venuto al mondo, ti dico, nessuno mi stava aspettando. Guardo gli uomini nascere, guardo gli uomini passare; bisogna camminare, bisogna guardar per vedere, bisogna camminare. Altri piangono, e io me la rido, perché il riso è tutta salute: lancia della mia potenza, corazza della mia virtù. Altri piangono, io me la rido, poiché il riso è tutta salute. Cammino con i miei piedi, senza stampella o bastone, e la mia voce intera e la voce intera del sole. Cammino con i miei piedi, senza stampella o bastone. Con l'anima in carne viva, qua sotto, sogno e lavoro; già sarà quello di sotto sopra, quando quello di sopra sarà sotto. Con l'anima in carne viva, qua sotto, sogno e lavoro. C'è gente che mi vuoi male, perché sono un poveraccio; ma quand'essi moriranno sarò al loro funerale. Cosi mi vogliono male, perché sono un poveraccio. Guardo gli uomini nascere, guardo gli uomini passare; bisogna camminare, bisogna guardar per vedere, bisogna camminare. Quando son venuto al mondo, ti dico, nessuno mi stava aspettando; cosi il mio dolore profondo, ti dico, mi si allevia camminando, ti dico poiché quando son venuto al mondo, ti dico, nessuno mi stava aspettando.