Poesie inserite da Eclissi

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Scritta da: Eclissi

Una poesia è una città

Una poesia è una città piena di strade e tombini
piena di santi, eroi, mendicanti, pazzi,
piena di banalità e roba da bere,
piena di pioggia e di tuono e di periodi
di siccità, una poesia è una città in guerra,
una poesia è una città che chiede a una pendola perché,
una poesia è una città che brucia,
una poesia è una città sotto le cannonate
le sue sale da barbiere piene di cinici ubriaconi,
una poesia è una città dove Dio cavalca nudo
per le strade come Lady Godiva,
dove i cani latrano di notte, e fanno scappare
la bandiera; una poesia è una città di poeti,
per lo più similissimi tra loro
e invidiosi e pieni di rancore...
una poesia è questa città adesso,
cinquanta miglia dal nulla,
le 9.09 del mattino,
il gusto di liquore e delle sigarette,
né poliziotti né innamorati che passeggiano per le strade,
questa poesia, questa città, che serra le sue porte,
barricata, quasi vuota,
luttuosa senza lacrime, invecchiata senza pietà,
i monti di roccia dura,
l'oceano come una fiamma di lavanda,
una luna priva di grandezza,
una musichetta da finestre rotte...

una poesia è una città, una poesia è una nazione,
una poesia è il mondo...

e ora metto questo sotto vetro
perché lo veda il pazzo direttore,
e la notte è altrove
e signore grigiastre stanno in fila,
un cane segue l'altro fino all'estuario,
le trombe annunciano la forca
mentre piccoli uomini vaneggiano di cose
che non possono fare.
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    Scritta da: Eclissi

    Verrò quando sarai più triste

    Verrò quando sarai più triste,
    steso nell'ombra che sale alla tua stanza;
    quando il giorno demente ha perso il suo tripudio,
    e il sorriso di gioia è ormai bandito
    dalla malinconia pungente della notte.

    Verrò quando la verità del cuore
    dominerà intera, non obliqua,
    ed il mio influsso si di te stendendosi,
    farà acuta la pena, freddo il piacere,
    e la tua anima porterà lontano.

    Ascolta, è proprio l'ora,
    l'ora tremenda per te:
    non senti rullarti nell'anima
    uno scroscio di strane emozioni,
    messaggere di un comando più austero,
    araldi di me?
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      Scritta da: Eclissi

      La dicha (La felicità)

      El que abraza a una mujer es Adán. La mujer es Eva.
      Todo sucede por primera vez.
      He visto una cosa blanca en el cielo. Me dicen que es la luna, pero
      qué puedo hacer con una palabra y con una mitología.
      Los árboles me dan un poco de miedo. Son tan hermosos.
      Los tranquilos animales se acercan para que yo les diga su nombre.
      Los libros de la biblioteca no tienen letras. Cuando los abro surgen.
      Al hojear el atlas proyecto la forma de Sumatra.
      El que prende un fósforo en el oscuro está inventando el fuego.
      En el espejo hay otro que acecha.
      El que mira el mar ve a Inglaterra.
      El que profiere un verso de Liliencron ha entrado en la batalla.
      He soñado a Cartago y a las legiones que desolaron a Cartago.
      He soñado la espada y la balanza.
      Loado sea el amor en el que no hay poseedor ni poseída,
      pero los dos se entregan.
      Loada sea la pesadilla, que nos revela que podemos crear el infierno.
      El que desciende a un río desciende al Ganges.
      El que mira un reloj de arena ve la disolución de un imperio.
      El que juega con un puñal presagia la muerte de César.
      El que duerme es todos los hombres.
      En el desierto vi la joven Esfinge que acaban de labrar.
      Nada hay tan antiguo bajo el sol.
      Todo sucede por primera vez, pero de un modo eterno.
      El que lee mis palabras está inventándolas.

