Poesie inserite da Eclissi

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Scritta da: Eclissi

Casida delle colombe oscure

Sui rami dell'alloro
camminano due colombe oscure.
L'una era il sole,
l'altra la luna.
"Casigliane mie," chiesi,
"dove sta la mia sepoltura?"
"Nella mia coda", disse il sole.
"Nella mia gola", disse la luna.
Ed io che andavo camminando
con la terra alla cintola
vidi due aquile di neve
e una ragazza nuda.
L'una era l'altra
e la ragazza era nessuna.
"Care aquile, " chiesi,
"dove sta la mia sepoltura?"
"Nella mia coda", disse il sole.
"Nella mia gola", disse la luna.
Sui rami dell'alloro
vidi due colombe nude.
L'una era l'altra
ed entrambe nessuna.
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    Scritta da: Eclissi

    (Io) Farfalla Notturna

    Nuda di colori
    Rotte le catene della luce e dell'ombra
    Del chiarore abbagliante dell'evidenza
    Schiava sei
    Del tuo errare notturno.
    Invisibili trame di desiderio
    Sospingono il tuo inquieto incedere
    E nel buio elettrico di sospiri e danze
    Carezzano le tue ali...
    Coralli lunari si schiudono tra le tue fibre!
    Marea odorosa t'inebria di Assoluto
    Vacilla la tua Follia
    Divorata d'Amore ed incensi
    Spezza il respiro la tua Sete ingorda
    Famelica sei – farfalla notturna –
    Affamato il tuo battere d'Ali!
    Disperato il tuo bruciare, lirica e immensa!
    Trema il tuo Essere!
    Trema la Terra, sussulta la Notte!
    Grida il cuore impazzito!
    Spingi il tuo volo tra dita struggenti
    Esplodi nell'abbraccio di Luce!
    E ti infrangi
    In mille scintille Appassionate...
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      Scritta da: Eclissi

      Scritto sulla sabbia

      Che il bello e l'incantevole
      Siano solo un soffio e un brivido,
      che il magnifico entusiasmante
      amabile non duri:
      nube, fiore, bolla di sapone,
      fuoco d'artificio e riso di bambino,
      sguardo di donna nel vetro di uno specchio,
      e tante altre fantastiche cose,
      che esse appena scoperte svaniscano,
      solo il tempo di un momento
      solo un aroma, un respiro di vento,
      ahimè lo sappiamo con tristezza.
      E ciò che dura e resta fisso
      non ci è così intimamente caro:
      pietra preziosa con gelido fuoco,
      barra d'oro di pesante splendore;
      le stelle stesse, innumerabili,
      se ne stanno lontane e straniere, non somigliano a noi
      - effimeri-, non raggiungono il fondo dell'anima.
      No, il bello più profondo e degno dell'amore
      pare incline a corrompersi,
      è sempre vicino a morire,
      e la cosa più bella, le note musicali,
      che nel nascere già fuggono e trascorrono,
      sono solo soffi, correnti, fughe
      circondate d'aliti sommessi di tristezza
      perché nemmeno quanto dura un battito del cuore
      si lasciano costringere, tenere;
      nota dopo nota, appena battuta
      già svanisce e se ne va.

      Così il nostro cuore è consacrato
      con fraterna fedeltà
      a tutto ciò che fugge
      e scorre,
      alla vita,
      non a ciò che è saldo e capace di durare.
      Presto ci stanca ciò che permane,
      rocce di un mondo di stelle e gioielli,
      noi anime-bolle-di-vento-e-sapone
      sospinte in eterno mutare.
      Spose di un tempo, senza durata,
      per cui la rugiada su un petalo di rosa,
      per cui un battito d'ali d'uccello
      il morire di un gioco di nuvole,
      scintillio di neve, arcobaleno,
      farfalla, già volati via,
      per cui lo squillare di una risata,
      che nel passare ci sfiora appena,
      può voler dire festa o portare dolore.
      Amiamo ciò che ci somiglia,
      e comprendiamo
      ciò che il vento ha scritto
      sulla sabbia.
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        Scritta da: Eclissi

