Canción del demasiado amor (Canzone del troppo amore)
Quiero llorar porque te amé demasiado, quiero morir porque me diste la vida, ay, amor mío, ¿será que nunca he de tener paz? Será que todo lo que hay en mí sólo quiere decir saudade... Y ya ni sé lo que va a ser de mí, todo me dice que amar será mi fin... Qué desespero trae el amor, yo que no sabía lo que era el amor, ahora lo sé porque no soy feliz.
Voglio piangere perché ti amai troppo, voglio morire perché mi desti la vita, ahi, amore mio, sarà che mai posso avere pace? Sarà che tutto ciò che è in me Vuole dire soltanto solitudine... e ormai non so che ne sarà di me, tutto mi dice che amare sarà la mia fine... Che disperazione porta l'amore, io che non sapevo cosa fosse l'amore, adesso lo so perché non sono felice.
Fuera de mí, en el espacio, errante, la música doliente de un vals; en mí, profundamente en mi ser, la música doliente de tu cuerpo; y en todo, viviendo el instante de todas las cosas, la música de la noche iluminada. El ritmo de tu cuerpo en mi cuerpo... El giro suave del vals lejano, indeciso... Mis ojos bebiendo tus ojos, tu rostro. Y el deseo de llorar que viene de todas las cosas.
Fuori da me, nello spazio, errante, la musica dolente di un valzer; dentro me, profondamente nel mio essere, la musica dolente del tuo corpo; e in tutto, vivendo l'istante di tutte le cose, la musica della notte rischiarata. Il ritmo del tuo corpo nel mio corpo... Il dolce giro di valzer lontano, titubante... i miei occhi che bevono i tuoi occhi, il tuo viso. E il desiderio di piangere che giunge da tutte le cose.
Oggi sento nel cuore un vago tremore di stelle, ma il mio sentiero si perde nell'anima della nebbia. La luce mi spezza le ali e il dolore della mia tristezza bagna i ricordi alla fonte dell'idea. Tutte le rose sono bianche, bianche come la mia pena, e non sono le rose bianche, perché ci ha nevicato sopra. Prima ci fu l'arcobaleno. Nevica anche sulla mia anima. La neve dell'anima ha fiocchi di baci e di scene che sono affondate nell'ombra o nella luce di chi le pensa. La neve cade dalle rose, ma quella dell'anima resta e l'artiglio degli anni ne fa un sudario. Si scioglierà la neve quando moriremo? O ci sarà altra neve e altre rose più perfette? Scenderà la pace su di noi come c'insegna Cristo? O non sarà mai possibile la soluzione del problema? E se l'amore c'inganna? Chi animerà la nostra vita se il crepuscolo ci sprofonda nella vera scienza del Bene che forse non esiste e del Male che batte vicino? Se la speranza si spegne e ricomincia Babele che torcia illuminerà le strade della Terra? Se l'azzurro è un sogno, che ne sarà dell'innocenza? Che ne sarà del cuore se l'Amore non ha frecce? Se la morte è la morte, che ne sarà dei poeti e delle cose addormentate che più nessuno ricorda? O sole della speranza! Acqua chiara! Luna nuova! Cuori dei bambini! Anime rudi delle pietre! Oggi sento nel cuore un vago tremore di stelle e tutte le rose sono bianche come la mia pena.
¿Es que puede existir algo antes de la nieve? Antes de esa pureza implacable, implacable como el mensaje de un mundo que no amamos, pero al cual pertenecemos y que se adivina en ese sonido todavía hermano del silencio. ¿Qué dedos te dejan caer, pulverizado esqueleto de pétalos? Ceniza de un cielo antiguo que hace quedar sólo frente al fuego escuchando los pasos del amigo que se fué, eco de palabras que no recordamos, pero que nos duelen, como si las fuéramos a decir de nuevo. ¿Y puede existir algo después de la nieve? Algo después de la última mirada del ciego a la palidez del sol, algo después que el niño enfermo olvida mirar la nueva mañana, o mejor aún, después de haber dormido como un convaleciente con la cabeza sobre la falda de aquella a quien alguna vez se ama. ¿Quién eres, nieve nocturna, fugaz, disuelta primavera que sobrevive en el cerezo? ¿O qué importa quién eres? Para mirar la nieve en la noche hay que cerrar los ojos, no recordar nada, no preguntar nada, desaparecer, deslizarse como ella en el visible silencio.
Può esistere qualcosa prima della neve? Prima di quella purezza implacabile, implacabile come il messaggio di un mondo che non amiamo, ma cui apparteniamo e che si intuisce in quel suono tuttavia fratello del silenzio. Quali dita ti fanno cadere, polverizzato scheletro di petali? Cenere di un cielo antico che fa restare solo davanti al fuoco ascoltando i passi dell'amico che se ne andò, eco di parole che non ricordiamo, ma che ci fanno male, come se le stessimo pronunciando di nuovo. E può esistere qualcosa dopo la neve? Qualcosa dopo l'ultimo sguardo del cieco al pallore del sole, qualcosa dopo che il bimbo malato dimentica di guardare il nuovo mattino, o meglio ancora, dopo aver dormito come un convalescente con la testa sulla gonna di colei che a volte si ama. Chi sei, neve notturna, fugace, disciolta primavera che sopravvive sul ciliegio? O che importa chi sei? Per guardare la neve di notte bisogna chiudere gli occhi, non ricordare nulla, non chiedere nulla, scomparire, scivolare come lei nel visibile silenzio.
Quest'ora ha la forma di una pausa La pausa ha la tua forma Tu hai la forma di una fontana non d'acqua ma di tempo In cima allo zampillo della fonte saltano i miei pezzi: fui sono non sono ancora La mia vita non pesa Il passato si assottiglia Il futuro è un po' d'acqua nei tuoi occhi.
Dormire in te dormire anzi svegliarsi aprire gli occhi nel tuo centro nero bianco nero bianco Essere un sole insonne che la tua memoria brucia (e la memoria di me nella tua memoria)