      Chi abbraccia una donna è Adamo. La donna è Eva.
      Tutto accade per la prima volta.
      Ho visto una cosa bianca in cielo. Mi dicono che è la luna, ma
      Che posso fare con una parola e con una mitologia?
      Gli alberi mi fanno un poco paura. Sono così belli.
      I tranquilli animali si avvicinano perché io gli dica il loro nome.
      I libri della biblioteca sono senza lettere. Se li apro appaiono.
      Sfogliando l'Atlante progetto la forma di Sumatra.
      Chi accende un fiammifero al buio sta inventando il fuoco.
      Nello specchio c'è un altro che spia.
      Chi guarda il mare vede l'Inghilterra.
      Chi pronuncia un verso di Liliencron partecipa alla battaglia.
      Ho sognato Cartagine e le legioni che desolarono Cartagine.
      Ho sognato la spada e la bilancia.
      Sia lodato l'amore in cui non ci sono né possessore né posseduta,
      ma entrambi si donano.
      Sia lodato l'incubo che ci rivela che possiamo creare l'Inferno.
      Chi si bagna in un fiume si bagna nel Gange.
      Chi guarda una clessidra vede la dissoluzione di un impero.
      Chi maneggia un pugnale prevede la morte di Cesare.
      Chi dorme è tutti gli uomini.
      Ho visto nel deserto la giovane Sfinge appena scolpita.
      Non c'è nulla di antico sotto il sole.
      Tutto accade per la prima volta, ma in un modo eterno.
      Chi legge le mie parole sta inventandole.
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        Scritta da: Eclissi

        In una notte bianca

        Ah, non avevo chiuso la porta,
        le candele non avevo acceso,
        non sai come, stanca,
        non mi risolvevo a coricarmi.

        Guardare come si spengono le macchie
        d'abeti nel buio del crepuscolo,
        inebriandomi al suono d'una voce
        che somiglia alla tua.

        E sapere che tutto è perduto,
        che la vita è un maledetto inferno!
        Oh, io ero sicura
        che saresti tornato.
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          Scritta da: Eclissi

          La forma de querer tù...

          La forma de querer tù
          es dejarme que te quiera.
          El sì con que te me rindes
          es el silencio. Tus besos
          son ofrecerme los labios
          para que los bese yo.
          Jamás palabras, abrazos,
          me dirán que tù existías,
          que me quisiste: Jamás.
          Me lo dicen hojas blancas,
          mapas, augurios, teléfonos;
          tù, no.
          Y estoy abrazado a ti
          sin preguntarte, de miedo
          a que no sea verdad
          que tù vives y me quieres.
          Y estoy abrazado a ti
          sin mirar y sin tocarte.
          No vaya a ser que descubra
          con preguntas, con caricias,
          esa soledad inmensa
          de quererte sólo yo.
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            Scritta da: Eclissi

            El alma tenias

            El alma tenias
            tan clara y abierta,
            que yo nunca pude
            entrarme en tu alma.

            Busquè los atajos angustos,
            los pasos altos y difficiles...
            a tu alma se iba
            por caminos anches.

            Preparè alta escala
            - sonaba altos muros
            guardàndote el alma-,
            pero el alma tuya
            estaba sin guarda
            de tapíal ni cerca.

            Te busquè la porta
            estrecha del alma,
            pero no teneba,
            de franca que era,
            entradas tu alma.

            En dónde empezaba?
            Acàbaba, en dònde?
            Me quedè por siempre
            sentado en las vagas lindes de tu alma.
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              Scritta da: Eclissi

              Los cielos son iguales...

              Los cielos son iguales.
              Azules, grises, negros,
              se repiten encima
              del naranjo o la piedra:
              nos acerca mirarlos.
              Las estrellas suprimen,
              de lejanas que son,
              las distancias del mundo.
              Si queremos juntarnos,
              nunca mires delante:
              todo lleno de abismos,
              de fechas y de leguas.
              Déjate bien flotar
              sobre el mar o la hierba,
              inmóvil, cara al cielo.
              Te sentirás hundir
              despacio, hacia lo alto,
              en la vida del aire.
              Y nos encontraremos
              sobre las diferencias
              invencibles, arenas,
              rocas, años, ya solos,
              nadadores celestes,
              náufragos de los cielos.
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                Scritta da: Eclissi

                I cieli sono uguali...

