Scritta da: Sir Jo Black
in Poesie (Poesie personali)
Sorgeva una stella una notte.
Poi solo polvere.
Vorrei ricostruire il tempo,
"Angelo bruciato",
ritrovare te quella notte,
speciale come ti vedevo!
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Sorgeva una stella una notte.
Poi solo polvere.
Vorrei ricostruire il tempo,
"Angelo bruciato",
ritrovare te quella notte,
speciale come ti vedevo!
Mentre il tempo scorre,
confini da oltrepassare...
Quando sarà l'ultimo?
Paura dell'ultimo confine.
Ci arriverò:
oltre sarà il nulla,
forse un altro confine...
la fatica di varcarlo.
E poi...
Mentre il tempo scorre,
confini da oltrepassare...
Quando sarà l'ultimo?
... Delirio!...
Se ricordare dovessi,
dalla vita,
attimi di luce,
aperte,
le mani
quegli attimi conterebbero.
Se ricordare dovessi,
della vita,
attimi di luce,
chiusi,
gli occhi
quegli attimi vedrebbero:
i miei sogni.
Immobile.
Sento scorrere il tempo
nel sangue,
nelle mani.
Mentre guardo il nulla
aspetto vita trovi me.
Immobile
Sento scorrere il tempo.
Mentre ascolto il silenzio
e guardo il nulla,
la persa pace ritrovo
così sento ricrescere,
in me,
forza.
Un vento ti porterà da me,
ti racconterà parole,
ti dirà: "Portagliele!"
Ascoltalo!
Un vento soffiava un giorno,
gli regalai le mie favole,
gli dissi: "Portagliele!"
Attendo!
Solo tu sentirai quei suoni,
ti insegneranno la mia strada.
La tua voce mi dirà sogni
ed io ricorderò i tuoi occhi.
E tempi e spazi
s'aprono, si richiudono.
Ferite e cicatrici.
Sogni, poi segni!
Viene Natale:
attesa di sospesa pace,
attesa di sereno angolo,
tra mille inutili simboli.
È il solito Natale:
finti sorrisi,
finto donare,
finti sguardi,
finto amare.
È andato Natale:
sospesa pace,
sospeso sereno angolo,
piangono luci appese,
domani cadranno.
È andato un anno,
uno nuovo viene:
immobile.
Immobile tempo:
finiti sorrisi,
finito donare,
finiti occhi,
finito abbraccio.
Cielo come ieri,
stesse nuvole...
Terribili aprono monotonia
binari tesi lontano,
chiusi in fondo:
nuvole grigie,
fumo di noia.
Lame fredde
tagliano silenzi aperti;
spazio osceno, nudo.
Prigione
antro angusto
madido di terrore.
Mura basse
pesano
sui pensieri,
il corpo
piegano.
Occhi
finestre cieche
non vedono
aria.
Polmoni
non respirano
cielo.
Striscio
dorso a terra
per toccare
oltre la soglia
la prossima cella.
Ancora
eterna
clausura.
Momenti scorrono lungo il cammino
illuminati da nuvole scure,
coperti di piogge a volte salate.
Ho bisogno di nuvole rosa ora
e vicino te che non sei ancora qui.
Le cose, oggetti, non animano vita,
affetti lontani salgono assenze;
tanto silenzio cade tra le mura.
Invano aspetto cieli in luce.
Voglio te e non so se sei quel mio vento:
odore di primavera e colori.
Gioco con figure d'aria e le mani,
lascio scorrere carezze tenere
in sogni avidi di più caldi abbracci.
Oggi aspetto, e dopo ancora, calore.