        Lo sforzo umano

        Lo sforzo umano
        non è quel bel giovane sorridente
        ritto sulla sua gamba di gesso
        o di pietra
        e che mostra grazie ai puerili artifici dello scultore
        la stupida illusione
        della gioia della danza e del giubilo
        evocante con l'altra gamba in aria
        la dolcezza del ritorno a casa
        No
        Lo sforzo umano non porta un fanciullo sulla spalla destra
        un altro sulla testa
        e un terzo sulla spalla sinistra
        con gli attrezzi a tracolla
        e la giovane moglie felice aggrappata al suo braccio
        Lo sforzo umano porta un cinto erniario
        e le cicatrici delle lotte
        intraprese dalla classe operaia
        contro un mondo assurdo e senza leggi
        Lo sforzo umano non possiede una vera casa
        esso ha l'odore del proprio lavoro
        ed è intaccato ai polmoni
        il suo salario è magro
        e così i suoi figli
        lavora come un negro
        e il negro lavora come lui
        Lo sforzo umano no ha il savoir-vivre
        Lo sforzo umano non ha l'età della ragione
        lo sforzo umano ha l'età delle caserme
        l'età dei bagni penali e delle prigioni
        l'età delle chiese e delle officine
        l'età dei cannoni
        e lui che ha piantato dappertutto i vigneti
        e accordato tutti i violini
        si nutre di cattivi sogni
        si ubriaca con il cattivo vino della rassegnazione
        e come un grande scoiattolo ebbro
        vorticosamente gira senza posa
        in un universo ostile
        polveroso e dal soffitto basso
        e forgia senza fermarsi la catena
        la terrificante catena in cui tutto s'incatena
        la miseria il profitto il lavoro la carneficina
        la tristezza la sventura l'insonnia la noia
        la terrificante catena d'oro
        di carbone di ferro e d'acciaio
        di scoria e polvere di ferro
        passata intorno al collo
        di un mondo abbandonato
        la miserabile catena
        sulla quale vengono ad aggrapparsi
        i ciondoli divini
        le reliquie sacre
        le croci al merito le croci uncinate
        le scimmiette portafortuna
        le medaglie dei vecchi servitori
        i ninnoli della sfortuna
        e il gran pezzo da museo
        il gran ritratto equestre
        il gran ritratto in piedi
        il gran ritratto di faccia di profilo su un sol piede
        il gran ritratto dorato
        il gran ritratto del grande indovino
        il gran ritratto del grande imperatore
        il gran ritratto del grande pensatore
        del gran camaleonte
        del grande moralizzatore
        del dignitoso e triste buffone
        la testa del grande scocciatore
        la testa dell'aggressivo pacificatore
        la testa da sbirro del grande liberatore
        la testa di Adolf Hitler
        la testa del signor Thiers
        la testa del dittatore
        la testa del fucilatore
        di non importa qual paese
        di non importa qual colore
        la testa odiosa
        la testa disgraziata
        la faccia da schiaffi
        la faccia da massacrare
        la faccia della paura.
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          Scritta da: Eclissi

          A una passante

          Urlava attorno a me la via assordante.
          Lunga, sottile, in lutto, maestoso
          dolore, alto agitando della gonna
          il pizzo e l'orlo con fastosa mano,
          una donna passò agilmente, nobile,
          con la sua gamba statuaria. Ed io,
          come un folle, bevevo nel suo occhio
          - livido cielo nel cui fondo romba
          l'imminente uragano - la dolcezza
          affascinante e il piacere che uccide.
          Un lampo... poi la notte! - O fuggitiva
          beltà, per il cui sguardo all'improvviso
          sono rinato, non potrò vederti
          che nell'eternità? In un altro luogo,
          ben lontano di qui, e troppo tardi,
          mai, forse! Perché ignoro dove fuggi,
          e tu non sai dove io vado, o te
          che avrei amata, o te che lo sapevi!
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            Scritta da: Eclissi