                I cieli sono uguali.
                Azzurri, grigi, neri,
                si ripetono sopra
                l'arancio o la pietra:
                guardarli ci avvicina.
                Annullano le stelle,
                tanto sono lontane,
                le distanze del mondo.
                Se noi vogliamo unirci,
                non guardare mai avanti:
                tutto pieno di abissi,
                di date e di leghe.
                Abbandonati e galleggia
                sopra il mare o sull'erba,
                immobile, il viso al cielo.
                Ti sentirai calare
                lenta, verso l'alto,
                nella vita dell'aria.
                E ci incontreremo
                oltre le differenze
                invincibili, sabbie,
                rocce, anni, ormai soli,
                nuotatori celesti,
                naufraghi dei cieli.
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                  Scritta da: Eclissi

                  Yo no necesito tiempo

                  Yo no necesito tiempo
                  para saber cómo eres:
                  conocerse es el relámpago.
                  ¿Quién te va a ti a conocer
                  en lo que callas, o en esas
                  palabras con que lo callas?
                  El que te busque en la vida
                  que estás viviendo, no sabe
                  mas que alusiones de ti,
                  pretextos donde te escondes.
                  Ir siguiéndote hacia atrás
                  en lo que tù has hecho, antes,
                  sumar acción con sonrisa,
                  años con nombres, serà
                  ir perdiéndote. Yo no.
                  Te conocì en la tormenta.
                  Te conocì, repentina,
                  en ese desgarramiento
                  brutal de tiniebla y luz,
                  donde se revela el fondo
                  que escapa al día y la noche.
                  Te vi, me has visto, y ahora,
                  desnuda ya del equívoco,
                  de la historia, del pasado,
                  tù, amazona en la centella,
                  palpitante de recién
                  llegada sin esperarte,
                  eres tan antigua mía,
                  te conozco tan de tiempo,
                  que en tu amor cierro los ojos,
                  y camino sin errar,
                  a ciegas, sin pedir nada
                  a esa luz lenta y segura
                  con que se conocen letras
                  y formas y se echan cuentas
                  y se cree que se ve
                  quién eres tù, mi invisible.
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                    Scritta da: Eclissi

                    Non ho bisogno di tempo

                    Non ho bisogno di tempo
                    per sapere come sei:
                    conoscersi è luce improvvisa.
                    Chi ti potrà conoscere
                    là dove taci, o nelle
                    parole con cui taci?
                    Chi ti cerchi nella vita
                    che stai vivendo, non sa
                    di te che allusioni,
                    pretesti in cui ti nascondi.
                    E seguirti all'indietro
                    in ciò che hai fatto, prima,
                    sommare azione a sorriso,
                    anni a nomi, sarà
                    come perderti. Io no.
                    Ti ho conosciuto nella tempesta.
                    Ti ho conosciuto, improvvisa,
                    in quello squarcio brutale
                    di tenebra e luce,
                    dove si rivela il fondo
                    che sfugge al giorno e alla notte.
                    Ti ho visto, mi hai visto, ed ora,
                    nuda ormai dell'equivoco,
                    della storia, del passato,
                    tu, amazzone sulla folgore,
                    palpitante di recente
                    ed inatteso arrivo,
                    sei così anticamente mia,
                    da tanto tempo ti conosco,
                    che nel tuo amore chiudo gli occhi,
                    e procedo senza errare,
                    alla cieca, senza chiedere nulla
                    a quella luce lenta e sicura
                    con cui si riconoscono lettere
                    e forme e si fanno i conti
                    e si crede di vedere
                    chi tu sia, o mia invisibile.
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