Poesie inserite da Silvana Stremiz

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Scritta da: Silvana Stremiz

Rime, lVIII

Deh perché non ho io l'ingegno e l'arte
di Lisippo e d'Apelle, onde potessi
il viso, che per sole al mondo elessi,
dipinger e scolpir in qualche parte,
poi che non posso ben ritrarr'in carte,
com'avrian con lo stile ritratto essi,
le mie due stelle, la cui luce impressi
pria sì nel cor, che d'indi non si parte?
Perch'io rimarrei sol con un tormento
d'amar e sospirar, e 'l cor saria
d'ogni altra cura poi pago e contento;
dov'or piango l'acerba pena mia,
e piango ch'atta a pinger non mi sento
al mondo il mio bel sol quanto devria.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    Torniamo ai giorni del rischio,
    quando tu salutavi a sera
    senza essere certo mai
    di rivedere l'amico al mattino.

    E i passi della ronda nazista
    dal selciato ti facevano eco
    dentro il cervello, nel nero
    silenzio della notte.

    Torniamo a sperare
    come primavera torna
    ogni anno a fiorire.

    E i bimbi nascano ancora,
    profezia e segno
    che Dio non s'è pentito.

    Torniamo a credere
    pur se le voci dai pergami
    persuadono a fatica
    e altro vento spira
    di più raffinata barbarie.

    Torniamo all'amore,
    pur se anche del familiare
    il dubbio ti morde,
    e solitudine pare invalicabile.
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      Era aperta solo al tuo occhio
      quella Notte oscura:
      e dunque perché non li uccidesti
      avanti che uccidessero?

      I grandi deliravano
      In parate e uniformi
      E noi non capivamo.

      Aquile e svàstiche
      e canti di morte
      salmi e canti e benedizioni
      di reggimenti col teschio
      sui berretti neri
      sulle camice nere
      sui gagliardetti neri...

      E discorsi fin o all'urlo
      accanito delle folle d'Europa,
      della saggia e civilissima
      e cristiana Europa.

      Così abbiamo tutti cantato
      almeno una volta
      i canti della morte.

      L'inizio è sempre uguale:
      "Nostra è la Ragione"! E poi,
      l'esaltazione degli eroi.

      Poi le medaglie
      e le corone e i monumenti
      e i momenti del silenzio
      all'Altare della Patria.

      Dio, cosa costano gli eroi!
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        Scritta da: Silvana Stremiz

        Cuore, mio cuore...

        Cuore, mio cuore, turbato da affanni senza rimedio,
        sorgi, difenditi, opponendo agli avversari
        il petto; e negli scontri coi nemici poniti, saldo,
        di fronte a loro; e non ti vantare davanti a tutti, se vinci;
        vinto, non gemere, prostrato nella tua casa.
        Ma gioisci delle gioie e soffri dei dolori
        non troppo: apprendi la regola che gli uomini governa.
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