            Inno alla Bellezza

            Tu vieni dal profondo cielo o sorgi
            dall'abisso, o Beltà? Versa il tuo sguardo
            infernale e divino, mescolati,
            il beneficio e il crimine, e per questo
            al vino ti potrei rassomigliare.
            Hai nell'occhio l'aurora ed il tramonto;
            come una sera tempestosa spandi
            profumi; ed i tuoi baci sono un filtro,
            e la tua bocca un'anfora, che fanno
            coraggioso il fanciullo, l'eroe vile.
            Sorgi dal nero abisso oppure scendi
            dalle stelle? Il Demonio, affascinato,
            come un cane è attaccato alle tue gonne;
            spargi a caso la gioia ed i disastri,
            e tutto reggi, e di nulla rispondi.
            Sopra i morti, o Beltà, di cui ti ridi,
            cammini. Non è il meno affascinante,
            l'Orrore, tra le tue gioie; amoroso
            sopra il tuo ventre orgoglioso danza
            l'Omicidio, fra i ciondoli il più caro.
            Vola abbagliata verso te l'effimera,
            o candela, fiammeggia stride e dice:
            "Benediciamo questa torcia! " Anela
            l'innamorato chino sulla bella,
            e ha l'aria d'un morente che accarezza
            la sua tomba. O Beltà, che cosa importa,
            o mostro spaventoso enorme ingenuo,
            che tu venga dal cielo o dall'inferno,
            se mi schiude la porta il tuo sorriso
            ed il tuo piede e l'occhio a un Infinito
            adorato ed ancora sconosciuto?
            Di Satana o di Dio, che importa? Angelo
            o Sirena, che importa se mi rendi,
            - fata dagli occhi di velluto, ritmo,
            profumo, luce, unica regina! -
            questo universo meno ripugnante
            e questi brevi istanti meno gravi?
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              Scritta da: Eclissi
              Abbandono me stessa
              Nell'istinto assoluto
              Che si accende dal mio buio
              Avvolgendomi di sensi
              E di slanci
              Si annulla lo spazio
              Svanisce la materialità delle cose intorno
              Sono passione, adesso
              Sono vento
              Sono l'impeto di attraversare l'inconsistenza del tempo
              La voglia famelica di superare la tua assenza
              E raggiungerti sulla tua pelle
              Abbandonarmi ai i tuoi vortici che mi ingoiano
              E risucchiano nelle tue profondità di Luce
              Smarrirmi nella trama della tua carne
              Sprigionarmi da me nell'ansia assetata delle tue mani coraggiose
              E liriche
              Libera
              Riempirmi di te
              Lasciarmi inondare dall'impetuoso incedere della tua testa
              Irretire nella tua ragione, nella tua follia
              Nella Libertà primordiale della tua Anima piena.
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                Scritta da: Eclissi
                - Passi - auto - mattoni - strade - rumori -
                il pensiero di te non mi abbandona
                - voci - balconi - sassi - vetrine - biciclette -
                il pensiero di te non mi abbandona
                - semafori - bambini - muri - asfalto - portoni -
                il pensiero di te non mi abbandona
                - seduta - cammino - riposo - di fretta - un saltello -
                il pensiero di te non mi abbandona
                - tremo - respiro - mi fermo - mi volto - grido -
                il pensiero di te - ancora - urla nel mio vuoto.
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                  Scritta da: Eclissi
                  Un tango nostalgico e struggente
                  Danzato in un abbraccio che iniettava veleno
                  Abbandonata tra braccia e movenze
                  Seguivo un corpo bugiardo di intense illusioni
                  Era un vortice, era tempo fermo e sospeso
                  Era carne che sapeva vestirsi e svestirsi
                  Di promesse e disprezzo
                  Era bugia appassionata
                  E sublime
                  Sussurrata sulla pelle
                  E le parole erano gocce, scorrevano sulle mie dune
                  Annidandosi nelle mie conche assetate
                  Stillando il loro perverso lirismo
                  Là dove ero più fragile.
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